venerdì 22 marzo 2013

La Regina di Saba: chi era costei?

Hai quasi finito la full immersion in Martin Mystère, 'ché ieri sera, con la lettura del #189, hai terminato gli arretrati della serie regolare e ti restano i Giganti e alcuni numeri doppi bimestrali della nuova gestione. E la lettura di ieri (una storia sulla Regina di Saba in tre parti iniziata sul #187) t'è piaciuta davvero tanto. E ti ha oltretutto incuriosito sul personaggio... perché Martin Mystère è un "fumetto d'autore colto", etc... etc... per gli argomenti affrontati e le splendide vignette raffiguranti i luoghi visitati etc... etc... (autocit.)
una raffigurazione della Regina di Saba
Con Regina di Saba ci si riferisce alla sovrana dell'antico regno preislamico di Saba (un dominio di grande ricchezza nello Yemen, all'estremità meridionale della penisola araba), citata nel Talmud ebraico, nella Bibbia (1 Re 10: Visita della Regina di Saba; 2 Cronache 9: Gloria di Salomone), nel Corano e nel Kebra Nagast. Nei testi biblici e nel Corano non viene mai chiamata per nome, ma nella tradizione etiope il suo nome era Machedà, e nelle fonti arabe era Bilquis; uno storico ebreo del I sec. d.C. la chiamava Nikaula, mentre i greci la identificavano come la Minerva Nera. Viene ricordata come una regina "bruna ma bella", ricchissima, che controllava le vie commerciali dell'incenso. Un giorno, si mise in viaggio verso Israele portando con sé come doni spezie, oro e pietre preziose, in quanto desiderava mettere alla prova Re Salomone, l'uomo che è rimasto nella storia per l'immane saggezza, per l'acume del proprio ingegno, e per essere tre volte illuminato. Secondo la tradizione araba, invece, fu Re Salomone che, tramite un'upupa ammaestrata, portò alla Regina un invito a corte che lei, rispettosamente, accettò. Da un punto di vista storico, ci troviamo all'incirca nel X sec. a.C., ma la questione se la Regina di Saba sia realmente esistita è controversa. Come d'altronde, Re Salomone.
Ad ogni modo: ella si fece precedere da un corteo di ambasciatori che portavano in dono sandalo, incenso, aloe e mirra, 500 lingotti d'oro e 500 d'argento. Il corteo era composto da 6.000 tra fanciulli e fanciulle, gli uni vestiti con abiti femminili, le altre con abiti maschili. E cammelli a non finire... In un cofanetto, portò una perla non forata e una conchiglia con un foro tortuoso. Re Salomone doveva: rimanere impassibile davanti a tanta ricchezza, riuscire a distinguere i maschi dalle femmine, trovare il modo di perforare la perla senza toccarla e passare un filo nel foro della conchiglia. Saputo dell'arrivo della sovrana, Re Salomone fece dipingere d'oro e d'argento i mattoni della sua reggia in modo da sminuire le ricchezze portategli in dono, poi, quando giunse il corteo, invitò i giovani a rinfrescarsi e lavarsi nella grande vasca: costoro, stanchi del viaggio, si gettarono nell'acqua, che rivelò le loro vere identità. Quindi, convocò un tarlo per perforare la perla e un bruco che, contorcendosi, infilò un capello nel foro della conchiglia.
Per ricevere la Regina, Re Salomone, fece posizionare delle lastre di cristallo sul pavimento del palazzo davanti al suo trono, creando un effetto ottico: chiunque ci arrivasse davanti avrebbe creduto che ci fosse un fossato d'acqua. La Regina, vedendo i riflessi, cadde nell'inganno, alzando le vesti e mostrando le sue gambe. Questa circostanza è rilevante, perché all'epoca si pensava che la madre della Regina non fosse umana, e che pertanto la sua prole avrebbe avuto "gambe villose e zoccoli al posto dei piedi". Nel complesso, la Regina fu colpita dalla saggezza e dalla ricchezza di Re Salomone e pronunciò una preghiera al Dio d'Israele, che la ricambiò con molti doni e con "qualsiasi cosa desiderasse", fino a quando ella non tornò nel suo regno, ma solo dopo essere diventata sua sposa. Ella, ripudiato il culto del Sole del suo popolo, abbracciò, per compiacere Re Salomone, la religione ebraica. Nel Cantico dei Cantici si trovano riferimenti sulla relazione amorosa tra Re Salomone e la Regina di Saba.
Secondo il libro etiope Kebra Nagast, la famiglia imperiale etiope discenderebbe direttamente dall'unione tra Re Salomone e la Regina di Saba. È provato, difatti, che le antiche comunità etiopi erano formate da una popolazione semita emigrata, mescolatesi con i locali abitanti non semiti. È provato anche che l'amarico e il tigrino, le principali lingue dell'Etiopia, sono lingue semitiche. E qui, la leggenda dei due re, s'intreccia con un'altra leggenda: il loro primogenito venne incoronato primo imperatore d'Etiopia con il nome di Menelik I... ed è lo stesso Menelik che avrebbe trafugato l'Arca dell'Alleanza da Gerusalemme per portarla in Etiopia, dove probabilmente si trova tuttora.
In Martin Mystère si racconta che il mitico Tempio di Salomone venne eretto proprio grazie all'aiuto della Regina di Saba - che usò i suoi poteri derivanti dal Sole per "fondere" tra loro le pietre, senza l'uso di malta - e che la sovrana venne alla fine tumulata viva dalla sua gente in un sarcofago di pietra per aver ripudiato la religione dei suoi avi... ma non sai dire se queste circostanze siano vere o pura fantasia!
Secondo alcune profezie, la Regina di Saba risorgerà il giorno del Giudizio Universale per condannare gli ebrei che lo hanno rifiutato, "perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Re Salomone".
Nel 2008 sono stati scoperti i presunti resti del palazzo della leggendaria Regina di Saba.

