giovedì 29 agosto 2013

Progetto Batman: Pinguino

Il Pinguino è uno dei villain che maggiormente stanno apparendo sui Nuovi 52. D'altronde è famosissimo sin dai tempi del Batman di Tim Burton - dov'era interpretato da un immenso Danny DeVito - perciò, tanto vale...
l'aspetto del Pinguino non è di fatto mai cambiato
Secondo la vecchia continuity,
Oswald Chesterfield Cobblepot è un ragazzo tozzo e panciuto, che per via del suo lungo naso aquilino, diventa lo scherno dei bulli della scuola. Cresciuto emarginato e senza amici, si affeziona agli uccelli (animali, peraltro, venduti nel negozio di famiglia) tanto da essere soprannominato "Pinguino". Come se il suo aspetto non fosse sufficiente, la madre è soffocante e, preoccupata per la sua salute, lo costringe a portare sempre con sé un ombrello anche nei giorni di sole (il padre di Oswald è infatti morto a causa di una forte polmonite causata da un improvviso acquazzone).
Ad un certo punto l'attività di famiglia fallisce e gli amati volatili vengono uccisi da una banda di teppisti. Il risentimento latente di Cobblepot esplode ed egli - ritrovatosi solo e senza soldi - decide di dedicarsi al furto (onde procurarsi il denaro necessario per sentirsi superiore a quelli che lo hanno ridicolizzato), facendo suo il soprannome che gli è sempre stato affibbiato: nasce così il 1° Pinguino, il ladro di opere d'arte in tuba, monocolo e frac, il cui ombrello diventa un'arma d'offesa (celando pugnali, armi automatiche, lanciafiamme... o peggio), mentre pupazzi raffiguranti un pinguino, lasciati sul luogo del crimine, diventano il suo segno distintivo. Gli uccelli saranno anche parte integrante dei suoi colpi: cormorani, kolibrì e struzzi addestrati o potenziati, saranno fondamentali nel saccheggiare le banche e uccidere i nemici.
Intanto, le morti di Carmine Falcone e di Sal Maroni, spalancano al Pinguino le porte dell'alta società malavitosa; così, dopo anni di attività Cobblepot apre, coi proventi dei suoi furti, un night club, l'Iceberg Lounge, con cui camuffa la sua nuova, losca attività: il contrabbando d'armi. Nasce così, ne Il trionfo del Pinguino, il 2° Pinguino, uno dei più potenti boss di Gotham City, abile faccendiere, scaltro traffichino, ed amante delle belle donne e degli abiti eleganti. A seguito degli avvenimenti di Giochi di guerra, Batman costringe il Pinguino a lasciare Gotham City. Ciò determina l'entrata in scena di altri boss, Maschera Nera e il Grande Squalo Bianco. Cobblepot, tuttavia, si consola divenendo il nuovo boss di Blüdhaven, la città vicina a Gotham, dove rileva l'impero di Blockbuster, assassinato da Tarantula.
Ne La notte del Pinguino, Cobblepot ritorna a Gotham e si finge un bravo imprenditore, apparentemente dedito solo agli affari (mentre, in realtà, i suoi locali diventano un vero e proprio "porto franco" nello scambio di informazioni riservate, scommesse estreme e scambi illegali). In questa veste, avendo lui una grande conoscenza del sottobosco criminale della città, diventa, suo malgrado, un utile informatore di Batman.
Le origini del Pinguino - talvolta rappresentato (come da Tim Sale) con un aspetto animalesco che tende a replicare quello burtoniano del cinema - vengono nobilitate in Gates of Gotham e post-Flashpoint, dove viene rivelato che i Cobblepot sono una delle famiglie più antiche e potenti di Gotham, e che il trisavolo di Oswald, Theodore Cobblepot, era stato sindaco della città e si era arricchito con le acciaierie.
Che dire del Pinguino? Che è un villain molto particolare in quanto è ben lungi dall'essere un uomo privo di senno, anzi, le sue caratteristiche principali, in un mondo di criminali in maschera, sono proprio l'essere realista, cinico e spietato. Ti senti di trascurare il Pinguino delle origini, vera e propria macchietta pre-Crisis che ha avuto strascichi fino agli Anni Novanta (consigli giusto giusto Strane apparizioni: Il pinguino malese), mentre per il Pinguino moderno non puoi non consigliare la lettura innanzitutto della bellissima mini di Gregg Hurwitz e Ethan Van Sciver Pinguino: Dolore e pregiudizio, e il noir Città spezzata di Brian Azzarello ed Eduardo Risso.

