mercoledì 31 dicembre 2014

Galaxy Quest. Commento

Hai appena finito di vedere Galaxy Quest, film del 1999 scoperto durante la tua ricerca di cult movie di cui dicevi qualche giorno fa.
E mo' a caldo ti viene molto facile giudicarlo più che positivamente.
Perché il film s'è rivelato una gustosissima sorpresa, una parodia ma anche un enorme e affezionato tributo a quello che è Star Trek, lo show e il fandom che gli gira attorno.
Nella finzione del film, Galaxy Quest è una vecchia serie televisiva di fantascienza andata in onda tra il 1978 e il 1982, che ha generato un seguito affezionato di entusiasti - i cd. "questisti" - che seguono i propri beniamini anche 18 anni dopo la sospensione del programma. I protagonisti del vecchio cast si barcamenano come possono tra inaugurazioni di centri commerciali di periferia e convention di fan. La routine degli attori viene stravolta dai termiani, un popolo extraterrestre tecnologicamente avanzato ma privo del concetto di "finzione narrativa": costoro, infatti, prendono per vera la finzione e, convinti che gli episodi dello show siano in realtà veri documenti storici, chiedono una mano agli attori dell'NSEA Protector per negoziare con il feroce e sanguinario Sarris. Ne viene fuori una spassosissima commedia di fantascienza.
Nel cast una Sigourney Weaver stranamente femminile, e Alan Rickman, il Renato Zero di Harry Potter, qui in veste dell'Ufficiale scientifico alieno/attore shakespeariano inglese (superdoppia citazione trek)!
'nzomma, una piccola chicca per ogni trekker che si rispetti, e più in generale, per ogni nerd degno di definirsi tale.


domenica 28 dicembre 2014

Christopher Lambert e qualcheduno dei suoi film

Di inevitabile era inevitabile.
Dopo Highlander, non sai spiegarti come, t'ha preso la scimmia per Christopher Lambert. Altro attore "Anni 80" caduto nella disgrazia dei film di serie B.
Tra i miti della tua adolescenza - praticamente solo per la sua interpretazione dell'highlander, Lambert, dopo aver cavalcato la cresta dell'onda e raggiunto un picco di notorietà, si è perso in una lunga serie di film sinceramente dimenticabili - alcuni dei quali neanche usciti dai confini francesi - e di relazioni amorose (Diane Lane, Alba Parietti e Sophie Marceau... chiamalo scemo!).
Peccato. Anche perché così facendo non è mai riuscito a sciogliere completamente quel dubbio che ha sempre caratterizzato la sua carriera: sapeva davvero recitare?
Ierisera hai visto quella mediocrità di 2013: La fortezza, film fantascienzo ambientato in una superprigione del 2017 (il titolo italico - come al solito - c'azzeccava un cazzo!). Greystoke: La leggenda di Tarzan, l'altra sua grande performance, l'avevi visto di recente. Mortal Kombat invece lo lasci stare che non conta, 'ché Rayden era pocopiù che una particina e il film era pure brutto. Quindi a chi tocca prossimamente?
Il siciliano, nel quale il nostro interpretò il bandito siciliano Salvatore Giuliano,
Nirvana, film fantascienzo italico di Gabriele Salvatores,
Duello tra i ghiacci e
Subway, produzione francese del talentuosissimo Luc Besson, per il quale Lambert vinse un Premio César come miglior attore... per quanto ne sai, l'unico premio della sua carriera.

venerdì 26 dicembre 2014

Maratona Highlander

Hai passato il pomeriggio della vigilia, la mattinata e la sera del dì di Natale in una full immersion con Highlander.

Ovviamente hai iniziato proprio con lui, il cult movie con Christopher Lambert e Sean Connery. Il primo, l'inimitabile, il gioiellino del 1986 col kurgan e la [splendida] musica dei Queen. Spettaculoso. E ti vergogni di averci il DivX, perciò giurì che quantoprima accatti il DVD. Minimo.
È incredibile come, con un solo film, in meno di due ore, siano riusciti a creare un'intera mitologia, a far credere davvero allo spettatore che Connor MacLeod sia vissuto 400 e pass'anni, e a porre un velo di leggenda, mistero e romanticismo attorno alla figura degli immortali. Peccato che coi millemila seguiti (il telefilm, 4 film, un cartone, un OAV, un fumetto e un'avventura grafica), siano riusciti nell'intento di buttare nel cesso buona parte dell'atmosfera della prima inarrivabile pellicola che - diciamocelo! - di seguiti non c'aveva proprio bisogno, 'ché narrava una storia dipersé perfettamente compiuta.
Ma, oh!, volevi verificare di persona quanto schifo facesse il resto.
Invero conoscevi già il telefilm con l'altro MacLeod (Duncan, quello vestito come il Fiorello del Karaoke) interpretato da Adrian Paul. Sorta di spin-off che funzionò per 6 stagioni perché, affettivamente, non contraddiceva il film di Gregory Widen, e che seguisti di tanto in tanto in seconda serata su Rete4.
Così ti sei visto (o rivisto? boh, non rammenti) anche il pilota che crea un collegamento verosimile e funzionante tra film e serie TV. Tantopiù che compare anche Lambert, mentore di Adrian Paul come fu per lui Sean Connery.
Poi è stato il turno di Highlander: Dimensione finale. Il 3° film, ambientato 8 anni dopo il 1° film. Che, oh! non hai ritenuto malaccio. E che, oh! funge. Sì!
Vero che per motivare un seguito si son dovuti inventare che Connor credeva di essere rimasto l'ultimo immortale ma in realtà ce n'era un altro - un guerriero mongolo - rimasto seppellito vivo in una grotta per oltre 400 anni e liberato da scavi archeologici. Vero pure che per tirarci fuori qualcosa di guardabile hanno dovuto riciclare tante (troppe) idee dal precedente film: la scena del cattivo con la prostituta, la corsa contromano con la macchina per le strade di New York, la bellona di turno anche stavolta esperta in armi antiche, la candela accesa per Heather... etcetera etcetera. Ma, oh! chissenefrega?
Hai visto pure Highlander: La fine, il 4° film. Che porta nuovamente insieme - stavolta sul grande schermo - Lambert e Duncan Fiorello. Film invero brutto dove fioccano immortali da ogni dove. Oh, ma lorsignori non dovevano essere gli ultimi? ed è ancora più brutto se pensi che in questo film [spoilerone] t'hanno ucciso Connor per concedere a Duncan MacLeod tutta la scena. Nooooooooo!!!!!

Poi, ierisera, hai cercato di vedere il discussissimo, ignobile e vergognoso 1° seguito ufficiale che il film dell'86 ebbe nel '91: Highlander: Il ritorno. Il 2° terrificante film che, in un'ora e mezza, è stato capace di distruggere l'intera mitologia di Widen. Oh, sono stati capaci d'inventarsi che gli immortali provenivano da un altro pianeta. E dove un Connor, ormai invecchiato, ringiovanisce a seguito della decapitazione accidentale (causa treno) di un altro alieno, ritornando immortale. Il tutto ambientato 25 anni dopo il precedente in un contesto fantascienzo-apocalittico incredibbole (lo strato d'ozono non esiste più e, per fermare le radiazioni ultraviolette che hanno mietuto milioni di vittime, è stato lanciato in orbita uno "scudo solare"... che però ha immerso il mondo intero in una notte eterna o_o). Una vera merda. C'hai provato ma non sei proprio riuscito nell'intento. Hai stoppato VLC, rimosso il file e svuotato il cestino.
Vergogna! Non si fanno queste cose. Ma soprattutto ti chiedi... Perché?
E devono essersi vergognati come biscie altresì gli sceneggiatori dell'epoca - tanto che Il ritorno non è praticamente considerato da nisciuno a livello di continuity (si salta dal 1° al 3°, per fortuna, ma il danno resta e chi può cancellare l'onta?), Connery - che dopo la figuraccia di melma ha rifiutato di partecipare ad altri film sugli immortali, e i Queen - che non si sono più prestati con la loro colonna sonora - eccetto che per il telefilm, sette anni dopo.
Augh!