mercoledì 20 marzo 2013

Batman 1.000.000. Commento

Bene.
Nel tuo delirio completista del Batman di Grant Morrison, settimana scorsa hai acquistato all'asta sulla Baia l'albo doppio Play Press Batman #81/82, da sempre introvabile. In realtà l'hai pagato due euri... 'ché t'è costata di più la spedizione! E oggi - permessino-banca di un'ora permettendo - l'hai ritirato alla posta. E l'hai subitamente letto.
È pacifico che il Batman di Morrison inizia con il #30 di 52 (la maxisaga settimanale immediatamente successiva a Crisi Infinita), prosegue con Batman & figlio, R.I.P., Ultimi Offici, Crisi Finale, Batman & Robin e Il ritorno di Bruce Wayne, e si concluderà con la Batman Inc. Ma si spinge un tantino anche nel futuro, con Batman #666 e Ieri. Oggi. Domani. Dopodomani, che lasciano intravedere un bellissimo e cazzuto Batman futuro (spietato, violento e senza scrupoli, ecc... ecc...) (autocit.)

Il fattaccio è che Ieri. Oggi. Domani. Dopodomani è un albo celebrativo caratterizzato da un puzzle narrativo oscillante tra passato, presente e futuro, che canonizza i futuri di Batman Beyond e Batman 1.000.000. E qui arriviamo all'acquisto.
Perché, hai giustamente deciso di recuperare quel maledetto albo doppio Batman #81/82, che contiene appunto Batman 1.000.000.

Ora, a parte che c'hai capito poco, visto che Batman 1.000.000 si inserisce nella maxisaga One Million - e quindi ti sei ritrovato tra le mani una storia già iniziata e che finisce con la frase "continua su JLA 1.000.000", ma questo è il male minore grazie a Uichipedìa - ma effettivamente, come ti aveva avvisato il fumettaro di fiducia, è "una mezza cagata" che
il Batman di un lontano futuro (anno 85245) e proveniente dal pianeta Plutone, si ritrovi catapultato a Gotham per combattere l'epidemia Hourman, un virus biologico ed informatico (contemporaneamente!) che rende le persone psicopatiche e mette in ginocchio le banche dati... mentre il nostro Bats si ritrova nell'853° sec. a gozzovigliare col rimbambito robot Robin, il Giocattolo Meraviglia! Il tutto, cronologicamente inserito tra Cataclisma e Terra-di-Nessuno: povera Gotham!
Batman 1.000.000
di AA.VV.
ed. Play Press, S, 132 pagg, col, Lit. 8.000 (€ 2,50)
Voto: ★★★★★