Progetto Batman: Cappellaio Matto

Sul #4 del neonato spillato Il Cavaliere Oscuro - testata minestrone che punta a raccattare, accanto a The Dark Knight e Batman and Robin tutte le briciole rimanenti del batverso - hai iniziato a leggere la nuova run di Gregg Hurwitz, stavolta coadiuvato ai disegni dai brillanti Szymon Kudranski ed Ethan Van Sciver, che ha per protagonista il Cappellaio Matto, nella sua nuova caratterizzazione molto dark.
Devi precisare che questo story arc fungerà anche da "origini" per il villain, 'ché il povero Cappellaio, pre-Flashpoint, non ha mai avuto una storia che ne raccontasse, in maniera decente, il passato!
la caratterizzazione attuale, molto dark
Jervis Tetch è un neuroscienziato che compie brillanti studi sul cervello umano, ed un genio della tecnologia. È anche un esperto ipnotista, ipnoterapeuta e mesmerista.
Ossessionato dal libro Alice nel Paese delle Meraviglie, e affetto da maniaco-depressione (che lo porta ad avere un'insana passione per i cappelli), Tetch assume l'identità del Cappellaio Matto ed utilizza le sue abilità per il crimine, creando dispositivi a microonde (perlopiù maschere, parrucche, cuffie e cappelli) che gli consentono di controllare la mente di chi le indossa.
Nella Leggenda: Follia, il Cappellaio Matto rapisce Barbara Gordon quando è ancora bambina, poiché vede in lei una folle somiglianza con la Alice del "Paese delle Meraviglie".
Nella famosa graphic novel Arkham Asylum, viene lasciato intendere che il Cappellaio Matto sia pedofilo e omosessuale. Effettivamente, in più occasioni, il Cappellaio rapisce ragazzine bionde, con l'intento di narcotizzarle con del té drogato, probabilmente per soddisfare gli spregevoli gusti suoi o dei suoi mandanti.
il cappellaio "Cappelliere"
Il Cappellaio Matto delle origini è un folle pronto a tutto per assecondare la sua voglia di delinquere. A seguito della crisi del fumetto americano determinata dal Comics Code, conosce (come tanti altri cattivi) un forte periodo di crisi: la caratterizzazione originale viene sostituita da una rappresentazione alta e baffuta, più goliardica, meno folle e priva di ogni riferimento al "Paese delle Meraviglie". Il personaggio viene recuperato con la sopravvenuta "gestione Schwartz", sicché nella storia di Gene Colan Il Cappellaio Matto... cacciatore di teste, viene spiegato che Tetch, durante la sua assenza, è stato effettivamente sostituito da un impostore, il Cappelliere.
Il Cappellaio Matto ha fatto parte della Banda delle Favole - un team di villain fissati con i libri di Lewis Carroll e composto, tra gli altri, da Tweedledum e Tweedledee, Tricheco e il Falegname, e dei Segreti Sei - un team di criminali uniti per contrastare la Società Segreta dei Supercriminali di Lex Luthor.
Post-Flashpoint, viene rivelata l'origine del fisico minuto e goffo, e della follia del Cappellaio: quando è ancora adolescente, i genitori di Jervis scoprono che i limiti fisici del figlio sono dovuti ad una carenza di testosterone, e lo sottopongono ad una cura sperimentale, che tuttavia provoca in lui alopecia, allucinazioni, aggressività, manie ossessive, paranoia ed alterazione permanente della stabilità mentale.
Personalmente non hai mai particolarmente apprezzato il Cappellaio Matto, sul quale tra l'altro, e nonostante sia uno dei villain più famosi del batverso, non vi sono grandi letture da recuperare; eccetto la prima citata Leggenda: Follia di Jeph Loeb e Tim Sale, e il nuovissimo arco narrativo Il Cavaliere Oscuro v2: Un tocco di follia che mette in mostra i suoi lati più oscuri e malvagi. Particolarissima è invece la graphic novel Attraverso lo specchio, scritta da Bruce Jones (sceneggiatore che adori) e disegnata da un ispiratissimo Sam Kieth: intrigante e stravagante mix di atmosfere ironiche e inquietanti, ma - ocio! - solo per palati sopraffini.

