venerdì 19 marzo 2021

Zack Snyder's Justice League. Commento

Finalmente [e lacrime napulitane a go go furono].
Dopo 1.227gg [pari a tre anni e quattro mesi ca] da quando hai visto quella porcheria spaccona di Joss Whedon,
un tam tam mediatico distribuito praticamente ovunque (web, Twitter, Vero, Facebook, convention, raccolte fondi, petizioni, etcetera etcetera) via hashtag #ReleaseTheSnyderCut, divenuto rapidamente virale,
il taglio di Zack Snyder della Justice League, ovvero il film come il regista l'aveva inteso (e qualcosa in più, per la verità), è finalmente tra noi!
Un film epico, maturo, autoriale. Un blockbuster che, nel bene e nel male, anche con i suoi difetti, piaccia o meno Snyder, ha una propria identità ben definita. Oltre ad un'aura mitologica. Eh, sì, perché in tre anni e passa, il carico di aspettative che questo montaggio si è portato appresso era enorme. Semplicemente enorme. Foto e clip rubate, dichiarazioni di attori, stuntmen, bozzettisti e fotografi, speculazioni e desideri dei fan... mentre - al contempo - produttori e Studios, blog, giornalisti e detrattori vari, hanno costantemente negato l'esistenza di una Director's cut.
Una pellicola che, con la durata di un kolossal biblico e la divisione in capitoli di un film di Tarantino, è più che una rivincita per Snyder. È intrattenimento grandioso, agile e immersivo. È un'esperienza che, unitamente a Man of Steel e Batman v Superman, da sola vale metà di tutto il Marvel Cinematic Universe. Quattro ore che trasudano passione, che puntano in alto e che rendono giustizia al pantheon DC Comics, dove il nichilista [l'Uomo geniale, l'über-Batman] ritrova la sua umanità, la saggia [l'immortale Donna Meraviglia, la Dea Purga] ritrova amore e fiducia, e lo scettico [l'Oltreuomo Superman, il buon Dio alieno "straniero in terra straniera"] ritrova la consapevolezza di quello che è e di quello che rappresenta. Quattro ore che mostrano tutte le potenzialità del genere: dramma, pathos, azione, giustizia, eroismo, epica, coerenza. Quattro ore spudoratamente e felicemente snyderiane, che meritano tutta la presunzione del regista.
Zack Snyder's Justice League è l'ultimo magniloquente tassello di una nuova trilogia post-moderna che - ne sei sicuro - diverrà ben presto classica (dopo Guerre Stellari e Il Signore degli Anelli) e della quale si parlerà ancora per molto, molto, molto tempo. Quantomeno per l'unicum che rappresenta [un film terminato ma rilasciato in sala in una forma alterata per mano di un regista dalla visione diametralmente opposta, richiesto a gran voce nella sua versione originale dai fan, rifinanziato e ripreso anni dopo con cast riunito, per essere rilasciato, nel suo taglio originale, su altri canali].

Il film, inutile dirlo, di base è aderente alla theatricul cut (dunque, Bruce Wayne, determinato a non rendere vano il sacrificio di Superman, unisce le forze con Diana Prince per reclutare una squadra di metaumani - Aquaman, Flash e Cyborg - con cui proteggere il pianeta da una minaccia aliena in avvicinamento di proporzioni catastrofiche), ma è stavolta completo, con un proprio senso, con più spazio per i singoli eroi. Un film migliore, insomma. La durata, il tono, la messa in scena, i dialoghi, le connessioni, il montaggio, la colonna sonora, il color grading: tutto è lontano da quell'erroraccio di tre anni fa. Quello che succede, in soldoni, l'abbiamo già visto. Come succede, invece, è qualcosa di differente. E cambia tutto.

Se Zack Snyder's Justice League sarà davvero l'ultima pellicola dello Snyderverse, solo gli incassi e Warner & HBO potranno dirlo, ma per Cavill, Affleck e Fisher sarà sicuramente un'uscita gloriosa e soddisfacente. Ricordi infatti che Superman verrà resettato da J.J. Abrams, Affleck ha appeso il cappuccio al chiodo a favore di Robert Pattinson, e Ray Fisher è stato rimosso da Flashpoint come ritorsione per le sue accuse rivolte a mamma Warner, che hanno provocato un'indagine interna per i comportamenti abusivi sul set di Whedon.


La tanto agognata Snyder Cut è una lettera d'amore ai fan e alla figlia Autumn, morta suicida, ma anche una dichiarazione d'orgoglio e d'intenti, un "ve lo avevo detto io che il mio progetto era magnifico!". Un film che se fosse arrivato in questa forma nelle sale cinematografiche nel 2017, avrebbe spostato la bilancia un pochino meno verso Kevin Feige, e noialtri avremmo avuto quel DCEU che meritavamo, col suo sequel tutto ambientato nella timeline knightmare.

In una botta di sincerità, ti senti di dire però che,
Zack Snyder's Justice League magari non è il cinefumetto che i fan stavano aspettando, "ma quello che meritano",
manca di quel simbolismo e di quei parallelismi visti in Batman v Superman e a te tanto cari, ci sono due o tre cose che, vista la theatricul cut e sentite le indiscrezioni, eri convinto di ritrovare anche qua e invece meh!
ma alla fine le lamentele, tue comprese, sono solo stronzate da fanboy,
e il film rimane un enorme "SÌ", tant'è che appena finito ti ha lasciato l'amaro in bocca perché ne volevi ancora. D'altronde è stato concepito come Parte Prima e rimanda chiaramente ad un Justice League Part II e al The Batman di e con Affleck [che forse non vedremo mai, sigh!],
oltre alla piacevole e sempre più rara sensazione di aver visto un pezzo d'arte cinematografica che dimostra come "la visione del regista è sacra" e spesso migliore di quella voluta da produttori e Studios.