lunedì 18 marzo 2013

Tomb Raider. Commento

Dopo 3 sessioni di gioco sulla tua fida XBOX 360, giunto al 30% dell'avventura (di già?), decidi che è arrivato il momento giusto per dire la tua su Tomb Raider. Non quello per Saturno uscito nel 1996, tirato fuori dal nulla dall'allora ancora vivente Core Design, e nel quale la Lara era una facoltosa ed esperta archeologa avventuriera inglese, bensì il remake uscito 15 gg fa e annunciato, pubblicizzato e snocciolato, foto dopo foto e video dopo video, in pompa magna negli ultimi due anni.
Un Tomb Raider che, passato in gestione alla Square-Enix (succeduta ad Eidos), è stato affidato alle sapienti manine dei programmatori di Crystal Dinamics. Un Tomb Raider che ha voluto rinnovare la storica serie facendo tabula rasa di tutti i suoi elementi caratteristici, dalla prosperosa protagonista alle meccaniche del gameplay.
Oggi, infatti, Lara Croft è una sbarbatella di 21 anni (ma sempre prosperosa!), inesperta, appena uscita dall'Università, al suo primo viaggio d'esplorazione e alla sua prima avventura... che si trasforma in sventura: l'equipaggio è alla ricerca di una misteriosa isola nell'arcipelago giapponese, culla del mitico impero Yamatai (che pensavi fosse tutta un'invenzione, ed hai invece appena scoperto su Uichipedìa - grande fonte autorevole d'informazione attendibile - che fu effettivamente il più prospero e potente tra tutti i regni feudali in cui era suddiviso l'arcipelago nipponico), ma una tremenda tempesta affonda la nave e fa naufragare gli studiosi su un'isola sconosciuta. Un'isola che la nostra eroina scoprirà essere piena di insidie. Essa è infatti abitata da individui violenti che hanno ripopolato le grotte piene di graffiti e simboli rituali, le capanne e i templi abbandonati: un moderno culto sanguinario che sembra uscito da Resident Evil 4.
Spoilerati con nonchalance i primi 20 min buoni del canovaccio narrativo, cosa puoi dire sulla qualità globale del titolo?
Il titolo è, innanzitutto, uno spettacolo per gli occhi: finalmente una grafica e un motore (tra l'altro multipiatta) in cui i character non hanno ottuse facce di plastica o la pelle unta dall'olio di cocco. Fluida, con inquadrature spettacolari, sequenze altamente cinematografiche (molte delle quali decisamente violente) e ottimi modelli poligonali e texture, e soprattutto "sporca": Lara è nsivatissima tra terra e sangue, e ciò rende il tutto ancora più credibile. Certo, la ragazzuola pare in continuo orgasmo e, quando parla alla radio, sembra praticare sesso telefonico... tanti e continui sono i suoi gemiti e gli ansimi... per la gioia di noi maschietti!
Ad essere sinceri, si sente molto lo stacco dalla struttura di gioco dei vecchi Tomb Raider: l'esplorazione vera e propria è infatti significativamente distante da quella storica, troppo guidata - specie utilizzando la visuale Detect... emh Sopravvivenza - e con troppi QTE (leggi: quick time event); e ci vuole un po' a sentire quella sensazione di libertà che i vecchi titoli del franchise garantivano invece sin dai primi minuti di giuoco. Non mancano le caverne da esplorare alla vecchia maniera, magari con enigmi da superare usando un minimo (ma proprio poco...) di ingegno, ma sono davvero poche e solitamente "nascoste" all'occhio del videogiochista. Effettivamente, più che una rinascita di Tomb Raider, sembra un clone di Uncharted. Ma chissene...!

Aggiungete a tutto questo: i menù tridimensionali à la DiRT, la capacità che Lara ha di evolvere acquisendo punti esperienza ed abilità, la potenziabilità delle armi (invero pochine, ma l'arco lungo è figherrimo!), le sfide di recupero di: reliquie, documenti, medaglie, lanterne, etc... etc..., la facoltà di spostarsi istantaneamente da un accampamento (che fungono da checkpoint e punti di salvataggio) all'altro dell'isola evitando chilometri di camminate, e gli onnipresenti DLC (croce e delizia di questa generazione); frullate fino ad ottenere il prodotto finito, e servite.
Concludendo, quella del reboot è spesso una strada rischiosa e ricca di ostacoli, ma stavolta 'sto remake t'è piaciuto parecchio.