martedì 27 agosto 2013

"Prometheus" e "Arkham rinato". Commento

Ierisera (su SKY Cinema), hai finalmente visto il discusso prequel di Alien ad opera di Sua Maestà Ridley Scott: Prometheus.
Alla buon'ora.
Che non sapevi se vederlo o meno, visto che in Rete hai letto "tutto" e il "contrario di tutto" sul film: da "porcata" a "troppo confuso" a "occasione mancata".
Di per sé devi ammettere che solo alla fine hai avuto chiaro in che termini esso si pone come prologo della saga di Alien perché, nonostante l'architettura delle astronavi aliene e la presenza ricorrente degli Ingegneri, e i parassiti che fanno cucù dal torace (facendo dunque intendere che si tratta dello stesso universo narrativo),
Ocio: contiene spoiler
L'avete voluto!
solo nella scena finale si vede la forma primordiale di un alien (probabilmente una futura Regina) fuoriuscire dal suo ospite.

Prequel di Alien, allora. Per quanto la prima parte del film è identica a quella della pellicola originale di Scott del 1979:
- un'astronave alla ricerca di un pianeta ignoto, in viaggio verso uno dei più oscuri angoli dell'universo,
- l'equipaggio che si risveglia dal sonno criogenico e che intraprende l'esplorazione di una struttura aliena sconosciuta, dove ti trova forme di vita biologiche che era meglio lasciar sopite!
- decapitazioni robotiche, e una novella Ripley che alla fine sarà l'unico umano rimasto in vita.
Poi chiaramente succede dell'altro, ma il film è parecchio telefonato, nel senso che il canovaccio ricalca pedissequamente i precedenti film di Scott.
Nel 2089, i ricercatori Shaw e Holloway scoprono degli antichissimi graffiti in una grotta in Scozia. Vi sono raffigurate alcune creature umanoidi che indicano una costellazione: per i due è un chiaro indizio sull'origine della razza umana (evidentemente creata da questi titani). Quattro anni più tardi Shaw e Holloway si risvegliano sul Prometheus, l'astronave avente la missione di raggiungere la Luna LV-223, unico pianeta abitabile della suddetta costellazione.
La pellicola, tuttosommato, non è malaccio.
Certo, c'erano i presupposti per una sinfonia spaziale di proporzioni epiche, ma così non è stato: la pellicola, a livello visivo potentissima, si riduce solo ad un mediocre blockbusterone, nonostante la grandiosità delle ambizioni e la quantità di misteri e intrecci che mette in scena. Il successo riscosso comunque pare sia stato sufficiente a garantirne un seguito, atteso per il 2015.
Epperò, ti è piaciuta, anche perché ti ha permesso di comprendere finalmente l'origine degli Alien. Perché il pongo nero che si vede in Prometheus, una volta ingerito, genera un parassita che, passando da ospite ad ospite, muta, fino a dar vita, nel finale, alla prima forma grezza degli alien. Scott ti ha inoltre chiaramente fatto intendere che gli alien erano effettivamente il risultato finale di un'arma biologica create dagli Ingegneri e destinata alla Terra.
Consigliato dunque a tutti i fanatici della saga fantahorror. 'ché Alien: La clonazione e i due Alien vs. Predator non erano mica davvero-davvero dei film di Alien, no?
Voto: ★★★★★

Nel frattempo hai letto Batman: Arkham rinato, corposo TP Planeta (200 pagg) contenente due archi narrativi che, a parte il medesimo ecceziunale scrittore (David Hine), non hanno niente a che vedere l'un con l'altro.
Innanzitutto c'è una miniserie - che dà titolo all'albo - dedicata al Manicomio criminale più famoso dei fumetti (consacrato a suo tempo da Grant Morrison e Dave McKeane in una famosa graphic novel), ricostruito e rinnovato per l'occasione.
Molto bella, sebbene ci sia pochissima azione e ancor meno Batman. Di fatto, parallelelalmente alla crescente violenza legata alla triste vicenda dell'Uomo in Cenci, sei stato trascinato in un viaggio nella mente malata del Dott. Jeremiah Arkham che, col passare del tempo, si è lasciato evidentemente tentare egli stesso da quella follia che ha sempre cercato invano di curare.