Per la cronaca,
esiste anche un cartone che non hai ben capito ma, essendoci ancora Connor e risultando ambientato in una terra post-apocalittica con immortali ovunque, pensi sia collegato all'ignobile seconda pellicola; Highlander: Vendetta immortale, OAV nipponico con l'n-simo MacLeod (Colin) e pur esso ambientato nel futuro... un fumetto semi-decente che - per fortuna sua - si riallaccia al 1° film; e Highlander: L'ultimo MacLeod, un videogiuoco per il vetusto Atari Jaguar, con Quentin MacLeod (ebbbaaastaaaa!!!), molto brutto di suo e che perdipiù ricicla scene del cartone.

martedì 23 dicembre 2014

Caccia ai film cult

Abusando della tranquillità del periodo natalizio, hai recuperato un frappo di cult movies - o comunque film che "hanno fatto scuola", specialmente anni Ottanta e Novanta.
Da Il mio nome è Remo Williams all'Implacabile con Swarzy, da Strange days a Grosso guaio a Chinatown, da Flash Gordon a Taxi driver, da Se7en a Battlestar Galactica, da Pulp fiction a... boh!
'nzomma un sacco di film di cui avevi sentito parlare (bene) ma che non avevi (mai) visto.
Lunga vita al torrent, allora!
Una pura formalità s'è rivelato davvero interessante: Roman Polanski nei panni dell'attore e un Gérard Depardieu in gran forma in un noir italo-francese di grand'effetto, praticamente tutto girato in un commissariato. Flash Gordon - classe 1980 - s'è invece rivelato un pasticcone: costumi e effetti speciali discreti ma troppo pacchiani e fintissimi. Il fatto è che non hai mai letto il fumetto, perciò non sapresti nemmanco giudicarlo. Deludente Grosso guaio a Chinatown con Kurt Russell, del quale ricordi la pubblicità quando lo davano a ripetizione sulle reti Fininvest. Così com'anche 1997: Fuga da New York. Scazzosissimo Dallas buyer club - che pure c'hai beccato uno screener! - con Matthew McConaughey, che ormai stai quasi pensando che quella di Rust sia la sua migliore interpretazione.
E mò, continuerai la visione in the next days.
* * *
Interessante il film d'antan Intrigo internazionale! mentre Il mio nome è Remo Williams - che ci sei stato tipo una settimana a scaricarlo - non valeva per nulla l'attesa. Godibile e inquietante il thriller Freeman-Pitt Se7en, con un finale inaspettato e sconvolgente.
Cacchio per Pulp Fiction, che te l'eri perso fino a mo! che spreco...

martedì 9 dicembre 2014

Brucia, strega, brucia! Commento

C'era sto libro, Brucia, strega, brucia! di Abraham Merritt, da accattare sul mercato dell'usato (collana Arcano-Editrice Nord) a cifre folli. Perciò hai ben pensato di fartelo da te. E siccome di stampa digitale on demand e copertinatura di libri ormai sei un mago, t'è venuto davvero un bel volume.
Di Merritt avevi già letto eoni fa Il pozzo della Luna e Il mostro di metallo, due romanzi che t'avevano detto davvero molto poco.
Merritt è però uno scrittore che a suo tempo si cimentò in diversi generi e, se per i mondi perduti (i due sopracitati libri) non t'è parso granché, devi riconoscere che Brucia, strega, brucia! è sicuramente un'ottima lettura.

D'altronde Merritt era un appassionato di occulto: pare che nella sua casa di Hollis Park Gardens, a Long Island, accumulò un'invidiabile collezione di armi, sculture e maschere primitive raccolte durante i suoi viaggi. E che la sua personale biblioteca di libri dedicati al soprannaturale contasse oltre 5.000 volumi.
Tutto inizia quando, in un letto d'ospedale, un uomo muore di una morte incomprensibile, con gli occhi sbarrati pieni di terrore, su una visione sconosciuta. Non presenta alcuna traccia di malattia o di disfunzione, nessun segno di punture o ferite: nulla. Tranne una strana alterazione dei globuli rossi. Un medico che ha una rispettabilità da salvaguardare; la morte di una giovane infermiera; un pezzo grosso della malavita e il suo "gorilla"... riusciranno costoro a sconfiggere il pericolo delle bambole troppo vive di Madame Mandilip?
Forse dalla trama può sembrarti nulla di straordinario, eppure un (buon) motivo ci sarà se Brucia, strega, brucia! ha ispirato un film nel '62 e più d'una citazione in serie televisive e fumettistiche di genere, su tutte Dylan Dog e Supernatural.
Il racconto sa un po' di datato - è ambientato nell'America del proibizionismo - ma ciò, unito agli ottimi personaggi, alle funzionali ambientazioni e ad una sapiente dose di suspense, lo rende una lettura che si lascia divorare: difficilmente riuscirete a dimenticare Madame Mandilip e la sua piccola bottega degli orrori.
E questo per quanto riguarda Brucia, strega, brucia!

'ché affascinato dalle avventure del Dott. Lowell hai deciso di recuperare pure il seguito Striscia, Ombra! Chepperò ti sta decisamente sembrando più confuso, pesante e meno avvincente. Anche stavolta, of course, morti misteriose, per la precisione
quattro suicidi apparentemente provocati dalla presenza di ombre spettrali e sussurranti. Ciò è sufficiente a spingere un giovane antropologo ad accettare un pericoloso gioco investigativo sul conto di due enigmatici personaggi, il Dott. De Keradel e la sua affascinante figlia, che cercano di far rivivere un culto celtico maledetto che necessita di sacrifici umani.
Ma ti riservi di giudicarlo a lettura conclusa.

lunedì 17 novembre 2014

Malpertuis. Commento

Oh, ierisera hai finito - tra mille sofferenze e tanta noia - il Malpertuis di Jean Ray! Da tanti sbandierato come "l'ultimo genuino romanzo gotico" nonché capolavoro del Nostro.
Ormai c'hai preso quest'abitudine: leggere sera per sera i libri che più ti avvincono, sparandoti tra sabato e domenica pomeriggio i polpettoni deludenti... come il presente.
Dicevi che hai fatto una fatica immane a digerire Malpertuis.

Inizialmente il libretto adotta un linguaggio decisamente ironico e anticonformista... troppo per essere avvicinabile al genere gotico BARRA weird. Perché accosì lo scrittore definito "il Lovecraft d'Europa", tratteggia uno stile lontano anni luce da quello del Solitario di Providence!
Poi, fortunatamente, dal 3° o 4° cap. inizia a mostrare un certo interesse, ma solo fino a metà della storia. Quando comincia a diventare noioso, confuso e frammentario. La storia si riprende solo negli ultimi 4 capp. dove è spiegata la natura dei protagonisti e della magione misteriosa "malpertugio".

Peccato, perché l'idea di antiche divinità incatenate dal Malvagio e dalla cristianità era piuttosto interessante, ma il danno ormai era fatto.

domenica 16 novembre 2014

The Witcher 2... giammai!!!

Dopo aver mollato Dragon's Dogma - 'ché t'eri perso a Gran Soren e non sapevi più che pesci pigliare - c'hai riprovato con The Witcher 2, accattato sulla Baia usato a pochi spicci, ma praticamente NUOVO!
Bello.
Bella grafica, ottimo doppiaggio, stupenderrime scene d'azione,
gran tope e movimentate scene di sesso.
Ma: vai di qua, parla di là, fai questo, fai quello...
Gniente da fare. Sei davvero troppo, troppo vecchio per 'ste cose.
Lasci, anche stavolta.

giovedì 6 novembre 2014

Jean Ray e Malpertuis

Su Jean Ray hai letto di tutto.
Che "va considerato, assieme ad H.P. Lovecraft, il più grande autore della letteratura fantastica moderna"; che "è uno scrittore dell'orrore paragonabile a Poe, Lovecraft, Bierce, M. Rhodes James, Blackwood, Ewers"; o anche "l'ultimo genuino autore weird"; etcetera, etcetera...
Che sia un gigante della letteratura weird, un autore di razza, puoi anche crederci. E comunque ti riservi di valutarne la statura solo dopo la lettura della sua raccolta di storie brevi Il Gran Notturno e altre storie.
Ma quello che è definito il suo capolavoro, quel romanzetto gotico Malpertuis, lo stai proprio portando avanti a fatica. Perché, sebbene le premesse siano davvero interessanti,
Malpertuis è un'antica e tetra magione fiamminga, dove il suo proprietario ormai trapassato, lo zio Cassave, tiene prigionieri un gruppo di persone a causa di un oscuro testamento, che li obbliga a coabitare dentro le stesse mura. Si scoprirà poi che costoro sono le antiche divinità greche che assumono le forme di squallidi e miserevoli esseri umani,
lo stile di Jean Ray è davvero molto ma molto lontano da quello di Lovecraft o Hodgson. Troppo ironico ed europeo, e molto meno "classico ed antiquato" di quello degli altri Grandi.