Tomb Raider (2013)
di Square-Enix, Crystal Dinamics
DVD, multipiattaforma, € 69,99
Voto: ★★★★★

martedì 12 marzo 2013

La Terra non è cava

Hai già affrontato la questio della Terra piatta. Ora ti tocca affrontare la Terra cava: sì, perché hai appena finito di leggere Martin Mystere 115-bis "Al centro della terra"!
Invero, quello della Terra cava è un filone di teorie più o meno similari, formulate da pensatori di varie epoche, secondo cui la Terra sarebbe cava (ed abitata o comunque abitabile) al proprio interno. Il primo scienziato ad affermare l'esistenza di un "vuoto" all'interno del nostro pianeta fu nientepocodimenoché Edmond Halley, più noto per la scoperta di una certa cometa. Ma sono stati i tanti romanzi fantastici popolari - su tutti Edgar Rice Burroughs (che ha dedicato una decina di romanzi a Pellucidar, un immaginario regno situato all'interno della Terra) e Jules Verne (con Viaggio al centro della Terra), ad aver alimentato e tenuto vive queste fantasie nel corso dei decenni.
Ora, non è certo necessario ricordare come, sin dai tempi antichi, si è sempre sostenuta l'esistenza di regni e territori sotterranei (Agarthi, l'Ade, l'Inferno cristiano, lo Svartálfaheimr della mitologia norrena, etcetera…), ma va detto che la teoria è sopravvissuta fino alle prime esplorazioni geografiche (tra quelle che si sono spinte fino ai Poli, c'è chi sostenne di aver incontrato, all'improvviso ed inspiegabilmente, una zona dal clima mite e dalla vegetazione rigogliosa), e giù, giù, fino al XX sec.
La mappa della Terra "cava"
Nel 1906, William Reed arrivò a sostenere che i Poli semplicemente non esistono: al loro posto si troverebbero due enormi aperture circolari con il passaggio al Continente Interno; un vero "altro" mondo con mari, terra emersa, fiumi e montagne. Nel 1913, Marshall Gardner sostenne l'esistenza di un sole perenne all'interno della Terra; secondo costui, è proprio il casuale incontro tra la luce del Sole (esterno, quello vero) e quella fuoriuscita dall'interno che genererebbe le aurore boreali. E quando furono rinvenuti i primi mammuth congelati in Siberia, egli affermò che erano i resti di creature morte di recente e sfuggite dal Continente Interno! Nel 1969, Raymond Bernard snocciolò perfino delle misure: la Terra è una sfera cava formata da una crosta solida dello spessore di 800 miglia, con due aperture ai poli dal diametro di 1.400 miglia. Sempre secondo Bernard, la gravità si concentrerebbe sulla crosta (per cui chi sta dentro starebbe con la testa rivolta verso il sole interno), ma "rovinò" tutto quando arrivò a dire che gli UFO preverrebbero da dentro, essendo questi guidati dagli abitanti sotterranei! Le idee di Reed e Gardner vennero comunque seriamente riprese nell'epoca tra le due Guerre Mondiali, conquistando la dottrina nazionalsocialista, da sempre interessata ad argomenti esoterici.
Proprio in quel periodo, il contrammiraglio statunitense Richard Byrd pare si sia spinto a 2.730 km oltre il Polo Nord, e nel 1956 comandò una spedizione che compì un volo di 4.330 km dalla base di McMurdo, verso il Polo Sud. L'ammiraglio affermò, in entrambi i casi, di essere penetrato in una terra estesa per 3.600 km, attraverso una regione senza cielo, con montagne, laghi, distese di vegetazione...
Il valore scientifico di queste pubblicazioni è ovviamente nullo, trattandosi di vera e propria pseudoscienza, ma è folle pensare che (al pari della Terra piatta), la Terra cava trova ancora oggi un discreto seguito presso i sostenitori delle teorie del complotto.