Segue il primo arco narrativo di Detective Comics post-Battaglia per il Mantello, Impostori, disegnato da un sempre bravissimo Scott McDaniel. Lo stile confuso di McDaniel riesce a ben rappresentare il caos delle baruffe tra jokerz e batfanz (sì, è proprio la storia che ha ispirato il videogiuoco Gotham City Impostors), che metteranno a ferro & fuoco Gotham. In una giostra di omaggi al Batman cinematografico e alla cultura moderna (v. il fenomeno dei flash mob), e un richiamo alla storia medievale con la Fiera londinese di San Bartolomeo, la mitologia del Cavaliere Oscuro si arricchisce di un nuovo psicopatico: Winslow Heath, il Joker Impostore.
Botte da orbi
Così come ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan avevi visto dei batmen raffazzonati che, con costumi cuciti in casa e fucili in pugno, tentavano di mantenere la sicurezza nelle strade, ma che ben presto si son dovuti scontrare contro il "vero caos" del Joker, impersonato dal compianto Heath Ledger (non è un caso l'uso dello stesso nome per il villain del fumetto), qui Hine ti sbatte in faccia i deleteri effetti che figure come Batman e Joker possono provocare sulla gente comune, e come quello dell'Uomo Pipistrello possa diventare un esempio sbagliato, in quanto è molto facile varcare la sottile linea che separa la giustizia dalla vendetta e dal vigilantismo senza freni.

L'unico elemento strano di tutto il vol. di David Hine, è che Batman dovrebbe essere Dick Grayson, eppure sembra Bruce Wayne... ma si tratta comunque di una questione puramente tecnica che non ti ha rovinato assolutamente la lettura.
Voto: ★★★★★

domenica 25 agosto 2013

Tornando da Ragusa

Non ci credevi davvero, quasi nemmeno quando l'hai visto coi tuoi occhi.
Perché, dopo una settimana di pausa di ritorno da Gambàri(e), sei partito con la mogliera e la Kira per passare un inizio settimana nel ragusano.
L'idea era infatti quella di fare un "pellegrinaggio sulle orme di Montalbano", la nota fiction televisiva poliziesca interpretata da Luca Zingaretti, basata sui romanzi di Andrea Camilleri, tradotti con successo anche all'estero.
Non ci credevi di trovare tra le immense campagne di quella che è definita la "Sicilia più autentica", al di là di Catania, tra la Val di Noto e Agrigento, tra le centinaia di palazzi e chiese barocche, tra un millefoglie di melanzane, 'na pasta chi sardi e 'na pasta ca' norma, un'arancìna e 'na granita, un centro urbano moderno.
'ché ti pensavi con convinzione che Ragusa fosse come quella che si vede nella ripresa aerea della serie televisiva: quattro casazze arroccate sul cocuzzolo d'una montagna.
E invece:
abbandonata l'autostrada ME-CT per imboccare la Statale Ragusana, e superate le immense campagne, tutte rigorosamente delimitate dai tradizionali muretti a secco - che ti sembrava di essere in Australia o nel Midwest americano (tanto che t'aspettavi di vedere prima o poi qualche pompa di benzina o un motel... ma la tua attesa è stata tristemente delusa) - ti sei ritrovato in una città modernissima, pulitissima, organizzatissima, che t'è sembrato di essere tornato in Toscana (dove, per la cronaca, c'hai fatto il viaggio di nozze).

Che poi la location di Montalbano c'è: Ragusa Ibla, la città vecchia,
perlopiù sdirupata e scarsamente abitata, ma very very characteristic
Porca pupazza! strade ampie e marciapiedi ancora più larghi, incroci delimitati sempre e solo da rotatorie, due mega centri commerciali, tanto verde ben curato e parchi pubblici, senso civico e della convivenza civile, raccolta differenziata e dei rifiuti porta-a-porta, rispetto per il turista e prezzi normali!
Ti sei chiesto, ma "onde stai?"
Davvero: non ci credevi e per tutto il viaggio hai assaporato più d'una volta l'autentica tristezza. Perché sapevi cosa ritrovavi una volta rientrato a casa, e ti chiedevi: "Perché qua, tra questi aristocratici della Sicilia, funziona? Cosa puoi fare tu da solo per cambiare la testazza dei messinesi e dei riggitani?" Gniente.