AGGIORNAMENTO. Ierisera hai letto Il Gran Notturno e Storchhaus o la Casa delle cicogne di Jean Ray, e devi riconoscere che effettivamente, il Jean Ray del racconto è molto migliore di quello di Malpertuis. Ma ti fermi qua. Perché in essi non hai trovato quel senso di stupore, meraviglia, angoscia e terrore che hai trovato in Poe, Lovecraft, Blackwood, Ewers, Machen, Hodgson, Champers, C.A. Smith e F.B. Long...

lunedì 27 ottobre 2014

Un ponte tra le stelle. Commento

C'avevi questo libro - Un ponte tra le stelle di Jack Williamson e J.E. Gunn - tipo da millemila anni, prima in ediz. Libra, poi in ediz. Urania. E lo avevi preservato perché pensavi meritasse un'attenta e spensierata lettura.
Già, perché te hai sempre adorato la space opera e venerato l'opera giovanile del buon Wonder's Child (com'era soprannominato Williamson).
E purtroppamente hai dovuto constatare di aver ricevuto un'amara delusione.
Sì, perché il libro, pur apparendo inizialmente un western tra le stelle, vira poi verso un'ambientazione spaziale molto interessante, e tratteggia ottimi personaggi. L'avventura è in effetti gradevole, sebbene il crollo dell'impero interstellare avvenga un po' troppo facilmente. Ma è la scrittura a non averti convinto né coinvolto. Troppi buchi. E troppo macchinosa. Hai fatto una fatica immane a finirlo!

La stupenda cover Urania, molto meglio di quella Libra!
'nzomma, questo è il 3° libro di Williamson che ti spiazza.
Avevi adorato La Legione dello spazio, Il figlio della notte, Gli Umanoidi e - sebbene in misura minore - Il sole nero. Ma gli ultimi tre suoi libri che hai letto (La stirpe dell'uomo, La gemma della stella verde e il presente Un ponte tra le stelle), ti hanno detto quasi niente. E questo nonostante siano altrettanto sbandierati come "classici".

Lagrimuccia, perché t'intristisci quando, tra i libri che hai duramente selezionato & collezionato, salta fuori roba che non ti entusiasma!

sabato 18 ottobre 2014

L'OSX più brutto della storia e il vero Resident Evil 6

Ierisera, mentre vedevi con la tua mogliera gli epp. 5 e 6 di True Detective, hai aggiornato l'iMac con OSX 10.10 Yosemite. Il sistema operativo più brutto della storia di Apple. Giuri!

Un OSX che svolta decisamente pagina sullo scheumorfismo jobsiano, introducendo anche sui sistemi desktop quel flat design voluto ossessivamente da "Jony" Ive, che tu tanto odi.
Perché Aqua - l'interfaccia introdotta con OSX 10.1 - era gelatinosa ma viva, piena di trasparenze, ombre e superfici traslucide, che sembrava di poter quasi toccare.
Yosemite è invece tristerrimo. Tra il sorrisetto da idiota che sfoggia il suo Finder, le icone piatte e psichedeliche, le app ancora più minimaliste che in Mavericks, e l'orrido cestino, puoi davvero metterci la mano sul fuoco che alla Apple stanno cercando di sputtanarsi da soli.
'ché tu te ne fotti di Continuity, visto che non ce l'hai l'iFonzie. E all'iCloud drive preferisci di gran lunga DropBox. E vuoi solo un computer usabile e guardabile!
Per la verità, devi ammettere che Yosemite è scattante. Non ha affatto rallentato il tuo iMac. Oh, almeno questo!
Almeno ti consoli con The Evil within. Di papà Shinji Mikami. Un survival horror per la tua XBOX 360 sviluppato dallo studio giapponese Tango Gameworks per conto della occidentalissima Bethesda. Perché The Evil etcetera segna il ritorno in grande stile del papà di Resident Evil, che aveva abbandonato Capcom dopo il 4° cap uscito sul Cubo.
Che lo sanno anche i sassi che Resident Evil 5 era un 4 in alta definizione ma con più proiettili e meno atmosfera. Mentre di RE6 è meglio tacere proprio!
E allora com'è questo The Evil within?
Premesso che ci hai giocato appena 3 ore, l'esperienza finora è stata:
impegnativa, spaventosa, opprimente, malata, spaesante e stressante!
Bellissimo mix tra survival e stealth, con un'atmosfera malatissima a metà tra RE4 e i vari Silent Hill, il videogiuoco ti mette nei panni del detective Castellanos mentre indaga sulla scena di un omicidio di massa raccapricciante, che lo condurrà dritto dritto tra le braccia delle forze del male. Che culo.
Trama, atmosfera e grafica, sebbene molto derivative e poco originali (sotto il profilo artistico il lavoro è di buona fattura ma nemici, enigmi e villaggi effettivamente somigliano molto a quelli di RE4), riportano prepotentemente nel videogiochista tutta la paura che mancava dai tempi di Resident Evil 4. O del 1° Dead Space.
E questo è un gran bene. Perché dopo un OSX dai colori sparati e sgargianti, ci voleva proprio un horror "in bianco & nero" vecchia scuola.

martedì 7 ottobre 2014

True Detective e il rinnovo [parziale] della tua collezione libraria

C'è che una domenica di tre mesi fai ti sei alzato col pensiero di togliere un po' di polvere dai tuoi amati libri. Anche perché periodicamente, oltre che fargli prendere un po' d'aria, ne cambi disposizione, portando avanti quelli da leggere e passando in secondo piano quelli frattanto letti. Spolvera qua, sistema di là, ti sei Affettivamente accorto di come il tempo passi inesorabile, non risparmiando, sigh! nemmanco i tomi più preziosi!
La carta ingiallisce, appaiono infioriture, e a volte non ti riesce proprio di evitare quelle odiose righe di lettura sulle costine, specie nei volumi più grossi!
Ora,
i libri che puzzano di vecchio ti hanno sempre affascinato e li hai sempre preferiti alle nuovissime edizioni. Perché, sostieni, è meglio certe cose leggerle con le loro prime traduzioni che con le (presunte) nuove. 'ché, ritieni, l'italiano del periodo storico in cui l'opera originale è stata data alle stampe, rende meglio l'atmosfera rispetto ad una traduzione forse più fedele, ma certamente e inevitabilmente più moderna.
Epperò, devi anche tener presente che molte edizioni pubblicate nel Bel Paese fino agli anni Settanta, specie quelle Mondadori da edicola (leggi: Urania), erano tagliate. Sì, perché c'è stato un tempo in cui Fruttero e Lucentini massacravano i testi che pubblicavano. E non ne facevano mistero. Che poi, sui libri di oggi diremmo, sarebbe solo un bene, vista la verbosità e la tendenza ad allungare il brodo di molti autori. Probabilmente all'epoca, solo Nord, Fanucci e Libra pubblicavano rigorosamente in maniera integrale.

Sicché hai iniziato una parentesi di rinnovo della tua collezione libraria, sostituendo, da un lato alcune infelici edizioni con altre migliori:
- Anni senza fine di Simak da Urania a Nord;
- La spedizione della V flotta e Gli incappucciati d'ombra di Hamilton da Urania a Classici Mondadori;
- Asimov Story da Urania a Oscar Mondadori;
- John Silence, detective dell'occulto da Gattopardo a UTET;
- Un ponte tra le stelle di Williamson & Gunn da Libra a Collezione Urania;
- La Luna è una severa maestra di Heinlien da Urania a Libri di Urania;
dall'altro, sostituendo una decina bona di libri messi piuttosto male, con altri di pari edizione ma in condizioni migliori.
Del vecchio avanzato, quello che hai potuto l'hai (s)venduto sulla Baia...