sabato 9 marzo 2013

Awake. Commento

Dicevi nel post precedente di aver visto la season finale di Awake. Per chi ignora, significa "ultimo episodio di stagione", che in questo caso era anche l'ultimo della serie. 'ché ci sono ancora quelli che si vantano di seguire i telefilm in streaming in lingua con i sub in ita, e non capiscono ancora la differenza tra serie e stagione!
In realtà, avevi visto tutto Awake lo scorso anno in inglese (sottotitolato) ma, visto che SKY ha deciso di trasmetterlo, perché non guardartelo doppiato in italico e in HD, from your sofà e in ciavatte, assieme alla mogliera - che pare l'abbia pure gradito?
Dunque,
Awake è una serie poliziesco-fantastica (spacciata anche come drama al di là dell'Oceano) che racconta di un detective (Michael Britten) vittima di un incidente automobilistico in cui restano coinvolti anche la moglie Hannah e il figlio Rex (cazzo di nome!); in realtà vero e proprio attentato orchestrato perché il poliziotto stava ficcando un po' troppo il naso in indagini riguardanti poliziotti corrotti. Al suo risveglio, Britten si ritrova a saltare continuamente tra due distinte realtà: in una (quella "verde"), Rex è sopravvissuto mentre Hannah è morta; nell'altra (la "rossa"), Hannah è viva mentre Rex è schiattato. Britten inizia a vivere così una "doppia vita", facendo la spola come un'altalena, per stare vicino ora all'una, poi all'altro, occupandosi delle proprie vicende personali e dei quotidiani casi di polizia che - sorprendentemente e genialmente - sono anch'essi legati tra l'una e l'altra realtà. Durante tutto questo, per motivi di servizio (ha pur sempre perso uno dei suoi cari), è seguito costantemente da due strizzacervelli (uno de qua, l'altra de là), ognuno dei quali cerca di convincerlo che l'altra realtà è un sogno e che lui non stia messo tanto bene con la testa.
Nonostante la genialata della serie, che t'è piaciuta un sacco, Awake è stato cancellato da NBC, e quindi sei convintissimo che il finale sia stato un po' troppo raffazzonato. Il problema è che la conclusione ti è sembrata una grandissima presa per il culo: cioé, davvero tutto quello che s'è visto nei 13 episodi era solo un sogno? e che sia la moglie che il figlio sono sopravvissuti? e il complotto? risolto o immaginato?
Oppure - e qui capiresti il vero senso drammatico della serie - non è invece possibile che il protagonista capisca che può avere entrambi i mondi e decida di continuare a sognare, concependo una terza realtà, uno spazio metafisico in cui rifugiarsi e dove le cose saranno per lui più felici e lineari?

Ah, scopri solo ADESSO, che il detective Britten è interpretato dallo stesso attore (Jason Isaacs) che ha dato volto a Lucius Malfoy in Harry Potter.

venerdì 8 marzo 2013

Il Dittatore. Ridere pensando

Ieri sera, facendo zapping in attesa che iniziasse la season finale di Awake, sei finito su SKY Cinema che trasmetteva Il Dittatore.
Ora, tu hai adorato quella volgarità di film che è Borat, e ti riprometti da sempre di vedere anche Brüno e Ali G (ma non lo fai mai...), perché Sacha Baron Cohen è genialmente dissacrante e tremendamente politically scorrect.