Aveva ragione Giuseppe Tomasi di Lampedusa quando scrisse, nel suo capolavoro Il Gattopardo, ambientato tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento tra Marsala e Donnafugata: "Noi fummo i gattopardi, i leoni. Chi ci sostituirà saranno gli sciacalli, le iene e le pecore".
Veru è!
Tanto nella Sicilia settentrionale e in Calabria son tutti felici così: le città sono sporche e le strade dissestate, eppure si continua a lanciare la spazzatura dai finestrini delle macchine o ad abbandonare lavatrici per strada? e chi ci faci, pari chi è a to casa!
Non esistono parchi dove portare i bambini e il cane, né piste ciclabili? chi ti 'nda futti, avimu u Corsu e a Via Marina. Facimundi 'na passiata!
Le vetture sono regolarmente posteggiate sul marciapiede, in doppia fila, o transitano contromano o direttamente sulle aree pedonali? futtatindi, non ci su i vigili!
Nonostante tutto, si continuano a votare coloro che hanno già abusato, sfruttato e mangiato abbondantemente? vota a chisti, ndi fannu favuri!
Messina, Reggio Calabria e compagnia bella: le città dell'apparire. Dove in pochi hanno il lavoro ma a nessuno manca il macchinone o lo smartfone. Città turistiche senza servizi, con spiagge abbandonate a loro stesse, e dove tutte le attività ad agosto vanno in ferie. E tu fatti i cazzi toi!
Ma torniamo on topic, 'ché poi hai voluto approfondire e su Uikipedìa hai trovato che:
"Ragusa è la città più agiata del Mezzogiorno d'Italia" ('sti cazzi!) "è fra i venti comuni più sicuri d'Italia" ('sti cazzi!) "risulta prima in Sicilia per efficienza degli Uffici Prefettizi e per minor debito accumulato dai Comuni. Presenta il minor tasso di disoccupazione della Sicilia, con una forbice fra classi agiate e classi povere fra le più basse del Meridione. Risulta quarta in Italia per minor numero di truffe e sesta per minor numero di fallimenti" ('sti cazzi!) "Da molti osservatori il ragusano è stato definito il nuovo sud-est, evidenziandone lo stato florido dell'economia locale e definendo il cd. Modello Ragusa come economia vincente da seguire (altro che quel fallimentare del Modello Reggio Scopellitiano!). Il ragusano è l'area più ricca della Sicilia. I livelli occupazionali e il reddito medio pro-capite sono fra i più elevati dell'Italia meridionale. Ragusa da sola produce l'8% del PIL siciliano (ossia lo 0,5% del PIL nazionale), e partecipa al turismo regionale per circa il 10%, detenendo altresì la permanenza media più elevata tra le province siciliane, infatti è attestata a una media di 4,2 gg per turista. Inoltre le spetta il primato regionale per l'indice d'imprenditorialità con una media di circa 59,7 unità locali d'imprese ogni mille abitanti" ('sti cazzi!) "Ragusa detiene il primato nazionale per quanto riguarda la produzione agricola lorda vendibile, e da sola produce più del 20% del reddito agricolo siciliano, il 60% della produzione lattiero-casearia regionale, e il 65% della produzione di carni bovine, ed è la prima in Italia per esportazioni di merci derivanti dall'agricoltura biologica" ('sti cazzi!) "La zona industriale della città è fra le più grandi del Mezzogiorno, ed è in rapida espansione. Oggi Ragusa si presenta come una città dinamica e benestante: è sede di numerose aziende ed enti ed è inoltre il più importante polo finanziario del Meridione per la presenza della Banca Popolare di Ragusa che è la quarta banca popolare italiana. Economia, lavoro, contesto sociale, finanza, fisco e trasferimenti pongono il ragusano ai livelli di province del Nord Italia" ('sti cazzi!) "tanto da essere chiamata la Provincia Padana del Sud, l'Altra Sicilia, l'Isola nell'Isola; e questo grazie alla sua storia e ad un certo isolamento che hanno comportato un contesto socio-economico molto diverso dal resto dell'isola, tanto da non far riscontrare veri fenomeni di criminalità organizzata (leggi: la Mafia esiste ma non si vede, e comunque ha chiaramente a cuore lo sviluppo del territorio)".
Con la tua fida C1 (benedetta lei: 800 km con un pieno!) hai gironzolato la provincia, tra Modica, Scicli, Punta Secca, Donnafugata, Noto (che poi è in provincia di Siracusa), ecc... Fortuna che con te c'erano SIRI e Mappe, altrimenti rischiavi di andare 'affanculo più d'una volta: sebbene occasionalmente l'iPad s'intestardiva che dovevi attraversare un'area pedonale o bypassare un vicolo cieco!
Quindi: civiltà & pulizia; ottima cucina (ma d'altronde sei in Sicilia! dai cazzooooo), bellezze paesaggistiche e architettoniche da lasciare senza fiato (non per niente tutta la zona è dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, ma il photobook qui no, se vuoi te lo cerchi sul facebook di tua moglie), e recensioni a go go su TripAdvisor fino al rientro (venerdì mattina, giusto in tempo per il pranzo e per ritirare Batman: Arkham rinato alla posta)!