Poi ti sei stampato - presso il tuo studio grafico di fiducia - Brucia, strega, brucia! di Merritt, classicone della narrativa occulta, l'introvabile Le spade del giorno e della notte di Gemmell, e (tadaaa!) il 3° vol della tua personalissima antologia weird Appendici del passato e del futuro, nel quale c'ha ficcato tutti li racconti che non trovavi altrove di Lovecraft, Ewers e Blackwood.
Il tutto, accanto - non dimenticarlo! - a recuperi d'eccezione, tipo Tutti a Zanzibar di Brunner, Anello intorno al sole di Simak e Terra inesplorata di Rosny Aîné!

E tornando sul weird, la lettura dello splendido Hellboy, e la scoperta della serie True Detective - sbarcata proprio settimana scorsa su SKY, ti hanno "obbligato" a recuperare quei tre o quattro maestri della narrativa soprannaturale che colpevolmente e vergognosamente ti mmmancavano:
- L'orrore del mare, Naufragio nell'ignoto e La casa sull'abisso di Hodgson - che con le sue suggestioni profondamente influenzò il Solitario di Providence;
- 11 casi di Jules De Grandin di Seabury Quinn - autore che, con Lovecraft, Howard e Clark Ashton Smith, fu l'altra colonna portante di Weird Tales;
- I Segugi di Tindalos di F.B. Long - abile scrittore molto lovecraftiano;
- Il Gran Notturno e Malpertuis di Jean Ray - unanimamente riconosciuto come "il Lovecraft europeo";
- Il Re in giallo di Chambers - che coi suoi racconti ispirò il Necronomicon;
- Fantasmi e altri orrori di M. Rhode James - maestro della ghost story vittoriana;
- Il villaggio nero di Grabinski - definito "il Poe polacco",

'ché non di solo Poe e Lovecraft vive l'uomo!
Di questo devi ringraziare, 5 volte su 7, le lodevolissime iniziative di piccoli editori semi-amatoriali (quali Profondo Rosso, Hypnos, Addictions-Magenes, Count Magnus Press e Dagon Press), che orgogliosamente portano avanti la pubblicazione di grandi perle dimenticate della letteratura-di-genere.
'nsomma, un frappo di libri. E pensi che così possa bastare... Per ora...
Circa True Detective, serie giallo-noir antologica - che ad ogni stagione pare rinnoverà interpreti, ambientazione e storia - la puoi solo consigliare, perché "meravigliosamente meravigliosa" (cit). Anche solo per la fotografia e la regia: stupenderrime!
Gli attuali episodi riguardano due omicidi rituali a distanza di vent'anni con legami occulti. E il citazionismo al Re in giallo di chambersiana memoria si spreca. Il bello di True Detective è che non ha la classica struttura e i limiti narrativi di un telefilm confezionato per il grande pubblico scemo. Ha qualità cinematografiche (anche grazie agli attori impiegati, Woody Harrelson e Matthew McConaughey), e sembra più un film lungo otto ore che un serial. Ed è già un cult.

Nel contorno, il recupero di una serie Bonelli da te sempre sottovalutata, Julia, l'indagatrice dell'animo, che invece s'è rivelata una lettura gialla adulta e squisitamente morbosa.
E mo' resti in attesa dell'uscita di quello che probabilmente sarà l'ultimo videogiuoco che accatterai per la tua XBOX 360 prima di passare alle next-gen: The Evil within, disturbante capolavoro annunciato del maestro Shinji Mikami. Sì, quello di Resident Evil.
Augh!

lunedì 29 settembre 2014

Gotham. Breve retrospettiva

Sabato pomeriggio è stata una giornata very very rilassante.
A casa, on your sofà, prima a leggere il Batman di Carmine Infantino (oddio!) e un mucchio di Julia (la vera sorpresona di quest'estate che non t'aspettavi), e poi a cazzeggiare sull'internetto.
E tra le tante cose che hai fatto on the Net, c'è stato lo streaming dell'episodio pilota di Gotham, l'attesissima serie tivvì poliziesca che racconta la città di Batman prima dell'arrivo di Batman.

Ora, sinceramente non t'aspettavi grandi cose. Più una cosa alla Smalville, o peggio, alla Arrow. E invece la nuova serie di mamma DC non t'è parsa affatto cattiva, anzi!
Quindi, una Gotham City un tot d'anni prima dell'arrivo del CavalierO Oscuro, appena appena prima dell'omicidio dei coniugi Wayne che avrebbe cambiato il destino di un bambino e della sua città. Una Gotham City che è Affettivamente come te l'aspettavi: sporca, pericolosa, buia, piovosa, corrotta... molto corrotta! e nella quale - sulle note della colonna sonora di Graeme Revell, che fa molto Nolan - già si muovono coloro che diventeranno i futuri protagonisti della mitologia batmaniana, da Jim Gordon a Selina Kyle, da Cobblepot a Nigma, passando per i poliziotti Renée Montoya, Crispus Allen e Harvey Bullock, e per i mafiosi Falcone e Maroni.
Eppure, "non è tutto platino quel che luccica". L'impressione che c'hai avuto è che si sia puntato in modo eccessivo sul fan service, inserendo personaggi che forse già troppo presto stanno mostrandosi: si citano continuamente nomi che i lettori ben conoscono, ma in molti casi accompagnati da una faccia e da una caratterizzazione non riconoscibile né condivisibile.
Vuoi dire: Gordon senza i baffetti e gli occhiali cui t'ha abituato il grande Gary Oldman? cioé, Gordon porta i baffi sin dai tempi di Chicago (nonché dalla sua prima apparizione cartacea)! Renée Montoya, Crispus Allen e Harvey Bullock corrotti? a te risulta fossero tra i più fidati agenti di Gordon. Passi per Bullock, che nella caratterizzazione pre-Crisis non era un santo... eppoi gli altri due sarebbero dovuti arrivare molto dopo a Gotham. No, perché altrimenti ai tempi der Batman c'avrebbero dovuto avere quarant'anni suonati!
Ottimo il Pinguino (invero troppo magro, ma crudele al punto giusto); comprensibile una sbarbatella Selina che già s'atteggia a ladra di quartiere superagile e gattara. Oh, d'altronde prima di vendersi come prostituta (come il buon Miller racconta nello stupenderrimo Batman: Anno Uno), deve pur aver trovato il modo di vivacchiare tra le strade della città! curiosa una Ivy - che già si chiama Ivy invece che Pamela - calata in un contesto familiare inedito (e d'altronde sull'infanzia di Edera Velenosa mai niente è stato raccontato). Nigma invece ti viene presentato nell'n-sima veste inedita. Perché nel fumetto era "un inventore frustrato e truffatore di mezza tacca", nella serie animata era "un creatore di giochi enigmistici", nel film Batman Forever era "un ex-dipendente della WayneTech", mentre nei videogiuochi era "un geek ed esperto hacker". Qua invece è "un perito balistico che lavora per la polizia". E bastaaa! 'sti cambi d'origine fanno solo venire un gran mal di testa.
Inguardabile Alfred; interessante invece l'unico personaggio realmente nuovo, la cattivissima Fish Mooney, che t'aspetti prima oppoi di ritrovarti nel fumetto.


In soldoni t'è piaciuto 'sto taglio di Gotham, che l'avvicina più alla bellissima serie Gotham Central che al fumetto di Batman. Cioé più una serie noir senza supereroi, che una serie di supereroi di finto stampo poliziesco.
Mò, è da vedere se funzionerà nel lungo termine.

sabato 23 agosto 2014

E mo ti sei pure buttato a leggere Hellboy e Conan il barbaro...

Picché Hellboy è bellissimo - complice anche il tratto di Mike Mignola: personaggi con poteri paranormali, luoghi abbandonati e oscuri, macchinari giganteschi frutto del mix di ingegneria applicata alla magia, strane divinità, nazisti... e una ricchissima miscela di citazioni, riferimenti e omaggi ai B-movie, ai "miti di Cthulhu" e ai classici del fumetto weird anni Cinquanta, con racconti che spaziano dal sovrannaturale lovecraftiano, al racconto popolare, alla fiaba. Il film fa schifo, ma il fumetto... 'sti cazzi!