Brevemente,
Il Dittatore è la folle avventura dell'Ammiraglio Generale Aladeen, eccentrico dittatore dello stato immaginario africano del Wadiya (parodia dello stereotipo del classico tiranno arabo); un podestà infantile, violento, razzista e antisemita, circondato da guardie del corpo femminili... in una sola parola UN MITO, che viene convocato all'assemblea dell'ONU, a New York. Qui, però, viene rapito da un sicario assunto dallo zio, che preme per una costituzione che trasformerebbe lo stato del Wadiya in una democrazia (e che gli permetterebbe di controllare il 30% del traffico di petrolio e materie prime del paese). Il Generale riesce a scappare dal sicario e si ritrova a vagare per la città, diventando protagonista di decine di gag... e finendo per lavorare in una cooperativa no-profit vegana e femminista all'interno di una struttura anti-razzista e anti-oppressiva, gestita da un'ebrea!
Ora, al di là della mediocrità del film, che non è certo un capolavoro, quello che hai trovato meraviglioso sono le battute:
  • "Per me sono tutti arabi: gli arabi, gli ebrei, in negri, quei brutti frocetti blu di Avatar; in pratica chiunque non sia nato in America è tecnicamente un arabo"
  • "Ah, l'America: costruita dai neri e di proprietà dei cinesi!"
  • "Come potete vivere con la democrazia che riunisce nello stesso luogo ebrei, neri e femmine?"
  • "$ 20 al giorno per connessione a fottuto internet? Ma che cazzo! E accusano me di essere criminale internazionale!"
  • "Anche la Cina è una democrazia. Ahahahahahahahah!!!"
  • "Io ti condanno a vivere. Oh, mi dispiace, brutta notizia, è femmina. Dove la posso buttare?"
  • "Sono Mac Genius? E cosa fai? Perlopiù pulisco gli schermi ai portatili"
  • "Diritti civili? E cosa sono? Una presa in giro!"
  • "Così rischi di sembrare offensivo! Oh, grazie"
  • "La polizia qui è così fascista, e non in senso buono"
  • "Adoro quando le donne vanno a scuola. È come vedere una scimmia sui pattini. Inutile per loro, ma così adorabile per noi."
  • "Democrazia è quando conta il voto di tutti, invalido, nero o femmina anche"
  • "Sarà un maschio o un aborto?"
Il punto è che la comicità di Sacha Baron Cohen è una faccenda seria, che scarica il dolore del mondo, esorcizza il male, avverte le paure dominanti, scherzandoci sopra. Intanto, perché il modello di uomo maschilista rappresentato dal Generale e il modello di donna femminista rappresentato da Zoey, non sono altro che frutti partoriti dal nostro sistema malato: lui apparentemente macho e fascista, ma alla fine bisognoso d'affetto e sottomesso alla donna; lei femminista e votata al lavoro, ma con la volontà di somigliare in tutto e per tutto agli uomini!
Il film, e hai concluso, smette di essere divertente alla fine e, nella scena in cui il Generale, durante il suo discorso sulla democrazia, esorta la platea a chiedere all'America una dittatura, snocciolando i numerosi vantaggi, scopri che la democrazia occidentale non è mica tanto meno dittatoriale dei governi mediorientali:
"Immaginate America come dittatura! Potreste lasciare a 1% di popolo tutta ricchezza di nazione, potreste fare vostri amici ricchi più ricchi tagliando loro tasse e ignorare esigenze di poveri come salute, istruzione! Vostri media sembrerebbero liberi, ma segretamente controllati da una persona e da sua famiglia!
Potreste intercettare telefoni! Potreste torturare stranieri prigionieri e riempire le prigioni con un gruppo razziale di un certo tipo e nessuno protesterebbe! Potreste avere elezioni truccate! Potreste mentire su perché vai a fare guerra! Potreste usare i media per spaventare il popolo, in modo che appoggi politica che va contro i loro stessi interessi!
Lo so che è difficile per voi americani da immaginare, ma provateci, dai!"

giovedì 7 marzo 2013

La Notte dei Gufi e R.I.P. Un confronto

Ieri s'è finalmente concluso il primo arco narrativo batmaniano successivo al rebootone.
Dici "ieri", perché tu l'hai letto solo ieri, visto che in quel di Peggio Calabria le fumetterie le riforniscono con una settimana di ritardo rispetto al resto d'Italia (che già è indietro di 6 mesi rispetto alle uscite americane).
Premesso che dello spillato mensile sono ovviamente il talentuoso Scott Snyder e il "disegno-le-facce-tutte-uguali" Greg Capullo a fare la parte del leone ('ché di Tony Daniel non hai ancora capito se stia effettivamente tenendo conto del reboot e abbia ricominciato daccapo, o stia continuando la sua storia pre-Flashpoint), ora che finalmente tutti i pezzi del puzzle sono al loro posto,

come giudichi La Notte dei Gufi?
Ocio: contiene spoiler
Intanto, scopri SOLO ADESSO che a Gotham, sin dai tempi delle colonie, è SEMPRE esistita una società segreta - la Corte dei Gufi - che occultamente gestisce, ad ogni livello, la città, così chiamata perché i suoi membri sono mascherati da "allocchi". E che il Circo dei F.lly Haly - ove Dick Grayson è cresciuto con i genitori, i Grayson Volanti, fino a quando il Bat-man l'ha preso con sé - è in realtà una copertura, fungendo da centro di reclutamento per la Corte stessa, alla quale, ogni dieci anni, veniva esibito e proposto un giovane, scelto tra i migliori atleti, che veniva poi rapito ed addestrato per diventare un "artiglio" (un fedelissimo assassino che veniva ibernato e risvegliato all'occaso).
Cioé solo oggi te le dicono, dopo la bellezza di ottant'anni e passa di storia batmaniana?! Ma tant'è.

Ma perché proprio i gufi? Perché nel regno animale, i gufi sono nemici naturali dei pipistrelli. E perché i rapaci notturni hanno un volo silenziosissimo, e questo aspetto ben si adatta alla setta dei Gufi, che osserva nell'ombra i gothamiti, invisibile e ammantata di folklore per rendersi quasi soprannaturale agli occhi delle sue prede, e per agire impunita.