Voi Tre, sempre insieme!
Poi c'è stata anche la soddisfazione che al Centro Commerciale Ibleo hai accattato - pure 2 gg prima dell'uscita ufficiale - Splinter Cell: Blacklist per XBOX 360, con sentitissimo & appassionato pernacchio al commesso del GameStop di quel di Peggio Calabria (C.so Garibaldi 62), che ti disse "non lo giocherai mai senza prenotazione, e comunque mai col doppiaggio in italiano". E dal quale sei tornato al rientro per prenderlo a male parole e sputtanarlo per la sua incompetenza. Sooca!
Un plauso anche alla splendida abbuffata al ristorante giapponese Toshi (benedetto lui!) dove, per un errore della cameriera giapponesa (poretta), hai praticamente mangiato pesce crudo per 90 e passa euri ma ne hai pagato meno di 50.
E ci torneresti pure. Sakeeee!

giovedì 15 agosto 2013

Spada nella Tempesta. Commento

Ieri notte hai finito di leggere Spada nella Tempesta di David Gemmell. Quella Spada nella Tempesta che leggevi lassù, a Gambàri(e).
Gemmell fa parte di quella schiera di autori fantasy fin troppo sottovalutati da quei lettori "bamboccioni" che sono più alla ricerca dell'ultimo bestseller pluripremiato che di un autentico capolavoro drammatico. Perché Gemmell non ha mai vinto grandi premi letterari; ciononostante molti dei suoi lavori rientrano a pieno titolo tra i migliori lavori del fantasy moderno, accanto ai più blasonati libri di Ciccio Martin: grandioso nella trama, ricca di colpi di scena e arricchita da battaglie cruente, splendidamente descritte dal punto di vista tattico e militare, Spada nella Tempesta è il 1° libro della Saga dei Rigante, ma è apprezzabilissimo anche come storia a sé.
Per inciso, e ad uso e consumo di chi è convinto che tutto il fantasy si riduca a storie ambientate in un medioevo fantastico popolato da creature magiche provenienti specie dal pantheon nordico: il fantasy gemmelliano è di tipo storico; elimina le creature magiche a favore di una più vivida rappresentazione della realtà narrata. Nei libri di Gemmell non hai mai letto di nani, troll, elfi o hobbit, né di stregoni o maghi onnipotenti. Né di una chiara e netta separatezza tra "Bene & Male", che piuttosto tendono a confondersi. Hai notato come Gemmell si discosti dai canoni tolkeniani, riportando il fantasy all'interno di una dimensione più umana. I suoi eroi, di stampo howardiano, non sono candidi e puri, ma presentano connotazioni oscure e si lasciano trascinare dai loro dubbi e dalle corruzioni (evvai!).
In una Europa parallela, al tempo dell'antica Roma in espansione (qui chiamata Impero di Stone), nelle fertili terre dei Rigante (nella finzione narrativa, tra le vecchie Highlands scozzesi) si trova il villaggio dei Tre Torrenti abitato da un popolo che onora gli spiriti della Terra e gli dèi dell'Acqua e dell'Aria. Fra loro vive un ragazzo, Connavar detto Spada nella Tempesta, marchiato dalla morte del padre. Il giovane guerriero è destinato alla grandezza e alla gloria come alla dannazione, ma dovrà affrontare numerosi nemici, a cominciare da sé stesso e dalle proprie paure, fino all'invincibile esercito di Stone, che un giorno, dopo la conquista dei popoli continentali, attraverserà le acque minacciando di cancellare per sempre i Rigante dalla storia.
Degno erede degli eroi howardiani, Connovar è violento, collerico, possente e feroce. In poche parole: "un vero masculo"! Il romanzo si sviluppa lungo un periodo di quasi vent'anni: hai visto Connovar crescere e diventare una leggenda; viaggiare e combattere tra gli Stone; tornare tra i Rigante e diventare il nuovo Padrone delle Terre. Ti sei entusiasmato per le sue gesta, arrabbiato per le sue scelte, angosciato con lui per i suoi drammi.
Spada nella Tempesta è il tipico romanzo gemmelliano (leggi sopra). La capacità di questo scrittore nel riuscire a pennellare un'intero mondo, con l'epico gusto di un'intera saga, in un solo libro è notevole! Laddove autori come Ciccio Martin o Terry Goodkind abbisognano di ventordicimila tomi, Gemmell (pace all'anima sua) ci riesce in meno di 500 pagg!
Per Questi Motivi,
ti senti di consigliare i suoi libri tanto agli amanti del fantasy che a quelli del romanzo storico-avventuroso.
Ocio però, che il confronto con gli Stone non lo hai mai potuto leggere, visto che la storia "prosegue" in Falco di Mezzanotte, il 2° libro della Saga, con Flagello, il figlio illegittimo di Connovar (la cui lettura non t'è però necessaria per la comprensione delle vicende di Connovar).