Conan... be', Conan è il Re degli sword & sorcery: città meravigliose, mostri orrendi, giungle primeve, guerrieri senza paura, stregoni malefici e lascive fanciulle. Dici, "ma te hai già i racconti!", certo, ma la riduzione a fumetti di Roy Thomas, Barry Windsor-Smith & John Bushema, operata da Marvel negli anni Settanta e Ottanta, aggiunge tante storie inedite e miscela le avventure di Conan con quelle di altri barbari letterari suoi coevi (Kull, Starr, Red Sonja, etcetera). 'ché la loro non era un'opera di mera trasposizione dei racconti dedicati al barbaro, ma di riadattamento e collazione, con un occhio sempre rivolto ai dettami della continuity. 'nzomma, un altro must have!

In più, dicevi di aver concluso i tuoi acquisti librari. Be', ti sbagliavi! la lettura di Hellboy ti ha rammentato che mancavano all'appello in your collection alcuni autori classici del weird: F.B. Long (famoso per alcuni suoi racconti dei Miti di Cthulhu), Robert W. Chambers (autore del Re in giallo) e M. Rhodes James (maestro delle ghost story gotiche e medievaleggianti).
E vai di recuperooooo!!!!!

lunedì 18 agosto 2014

Murdered: Soul Suspect. Commento

Sei giunto a più della metà del tuo ultimo acquisto per XBOX 360, Murdered: Soul Suspect, un titolozzo sul quale avevi letto recensioni convincenti e che sei riuscito a trovare a prezzo d'occasione al LadroStop.
Murdered: ecc... s'è rivelato una doppia sorpresa, tanto nella sua bontà narrativa quanto nella sua mediocre realizzazione tecnica.
Intanto, la storia:
Ronan O'Connor è un poliziotto. Ma è anche un poco di buono. Già criminale di bassa lega, aveva deciso di trasformare il suo corpo in una parete dei trofei, aggiungendo tatuaggi su tatuaggi per ogni colpo andato bene, per ogni rissa vinta, per ogni morte scampata. Ma l'amore era stato in grado di riportarlo sulla retta via, prima sull'altare e poi spingendolo ad entrare in polizia. Una nuova vita e una nuova occasione per rigare dritto e dimostrare che anche lui poteva essere qualcosa di buono. Ma l'ultima sua indagine l'ha portato sulle tracce del "killer della campana", che ha la meglio su di lui. Il finale del loro incontro è tragico. Ronan viene ucciso. Adesso, nei panni del fantasma di sé stesso, deve scoprire identità e movente dell'assassino.
Il giuoco è ambientato a Salem - la città delle streghe!, in una sorta di limbo sospeso tra il mondo reale e quello dell'aldilà. Ronan dovrà girare per una città che - coi suoi edifici classici - sembra uscita dagli anni '50 e che si mescola con scorci provenienti dal passato visibili solo al protagonista in quanto fantasma. Con tanto di anime perse che invocheranno il tuo aiuto per capire come siano morte e trovare così la pace eterna.
Atmosfera a badilate, dunque: Salem t'è apparsa come una scenografia sospesa nel tempo. Ma la cittadina del Massachusset non è solo il palcoscenico dell'indagine di Ronan, è anche una miniera infinita di collezionabili utili a scoprire il passato dei protagonisti e della città e, soprattutto, a sbloccare delle saporite storielle di fantasmi da ascoltare, che fanno molto Lovecraft, Bierce o Poe.
Ora, se la componente narrativa è eccellente, il gioco, quanto a gameplay, non è nulla di impegnativo. Perché l'interattività si limita al possedere le persone (e i gatti) per leggerne i pensieri, condizionarle e usarle per arrivare laddove nessun Ronan è mai giunto prima; allo stregare gli oggetti per attirare l'attenzione dei passanti; a qualche abbozzo di stealth; e al combattere i (pochi) dissennatori. Epperò è anche vero che Ronan è uno spettro, e più di questo non potevi certo aspettarti! quindi: amen.
'nzomma, una storia noir, gotica ed esoterica (di limitata durata) che, pur non brillando, ha comunque ottenuto la tua ammirazione e il tuo apprezzamento.


E mo giungi alle note dolenti:
Murdered: ecc... ha il pregio di essere un lavoro con carattere, cosa che di questi tempi puoi ritrovare solo negli indie. Il fatto però è che mette in campo tante idee interessanti, tutte scarsamente sviluppate a dovere. Eppoi c'è la realizzazione tecnica: il titolo soffre tantissimo l'essere un cross-gen. Sul nuovo hardware sarà pure inchiodato ai 30 fps, ma su XBOX 360 il frame-rate è perennemente singhiozzante e frustrante.
Peccato. Resta però un titolozzo di tutto rispetto, con una storia impeccabile e per nulla scontata.

mercoledì 13 agosto 2014

"Robin Williams, poliedrico attore, ora comico debordante, ora intensamente drammatico, con la sua mimica esplosiva, la sua simpatia e le sue battute fulminanti, storico interprete dell'alieno Mork", di tanti film per la famiglia, così come di tanti altri impegnati.
Sarà un caso che proprio qualche mese fa hai recuperato la filmografia di Nano nano?

al di là del tormentone, Williams è sempre stato un attore che t'è piaciuto un sacchissimo!!!

mercoledì 30 luglio 2014

Il mistero della torre dei cani suicidi

Giovedì scorso eri andato all'edicola per comprare Il venerdì di Repubblica... non ricordandoti che non era venerdì! perciò, parendoti brutto, hai accattato la prima rivista che ti sei trovato sott'occhio, Mistero. Che a casa s'è rivelata la classica lettura adolescenziale che affronta millemila misteri in maniera superficiale, lasciandoti tutti gli interrogativi in sospeso, peggio di Giacobbo.

il "Ponte dei cani suicidi"
Ma tant'è che, sfogliandola svogliatamente domenica sera, sei incappato nel mistero del "Ponte dei cani suicidi", l'Overtoun Bridge, sito nei pressi della cittadina di Milton, in Scozia. Qui è dal 1950 circa che diversi cani si gettano giù, per cadere stramazzati al suolo dopo un volo di 15 m, senza motivo apparente. Questa triste vicenda è più inquietante se pensi che i cani saltano sempre dallo stesso punto e che quasi tutti sono di razza collie. Ciò fa pensare che il ponte sia infestato da una presenza malvagia che farebbe impazzire i cani. I cani sono infatti più sensibili degli esseri umani, e pertanto potrebbero avvertire qualche presenza che l'uomo non comprende, e che li porterebbe a compiere l'insano gesto.

Orsù, parlando con la tua mogliera, hai scoperto che pure a Bagnara Calabra, cittadina poco distante da dove abiti te, ci sarebbe un fenomeno anacolo. Una torre, la Torre Ruggiero, dalla quale, negli ultimi vent'anni, una settantina di cani sarebbero morti gettandosi dall'affaccio panoramico per sfracellarsi sulla scogliera di Capo Rocchi. Quasi tutti gli incidenti hanno avuto luogo durante giornate di sole, e i cani suicidi appartenevano a razze dal naso lungo (collie, bull terrier e labrador). Anche in questo caso, la teoria vuole che la torre sia maledetta.
Un mistero tanto misterioso, che manco il tuo collega bagnarolo ne sapeva gniente.
Boh!
la "Torre dei cani suicidi"