Tutto ciò è molto bello, e Snyder è davvero bravo nello scavare e rinnovare le radici della leggenda batmaniana, e nel parlare del Cavaliero Oscuro attraverso tutto ciò che lo ha sempre circondato (la famiglia, i ricordi, i suoi aiutanti e la città di Gotham); ma La Notte dei Gufi arriva troppo a breve distanza da Batman: R.I.P., e per molti aspetti ti è sembrato un suo riciclo.
Non ci credi? Leggi.
In Batman: R.I.P. c'era il Guanto Nero, un'organizzazione criminale sparsa per tutto il globo, che si proponeva l'obiettivo di demolire psicologicamente il Cavaliere Oscuro e tutto quel che lui rappresenta; ma anche la Corte dei Gufi, una volta uscita allo scoperto, si è proposta il medesimo fine.
In Batman: R.I.P., il Dott. Simon Hurt si spacciava come padre di Bruce Wayne, sopravvissuto all'assassinio di Joe Chill, in realtà da lui stesso pagato per far uccidere moglie e figlio, inscenando anche la propria morte, 'sì da potersi dedicare pienamente alle sue perversioni. Tutte menzogne, ovviamente, ma raccontate per distruggere emotivamente il Bat-man. Ne La Notte dei Gufi, Lincoln March si dichiara fratello di Bruce Wayne, quello nato prematuro e malato di mente, abbandonato dai genitori presso il Willowwood Asylum, e la cui esistenza è stata celata per lungo tempo. Anche in questo caso scoprirai che sono tutte balle.
Tra l'altro, il Dott. Hurt è un adoratore del demone Barbatos, culto blasfemo presente a Gotham sin dall'epoca delle colonie, e l'elemento della Gotham marcia, malata e corrotta, è presente in tutte le storie di Snyder.
Ancora, in entrambe le saghe il nostro eroe vacilla: in Batman: R.I.P., il Dott. Hurt portava quasi alla follia Batman, tanto che questi assumeva il mantello del "Batman di Zur-En-Arrh", una personalità fittizia costruita da Bruce Wayne per mantenere Batman in condizione di combattere nel caso fosse portato all'insania o gli cancellassero la memoria. E anche ne La Notte dei Gufi, Batman viene pericolosamente spinto alla follia quando è intrappolato nel labirinto... eppure resiste!
Alla fine di Batman: R.I.P., debuttava una nuova caratterizzazione del Joker, a torso nudo, con le cicatrici e una nuova, insana fissazione per i rasoi; nel prossimo arco narrativo (Death of the Family), debutterà la nuovissima caratterizzazione del Pagliaccio del Crimine, quella con la faccia "sgargiata".
Dopo Batman: R.I.P., Bruce Wayne moriva - per poi tornare più vivo di prima... ma questa è un'altra storia - mentre parallelalmente alla run di Snyder, assisteremo alla morte di Damian Wayne (cosa che, a sua volta, è essa stessa riproposizione di un altro arco narrativo vecchio di trent'anni).
Infine, tanto il Dott. Hurt quanto Lincoln March, sono in realtà villain più vecchi di quanto pensi.

Il Dott. Hurt è infatti il brillante psicologo che, in una storia del 1963, riusciva a convincere il Bat-man a sottoporsi ad un esperimento che lo avrebbe aiutato a comprendere meglio i meandri della follia che spinge i suoi nemici ad agire senza alcuna logica apparente. Nella versione rinnovata di Grant Morrison, il Dott. Hurt sfruttava i dati così acquisiti per fondare il Guanto Nero e creare i "3 fantasmi di Batman".
Lincoln March sarebbe invece Thomas Wayne jr. ed ha fatto la sua prima apparizione nel 1974. All'epoca però moriva, intercettando un proiettile che avrebbe ucciso il suo ritrovato fratello (Bruce). Ricomparve quindici anni dopo nella graphic novel JLA: Terra 2 di Morrison e Frank Quitely, ambientata in una Terra alternativa, dove era Thomas Wayne jr. il figlio sopravvissuto e, cresciuto da Joe Chill, diventava il vigilante Owlman, controparte malvagia di Batman. Owlman = Uomo Gufo.
Quindi Scott Snyder ha ripescato un personaggio obsoleto e, amalgamando due storie differenti e apparentemente inconciliabili, lo ha reintrodotto in continuity... facendolo diventare il Grande Gufo.
Bella lì!

martedì 5 marzo 2013

Si... può... fare!