Spada nella Tempesta
di David Gemmell
ed. Fanucci, B, 470 pagg, col, € 8,90
Voto: ★★★★

lunedì 12 agosto 2013

Scendendo da Gambàri(e): "Gli occhi nel buio" e "Dante's Inferno". Commento

Aahhh, agosto... il mese delle "Amate & Odiate ferie Inc.".
Odiate in quanto, dopo appena una settimana che stai a casa, hai già voglia di rientrare! Non perché sei uno stakanovista, ma perché non ce la fai proprio a stare un mese filato in vacanza (forzata, visto che c'è zero scelta da parte tua, lavoratore!).
Che innanzitutto cominci ad acquistare fumetti e videogiuochi per passarti il tempo... eppoi fà caldo. E tu odi il caldo.
Poi c'è stata questa tre-giorni in quel di Gambàri(e) sull'Aspromonte, col campo-scuola dell'ACR del quale tua moglie, purtroppamente per te, fa parte. E allora ti tocca: o seguirla, o starti tutto il fine-settimana da solo. E allora hai preferito sciropparti il campo montano.
Il fatto è che a te la montagna piace pure: pace e aria pulita (nonostante i ripetitori telefonici e RAI da Tremila-MSC); passeggiate e percorsi gastronomici locali... ma non quando sei circondato da 30 regazzini e giovini rumorosissimi dall'alba al tramonto (e l'ultima notte anche dal tramonto all'alba!)... quando non puoi far uso della tua mogliera neanche per una passeggiata (che deve stare coi regazzini)... quando le porzioni di pranzo e cena sono spessissimamente infinitesimali (perché non capiscono che TE NON SEI un regazzino!)... quando per tutta la permanenza hai sofferto - per la prima volta nella tua vita - di mal-di-montagna!
Leggi da Uikipedìa,
mal-di-montagna: condizione patologica causata dal mancato adattamento dell'organismo alle grandi altitudini, in particolare dovuta alla più bassa pressione atmosferica e alla ridotta presenza di ossigeno nell'organismo. La cefalea è solitamente il primo sintomo del malessere (vero: tre-giorni di emicrania tremenda!), che si associa ad uno o più dei seguenti sintomi: perdita di appetito (quello mai, ringraziando il Sacro Cuore di Gesù), nausea o vomito, fatica o astenia, vertigini o senso di stordimento (minchia s'è vero!), insonnia (none), irritabilità (quella però ce l'hai sempre avuta).
Ad ogni modo, per spassarti il tempo hai portato con te un libro - Spada nella tempesta di David Gemmell, che non sei riuscito a finire - e un bonellide: Gli occhi e il buio di Gigi Simeoni.
Gli occhi e il buio (o come disse il fumettaro, Gli occhi di bue), è un thriller psicologico goticheggiante ambientato nella Milano della belle époque.
Una serie di efferati delitti sconvolge la città. L'indagine viene affidata al Commissario delle Guardie di Città Matteo De Vitalis, convinto fautore del "metodo scientifico" (nato proprio in Italia nel 1902 e poi apprezzato e diffusosi in tutto il mondo), che forma una "squadra antimostro" decisa a tutto pur di fermare il pericolosissimo Fante di Cuori.
Gigi Simeoni - qui in veste di artista completo (leggi: scrittore e disegnatore) - racconta e raffigura la storia di un pittore, inizialmente inetto, che pur di ritrovare la propria ispirazione derivata dalle misteriose luci intraviste negli occhi della fidanzata morente, cade nel vortice del delitto in una radicale ricerca dell'estetica. Un'ossessione che lo trascina contemporaneamente nei meandri dell'arte astratta e in quelli della perversione per la morte.
Il Romanzo Grafico t'è piaciuto parecchio: a tratti richiama alla memoria il From Hell di Alan Moore (d'altronde è evidente il riferimento a Jack lo Squartatore), e la ricostruzione storica è molto buona. Unica mancanza: il mistero vero e proprio, visto che l'identità del serial killer è nota fin dall'inizio. Di fatto il lettore segue le vicende dell'assassino da un lato, e le indagini della guardia dall'altro, in un'ottica che non lo lascia di certo nel dubbio su chi sia il Fante di Cuori.
Consigliatissimo. Specie ora che è uscito il seguito Amore nero (che non è una storia d'amore interraziale :).
Gli occhi e il buio
di Gigi Simeoni
ed. Bonelli, B, 304 pagg, col, € 9,50
Voto: ★★★★★