mercoledì 23 luglio 2014

Rebuild of Evagelion

Di Evangelion avevi letto solo gli anime-book e parte del fumetto. Che a casa tua MTV si vedeva una volta no e l'altra nì. E t'era piaciuta un sacco quella rivisitazione dei classici robottoni nippo arricchita da tutti quei riferimenti religiosi, specie cabalistici, e simbolismo a perdere.
Che poi la storia proseguiva tra un combattimento tra gli EVA e gli Angeli, e 3 ep. di pippe mentali, filosofiche e psicologiche.
Ma tant'è.
La storia si svolge nella futuristica città di Neo Tokyo-3, a distanza di 15 anni da una catastrofe planetaria, e si incentra su tre ragazzi, Shinji Ikari, Rei Ayanami e Asuka Soryu Langley, reclutati dall'organizzazione paramilitare Nerv (collegata alle Nazioni Unite) per pilotare dei mecha giganti chiamato EVAngelion, e combattere in questo modo i nemici dell'umanità conosciuti come Angeli. Che poi si scopre che gli EVA sono biologici e non meccanici. E che sono della stessa natura degli Angeli. E che Rei è il clone della mamma di Shinji. E che...
Neon Genesis Evangelion aveva avuto la sua conclusione con due lungometraggi: Death & Rebirth, composto da vari spezzoni tratti dagli ep. della serie TV e da alcune scene inedite, e The End of Evangelion. Solo che non era per niente il finale che il pubblico si aspettava.
Perciò, in virtù del principio noto come "effetto Mass Effect 3", secondo il quale non bisogna assolutissimamente scontentare l'utenza, tant'è che chissenefrega se un autore vuole raccontare la sua storia! Non te piace? Eccoti un altro finale alternativo rattoppato!, nel 2006 Hideaki Anno iniziò a lavorare alla Rebuild of Evangelion, una tetralogia cinematografica che per metà avrebbe riassunto, rivisto e corretto la serie animata originale, con un sacco di computer graphica, correzione della luminosità e ritocchi vari (altro principio, noto ai più come "effetto George Lucas"), distaccandosi da essa nella II parte, con un ulteriore nuovo finale. Che magari scoprirai sarà peggio del precedente.
Bene, premesso che il 4° film deve ancora uscire, hai recuperato sul Torrente Evangelion: 1.0 You Are (Not) Alone, Evangelion: 2.0 You Can (Not) Advance ed Evangelion: 3.0 You Can (Not) Redo. E pure The End of Evangelion, con l'originale conclusione. Tò, giusto per gradire e fare i confronti del caso.
E mo te li guardi. Nello splendore dell'alta definizione.

ocio, che le v. da te scaricate sono la 1.11, 2.22 e 3.33...
che contengono ulteriori "ritocchi"
Aggiornamento: mentre You Are (Not) Alone è in larga parte un adattamento punto per punto degli epp. dall'1 al 6, You Can (Not) Advance si discosta davvero troppo dalla serie TV, essendo un vero e proprio stravolgimento della trama originale. Nuovi EVA, una nuova pilota adulta, nuove pippe mentali. Gniente, non ti sta piacendo.

giovedì 17 luglio 2014

Un boxaro alla corte della Nintendo. Il ritorno

Riecchite qua. Alla resa dei conti.
Perché finalmente ti sono arrivati i videogiuochi (maledetta Amazon che ha abbandonato i corrieri privati per passare a Poste Italiane!). Dicevi: New Super Mario U, Donkey Kong: Tropical Freeze e Zelda: Skyward Sword. Tre grandi franchise, tre grandi giochi da Nintendolandia.



Sui primi due ti basta dire che altro non sono che le naturali evoluzioni di Super Mario World e Donkey Kong Country. Riprendendo nostalgicamente le meccaniche bidimensionali dei classici che furono per SuperNintendo (alle quali, fortunatamente, sono aggiunti nuovi power-up), con innumerevoli strizzatine d'occhio ai tempi andati, che per fortuna non scadono mai nell'autocelebrazione. Quindi due titoli certamente più adatti ai videogiochisti della vecchia scuola, che ai giovini d'oggi. Tanto che puoi bellamente ignorare il "coso" e giocarci col Wiimote in orizzontale, Nintendo 8-bit style!

non farti ingannare: sul tuo mega LCD si vede proprio
da cacca: bordi seghettati, retini a go go e pixel enormi!!!
Zelda... e, beh, Zelda!
Premettendo che Skyward Sword per essere apprezzato e giudicato necessita di almeno una decina d'ore di gioco, devi ricordare che est un titolo per Wii. Che gira alla vergognosa risoluzione di 480p. Con un mondo di gioco pari pari uscito dal GameCubo, sistema con più di 10 anni sul groppone; e quindi con texture in bassa definizione e modelli poligonali ormai solo accettabili. Ora, puoi anche essere d'accordo con chi dice che la grafica non è tutto (ma conta tanto!). Ma qua c'è l'aggravante che il gioco usa l'accoppiata Wiimote Plus + Nunchuck, garantendo controlli frustranti e imprecisi.
Ciò detto, sei sicuro che facendoci la mano e progredendo nell'avventura, riuscirai ad apprezzarlo quanto i precedenti Wind Waker e Twilight Princess.

venerdì 11 luglio 2014

Un boxaro alla corte della Nintendo

T'era rimasto qui lo sfizio del Wii U, t'era. Consolle invero della quale nun te ne poteva fregar de meno, ma si sa che Zelda, Donkey Kong e Mario sono sempre stati dei signori franchise, che trascendono qualsiasi età, e tirano le vendite.
E così ieri hai accattato al LadroStop una Wii U usata mod. base. Ma che usata non sembrava, tanto era linda anche nei pertugi più nascosti!

Ma perché tu, da boxaro, lo facesti?
perché luglio e agosto sono pubblicamente riconosciuti come il tuo periodo di spese pazze. Sarà l'aria di vacanza, il caldo che ti dà alla testa, il fatto che su XBOX 360 ormai non esce più 'na cippa... Ma puntualmente, ogni anno, in questo periodo hai accattato videogiochi. O accessori per videogiochi;
II° perché odi i J-RPG, con la loro trama da operetta, i combattimenti a turni, la scarsa o nulla interazione con gli ambienti, l'eccessiva linearità e meccanicità della narrazione, e il respawn esagerato. E i protagonisti maschi fighetti/frocetti con spade e armature fuori misura e costumi che definire "scenografici" è riduttivo. Un tempo amasti qualche titolo del genere (Panzer Dragoon Saga ed Eternal Arcadia rullano di brutto ancora oggi), ma da allora i tuoi gusti son cambiati. Grande Giove, non è plausibile ritrovare nemici in zone precedentemente ripulite o tornarci appositamente millemila volte proprio perché DEVI aumentare di livello!
D'altro canto, gli RPG occidentali non ti calano invece pure: troppa libertà d'azione, troppo open-world, troppi parametri di cui tener conto... tanto che dopo un po' ti scazzi perché ti sei perso o hai dimenticato il senso della quest principale. Ma anche la possibilità di creare da zero il tuo eroe è, a suo modo, un difetto, perché impedisce di affezionarti ad un personaggio ben individuato.
Problema tuo, sicuramente, ma i gusti son gusti!
Eppoi c'è Zelda. Che fa genere a parte. E che nella sua magnificenza, volutamente ignora molti degli elementi tradizionali dei GdR, offrendo un'esperienza action unita ad esplorazione e puzzle, corollata da una magia narrativa e da una direzione artistica da sempre fuori scala.
E allora, forza che il Re è tornato. Ché volevi giocare per forza a quel Zelda: Skyward Sword ed esserci per il prossimo Zelda HD. Ecchisenefrega se ti ritrovi tra le mani un hardware anacolo a quello della 360 e se alla fine - tra consolle usata, Zelda, New Super Mario e Donkey Kong: Tropical Freeze hai speso praticamente più della metà che per una XBOX One. Anzichenò, perché, "oh son sordi"!

non vedi l'ora di svolazzare a bordo del tuo "solcanubi"...
nella speranza che i controlli del wiimote non si rivelino infernali
Le prime impressioni? Boh! ieri hai dovuto prima mettere in carica il gamepad, poi creare il tuo profilo ed impostare la consolle, e infine aggiornare il software di sistema. E si son fatte le ore 00:30! e comunque aspetti ancora che giungano da Amazon i giuochi. Che al LadroStop volevano 'mprosarti con degli usati a caro prezzo tenuti male.
Ma puoi quantomeno dire che il software di sistema della Wii U fa proprio schifo: lento, acerbo ed elefantiaco, nonostante la sua pochezza di funzioni online e l'assenza di multimedialità. Poi c'è la questione hardware, fatta di sconfinate scelte scellerate: limitatissima capacità di immagazzinamento dati, DVD proprietari da 25 GB, mancata vocazione al multitasking, assenza di porta ethernet (la consolle è solo wi-fi) e nessun upscaling per i titoli Wii. E il fatto che l'audio esce solo ed esclusivamente attraverso il cavo HDMI, non avendo la consolle uscite audio digitali o analogiche; ciò impedisce di collegarla ad un amplificatore, costringendo ad usare le casse della TV. Usare il gamepad, invece, è stato tuttosommato simpatico, nel senso che è più comodo e leggero di quanto pensavi. Solo che la sua implementazione è davvero incoerente: i controlli differiscono a seconda che si osservi lo schermo o il pad, o si usi il Wiimote, senza contare che non capisci l'utilità di veder girare i giochi sia sullo schermo della TV che sul coso... all'infuori di scaricarne la batteria, che già dura meno di 3h!

sabato 5 luglio 2014

Vaiacapireperché

Ierisera hai visto Furia cieca. E non riesci ancora a capire come un Rutger Hauer sopra le righe come quello sia finito a fare film a basso budget!
Bastardiiiii!!!

venerdì 4 luglio 2014

Robin Williams, Corto circuito e altro

Innanzitutto devi dire che sei felicissimo di essere finalmente riuscito a trovare - ad un prezzo umano - il Killing joke di Play Press, quello con la stupenderrima colorazione originale di John Higgins, andata perduta con la ricolorazione. E di essere riuscito a liberarti dell'ediz. Planeta.