Stamattina hai sentito su Radio Deejay una notizia alquanto curiosa. Arrivato in ufficio, giusto perché devi metterti subito a lavurare, hai voluto verificare la veridicità della suddetta. E, scopri che ti scopri,
a Bradford, nell'Inghilterra settentrionale, nei giorni scorsi, un uomo travestito da Batman si è presentato nel locale commissariato di polizia alle prime ore del mattino (tipo l'01.30). Sebbene non prestante come il Batman dei fumetti, dato che sfoggiava una pancetta ragguardevole (e forsanche il fiatone à la Giorgione), e con un costume un po' vintage, il supereroe ha consegnato alle autorità un malvivente, che è stato poi accusato di ricettazione e frode, per poi scomparire nella notte.
Pare comunque che il 39enne Batman britannico abbia già rivelato la sua identità... e d'altronde, avendo acquistato il costume in un negozio di maschere (il Joke Shop...) con la carta di credito, è presumibile che la segretezza sarebbe rimasta tale ancora per poco.
Orsù, anche tu hai sempre desiderato travestirti da Cavaliero Mascarato e, approfittando dell'anonimato, darle di santa ragione ai delinquenti sulle note di "Faccetta nera"!

sabato 2 marzo 2013

Quando la Sicilia era il 49° stato degli USA

Ieri t'è tornata in mente una cosa che in realtà sapevi da tempo. Perché il Cancelliere ogni tanto riprende uno di quei suoi discorsi con i quali esalta la Sicilia. Come dice lui, "Palermo era una capitale quando ancora l'Italia non era un Regno". Tralasciando le sue evidenti esagerazioni, nei suoi "miti" un fondo di verità la trovi!

La Sicilia - che è la regione italiana più estesa e l'isola più densamente popolata del Mar Mediterraneo - ha una lunghissima tradizione storico-culturale: entra nell'età storica con la colonizzazione greca, alla quale seguirono, romani, arabi, normanni, aragonesi e borboni. Ogni dominazione ha segnato il modo di vivere, pensare, cucinare, parlare dei siciliani (dei quali tu, orgogliosamente fai parte), oltre ad aver lasciato bellissimi monumenti, templi e Chiese.
La produzione letteraria è stata molto viva in Sicilia, avviandosi grazie a Federico II e alla sua scuola siciliana. Sotto la sua corte si sviluppò infatti il primo volgare illustre, ben prima del toscano (che dal siciliano deriva!).
Malgrado la credenza comune, negli anni del Regno delle Due Sicilie, la Sicilia conobbe un grande sviluppo economico e industriale, diventando una regione ricca (aveva un patrimonio equivalente a 2/3 della ricchezza di tutta la penisola!). Aveva un buon sistema di comunicazioni stradali e un fiorente commercio di zolfo, sale, marmi, agrumi e grano.
Lo Statuto Speciale siciliano, emanato da Umberto II il 15 maggio 1946 (quindi precedente alla Costituzione della Repubblica italiana), diede vita alla Regione Sicilia prima ancora della nascita della Repubblica.
le spillette che circolavano tra i separatisti
Ma non è questo ciò a cui volevi accennare. Quello che non tutti sanno è infatti che alla vigilia dello sbarco alleato (1943) in Sicilia si era costituito un Movimento per l'Indipendenza della Sicilia; un partito che vantava almeno 40.000 iscritti e altrettanti seguaci, che svolse una campagna per l'annessione dell'isola agli Stati Uniti d'America. Hai letto bene: l'isola sarebbe potuta diventare il 49º stato federale, in quanto all'epoca non era ancora avvenuta l'annessione di Alaska ed Hawaii. Si voleva creare uno stato siciliano - perché all'epoca aleggiava questo desiderio insostenibile di essere nazione indipendente padrona dei propri destini. Il movimento trovò all'epoca sostegno e alleanza con l'alta mafia agraria - che aiutò lo sbarco alleato nell'isola - e con le bande di Salvatore Giuliano ma, purtroppo, la cauta benevolenza degli americani.
Il resto, purtroppo, è la storia, che t'ha fatto tornare con i piedi per terra.

Pubblicato originariamente su fictionblog lì 13-giu-2011