Al rientro ti sei buttato su Dante's Inferno (il videogiuoco per XBOX 360, non la Iª cantica della Divina Commedia di Dante Alighieri). C'hai messo tre mesi almeno per trovare un rivenditore che avesse Dante's Inferno (+ Assassin's Creed II) nuovi, PAL italiani, non ClassicGOTYE!
Eh, le fissazioni sono delle brutte bestie, ce lo sai!
Aahhh, il Girone dei lussuriosi!
Dante's Inferno è un frenetico hard action game sviluppato da Visceral Games (per Electronic Arts, che ormai son secoli che non sviluppa in proprio), che dire che "strizza l'occhio a God of War (per gameplay ed atmosfera)" è poco.
In soldoni: est un frenetico pigiatasti dove devi solo sfasciare di corpa tutto quello che ti si piazza davanti, senza usare minimamente la materia grigia.
Molto liberamente ispirato all'Inferno del Sommo Poeta fiorentino, lo hai accattato sulla scia di Castlevania: Lords of shadow e Darksiders, che ti erano piaciuti davvero un bel po'. Il protagonista della vicenda è Dante, un tamarrissimo cavaliere crociato munito di potentissime armi (una di queste è la falce strappata alla Morte in persona) e una croce di stoffa rossa cucita sul petto (!), che parla orrendamente in versi: un Dante quindi molto diverso da quello che hai conosciuto a scuola. Tornato a casa dopo aver affrontato le sanguinose Crociate (durante le quali, sotto la protezione della Chiesa, si è divertito un bel po' stuprando, saccheggiando e uccidendo), costui trova il padre Alighiero e Beatrice, l'amata troiona donna pronto a sposare, brutalmente assassinati. L'eroe si ritrova così a intraprendere un pericoloso viaggio che lo condurrà attraverso i nove spaventosi gironi infernali alla ricerca dello spirito di Beatrice, trascinato nell'Ade da Satana!
La trama non è per nulla originale, ma - nonostante il gioco non sia un capolavoro e non brilli di luce propria per la grafica, decisamente modesta - è innegabile il grande fascino che trasmette: gli Inferi sono rappresentati in maniera egregia e se esistono davvero, o sono accussì o c'assomigliano parecchio. Il disegnatore (il pluripremiato artista Wayne Barlowe, già creatur designer in Babylon 5, Avatar, Hellboy, Pacific Rim, John Carter di Marte... e non sai cos'altro) è stato capace di tratteggiare con disturbante genialità i vari cerchi, proponendo per ognuno di essi un look e una geografia unica (pareti organiche piene di denti e interiora in quello dei golosi, organi genitali in quello dei lussuriosi, oro fuso bollente per gli avari, ecc...). Così come funzionalissimo è il character designi usato per i dannati che li popolano (neonati per i non-battezzati, lascive tentatrici, obesi abomini, ecc...) e gli imponenti boss di fine livello; e il sonoro, coi suoi rauchi brontolii e le urla estranianti. L'originale design è senza ombra di dubbio la principale molla che ti spinge a proseguire, facendo leva sulla curiosità di te, videogiochista, verso le successive "visioni infernali". Cotanta curiosità ti ha pure spinto a scaricarti il cortissimo e bruttissimo DLC Selva oscura, osceno prologo a pagamento dove le tre Bestie sono declassate a miserrime statue!
Certo, un po' specie ti fanno i protagonisti e i guardiani (di un videogiuoco, NdR) quando parlano in versi avvalendosi delle terzine dantesche: la violenza fatta al poema per il puro sollazzo è infatti evidente... ma tant'è, e chissené!
In conclusione, un bel viaggio (poco longevo) stile vecchia scuola, nelle viscere del male, per nulla innovatore ma ben più geniale di molti dei suoi fratelli visivamente più affascinanti.
Dante's Inferno
di Electronic Arts, Visceral Games
DVD, multipiattaforma, € 29,99 (ed. Classic)
Voto: ★★★★★