Poi dicevi che si continua con la visione dei film anni Ottanta.
Hai dovuto giocoforza mettere da parte il clone di Mad Max con Rutger Hauer, Giochi di morte (troppo osceno...), mentre Sotto massima sorveglianza l'hai trovato piuttosto buono. Qui Hauer - con accanto un'altra attrice decaduta, Mimi Rogers, già la mammà della famiglia Robinson di Lost in space (bellissimo!) - è un rapinatore di gioielli che tenta l'evasione, con la compagna, da un supercarcere. E le busca un po' troppo nel film, un po' da tutti, a discapito del suo ruolo tipicamente da duro.
Poi hai tirato fuori Corto circuito, altro classicone sul robot chiamato Numero 5, che a seguito di una scarica elettrica diventa intelligente e sensibile. E c'hai trovato onestamente un sacco di somiglianze con WALL•E.

In più, hai scordato di dire che tra il "periodo Harrison Ford" e il "periodo Rutger Hauer", c'è stato il "periodo Robin Williams". Robin Williams, poliedrico attore, ora comico debordante, ora intensamente drammatico, con la sua mimica esplosiva, la sua simpatia e le sue battute fulminanti, storico interprete dell'alieno Mork.

Nano nano è stato protagonista tanto di film impegnati che di altri più leggeri. Passando sopra a quelli che già conoscevi o che hai (L'Uomo bicentenario, bellissimo e commovente, l'inutile Jumaji, Good morning, Vietnam!, Hook, Risvegli con Robert De Niro, le commedie Mrs. Doubtfire e Un professore tra le nuvole, il drammatico Patch Adams e il dimenticato Braccio di Ferro), hai voluto recuperare un frappo di film che non avevi mai visto:
Jack - intenso e drammatico su un bambino che a dieci anni ha l'aspetto di un quarantenne;
La leggenda del re pescatore - su un barbone ex-professore di storia andato fuori di testa a seguito di uno shock e della sua spasmodica ricerca del Santo Graal;
L'attimo fuggente - questo... boh! l'hai trovato noioso. Comunque c'è un prof di lettere colloquiale e anticonformista che viene trasferito in un severo e tradizionale collegio maschile;
Insomnia - bello! con Al Pacino nei panni di un detective della squadra omicidi non proprio pulito, e Williams in quelli inediti del cattivo di turno;
e il melenso Al di là dei sogni - visivamente splendido... ma du' palleeeee!!!
Ti restano da vedere: Will hunting - genio ribelle, One hour photo, l'n-simo film sull'Olocausto Jakob il bugiardo, Due padri di troppo, Una voce nella notte e Toys... tempo e torrent permettendo.

mercoledì 2 luglio 2014

2049: L'ultima frontiera e Detective Stone. Commento

Bene.
Eccoti alla prima resa dei conti.
Cominci subito col dire che ierisera non ce l'hai fatta proprio a finire 2049: L'ultima frontiera. Vuoi perché la parte di Rutger Hauer era più di supporto che altro, vuoi per le scene spaziali fatte in un 3D fintissimo che sembrava uscito dal Nintendo64, vuoi per i modellini delle astronavi che... erano proprio modellini! Le scenografie e i costumi erano decenti, ma la storia troppissimamente trita e ritrita: sostanzialmente una grande corsa all'oro (qua però sostituito dalla "megaurite", un minerale raro e prezioso quanto fantasioso) nello spazio profondo, che vede protagonisti tre uomini disposti a tutto pur di diventare ricchi, esattamente come accadeva all'epoca della conquista del west. Perché di mix tra fantascienza e western trattasi, con tutti i punti di debolezza dei film sulla frontiera (che non hai mai potuto digerire), uniti ad una regia di livello mooolto amatoriale. Insomma, un pasticcione noiosissimo! Prego notare che accanto ad Hauer c'era il ritorno di Brion James, l'altro replicante masculo di Blade Runner.

Meglio - ma di sicuro non un capolavoro - Detective Stone, che quantomeno assurge a piccolo cult dei B-movie di fantascienza. Qui, in una invero affascinante Londra del futuro, inquinata e parzialmente allagata a causa del riscaldamento globale, il cazzutissimo e truzzissimo Detective Stone, sospeso dal servizio in polizia per esaurimento nervoso, dà la caccia ad un feroce serial killer che strappa il cuore alle sue vittime. E che si rivelerà essere una creatura mutante. Anche qui le citazioni da Blade Runner si sprecano: Hauer è vestito in maniera molto simile al suo Roy Batty (maglia nera, spolverino in pelle, capello corto, stivalazzi) e casa sua è piena di piccioni (!). Sì, è vero, la sceneggiatura è a volte lacunosa, e il cattivone sembra finto già da millemila miglia di distanza... epperò il film riesce a salvarsi, rivelandosi una sottovalutata sorpresa. Nel senso che non è proprio da buttare. E sei sicuro che alla sua uscita ebbe un discreto successo. Ah, dimenticavi, nel cast anche Kim Cattrall, già Tenente Valeris in Star Trek: Rotta verso l'ignoto.
Ecco, perché riflettevi che molti cult di fantascienza sono nati esattamente come B-movie o comunque come film a basso budget. v. Mad Max, Johnny Mnemonic, 1997: Fuga da New York e 2013: La fortezza. Ed è anche vero che certi attori sono ritenuti di livello solo e semplicemente perché recitano abitualmente in megaproduzioni hollywoodiane, quando, a causa delle loro limitate capacità recitative, sfigurerebbero persino in un C-movie. Tipo Ben Affleck.

martedì 1 luglio 2014

Rutger Hauer

E se non l'avevi capito ce lo dico chiaro! È il periodo "Rutger Hauer", l'attore olandese meglio conosciuto come Sig. "Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi", anche lui - come Harrison Ford - uno dei miti della tua adolescenza.
Ché nei suoi film a cavallo degli anni Ottanta e Novanta ha sempre interpretato personaggi duri e decisi, lievemente drammatici e mai volgari!

Comunque, hai scaricato dal torrente I falchi della notte (pellicola con la quale, nei panni del cattivone, ha debuttato con stile nel 1981 accanto a Sylvester Stallone) e Fatherland. Delitto di stato (di cui parlasti ieri); mentre in dirittura d'arrivo ci stanno: Furia cieca (dove interpreta un uomo abilissimo nell'uso della spada nonostante la totale cecità), Sotto massima sorveglianza (in cui è un rapinatore di gioielli che tenta l'evasione da un supercarcere), Fuga da Sobibor (di nuovo su ebrei e nazisti, ed ispirato ad una storia vera - o così almeno dicono), La lunga strada della paura (dove interpreta un misterioso killer deciso ad uccidere un automobilista)... e Detective Stone (in cui, in una Londra inquinata ed allagata a causa del riscaldamento globale, è un investigatore a caccia di un serial killer), Giochi di morte (spudorato clone di Mad Max) e 2049: L'ultima frontiera (sulla febbre dell'oro, nello spazio profondo), probabilmente i più trash tra le sue pellicole.
I cult no, 'ché Blade Runner e Ladyhawke già ce l'hai e li hai visti millemila volte.

Dopo questi film, dicevi, Hauer è stato risucchiato dal vortice delle pubblicità televisive e dei film a basso budget, per venire riesumato da Christopher Nolan per una particina (ottimamente recitata, né!) nel suo Batman Begins!
Peccato davvero per una progressiva parabola discendente che l'ha portato da interpretazioni intense e sopra le righe, aiutate altresì dalla sua imponenza fisica, all'essere niente più che "idolo dei B-movie di fantascienza".

lunedì 30 giugno 2014

Fatherland. Commento

Stuzzicato sull'argomento dal videogiuoco Wolfenstein: The New Order, ierisera hai visto Fatherland. Delitto di stato, film per la tivvì (del 1994) tratto dall'omonimo romanzo del giornalista britannico Robert Harris; ovverosia l'altro capolavoro ucrònico sulla vittoria del Terzo Reich, assieme al certamente più noto La svastica sul sole di Philip K. Dick.
Che nel cast ci sta Rutger Hauer, qui in una delle sue ultime apparizioni di rilievo, prima di venir risucchiato dal vortice dei film a basso budget, dimenticato e riesumato da Nolan per il suo Batman Begins!
Ambientato nel 1964, in un'ipotetica Nuova Berlino, la pellicola vede una realtà alternativa in cui Hitler ha vinto la Seconda Guerra Mondiale e il mondo è diviso dalla guerra fredda tra Stati Uniti d'America e Germania, diventata un impero che si estende dai Vosgi agli Urali. L'Europa occidentale è organizzata in una Comunità Europea, sotto il controllo, per la politica estera, di Berlino, mentre sul fronte orientale imperversa ancora la guerra tra tedeschi e russi.
Berlino vede le celebrazioni del 75º compleanno del
Führer, occasione che viene utilizzata altresì per tentare di stipulare una tregua/alleanza tra il Terzo Reich e l'America, guidata dal Presidente Joseph P. Kennedy. In questo contesto, iniziano una serie di omicidi dei vecchi esponenti del Partito Nazista. Ad indagare viene chiamato Xavier March (il tuo attore olandese preferito), maggiore delle SS in buona fede (leggi: completamente ignaro dei segreti del Reich). Nel frattempo, grazie alla riapertura delle frontiere ai cittadini americani, giunge a Berlino la giornalista Charlie Maguire, figlia di un diplomatico. Le indagini congiunte di March e della giornalista porteranno alla scoperta degli orrori del nazismo perpetrati sugli ebrei.
Che dire? Bel film. Che t'è piaciuto e consigli. E che si regge in gran parte - manco a dirlo - sulla recitazione di Hauer. Certo risente di una regia e di una confezione troppo televisive! La ricostruzione storica alternativa della pellicola è comunque molto buona: la cronologia degli eventi è coerente con la storiografia conosciuta fino al 1942, mentre da tale anno i fatti storici divergono in maniera intelligente e credibile.
Sebbene, a parte l'interessante spunto di partenza e l'intrigante soggetto, rimane solo il classico giallo-thriller appassionante... e la solita denuncia sull'Olocausto.

mercoledì 25 giugno 2014

30 anni fa, un epico weekend al cinema

Gli anni Ottanta... memorabile fucina di idee: Commodore, Amiga ed Apple, il Nintendo, il Drive In e i quiz di Mike Bongiorno, le mitiche serie animate nipponiche, le merendine del Mulino Bianco, i gelati da bottega e le reclàm, i tormentoni e i personaggi di un medium nascente (quello della TV) che si rivoluzionò in quei 10 anni, e che fu anche specchio fedele della società... Te pensi che non ci sia stato di meglio, dopo.

E il cinema! Gli anni Ottanta furono tra i più memorabili per la storia del cinema. Tanti tanti cult che, guardati con gli occhi di oggi, forse, non sembrano più scintillanti come trent'anni fa, ma che sono stati e resteranno, sempre, pietre miliari.
Ghostbusters, Karate Kid, Corto circuito, Gremlins, Terminator, Scuola di polizia, Guerre Stellari, Highlander, i film di Star Trek e di Indiana Jones, Blade Runner, I Goonies, Stand by me, Ritorno al futuro, Porky's, La mosca, Rain man, Turner e il casinaro, Gli intoccabili, C'era una volta in America, Toro scatenato, Scarface, Alien, Predator, Platoon e Full metal jacket, 1997: Fuga da New York, il Batman di Tim Burton, Un lupo mannaro americano a Londra, L'ultima tentazione di Cristo, Robocop, Nightmare, Omicidio a luci rosse, Beetlejuice, Abyss, La storia infinita, Ladyhawke, Il principe cerca moglie, Trappola di cristallo...
ma anche Il ragazzo di campagna, Bomber e Banana Joe, Non ci resta che piangere, e tonnellate di altri meno cult ma sempre memorabili.

"Cosa resterà degli anni Ottanta"?

giovedì 19 giugno 2014

Wolfenstein: The New Order. Commento

Tirando la cinghia sto mese sei riuscito a portare a casa per la tua XBOX 360 - ormai dimenticata da mamma Microsoft, sigh! - Wolfenstein: The New Order, figlio di quel Wolfenstein 3D che ha fatto la storia degli sparacchini in soggettiva, di id Software e di programmatori talentuosi quali John Romero e John Carmack.
Perché, dopo tonnellate di documentari del National Geographic sui nazisti, avevi voglia di tornare ad imbracciare un fucile a pompa e darle di santa ragione a quei quattro sturmtruppen der cazzo, mentre gridano "nein, so was!".
Ma Wolfenstein: The New Order è anche fratello di quell'altro brand id che hai accattato l'anno passato, ossia RAGE, col quale condivide l'amore per il singleplayer e lo stupenderrimo motore grafico id Tech 5 - che utilizza la tecnologia delle MegaTexture, che permettono un colpo d'occhio eccezzziunale veramente degli ambienti (installazione su disco rigido del 1° disco - su 4! - permettendo).


Il gioco si presenta benone. Sfavillante e cinematografico, fluido, discretamente lineare (come piace a toi!) e con un buon numero di armi. La produzione MachineGame miscela grafica nexgen con un gameplay old school; leggi: mancanza di rigenerazione automatica della vita (bisogna usare i medikit), presenza dell'armatura e munizioni che saltano fuori dai nemici accoppati... buttandoti pure nel pentolone un sistema di capacità upgradabili, e occasionali fasi stealth. Peccato solo per diversi bug e per il volume tremendamente basso del doppiaggio italico.
È il 1960, la Seconda Guerra Mondiale è finita e i nazisti sono i trionfanti vincitori. Tramite l'impiego della forza e dell'intimidazione, hanno piegato persino le nazioni più potenti e il regime nazista governa il mondo col pugno di ferro. Sul mondo incombe una realtà da incubo: il credo della superiorità razziale ariana è dilagato a tal punto da togliere ogni volontà o possibilità di riscatto. Tu, nei panni del Capitano Blazkowicz, eroe di guerra americano, devi sferrare l'impossibile controffensiva combattendo un esercito inarrestabile di supersoldati e robot.
Insomma, superato un prologo di 2 capp. tutt'altro che accattivante (ed ambientato nel 1946), il titolo sfoggia una componente narrativa e un'ambientazione (tra cui una Berlino supermoderna, una location sommersa e una base lunare) di ottimo livello - che fondono sapientemente il 1° storico Wolfenstein col classico di Philip K. Dick La svastica sul sole (secondo il quale i nazisti avrebbero pure inviato razzi su Marte) - con soluzioni originali ed una splendida caratterizzazione del mondo di gioco. Ritagli di giornale, poster di propaganda... persino dischi registrati in tedesco, ya: il team si è dato proprio da fare per raccontare anche visivamente il Nuovo Ordine del Terzo Reich.

c'hai ragiune... questi erano altri!
E giusto per fare il Precisino Della Fungia, ti senti di dire che affettivamente, durante le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale, la propaganda nazista diffuse la voce che la Germania stava sviluppando delle wunderwaffen (letteralmente "armi-meraviglia" o "armi-miracolo"), cioé una serie di super-armi che avrebbero cambiato radicalmente le sorti del conflitto. Ma solo alcune di esse videro realmente la luce.
Epperò, per dovere di cronaca, devi aggiungere pure che già dagli anni Quaranta si sono diffuse teorie cospirative circa la costruzione di UFO da parte dei nazisti, veicoli con i quali costoro sarebbero pure riusciti ad accedere al sottosuolo terrestre (sì, hai capito bravo, nella cd. Terra cava) dall'Antartide, luogo ove installarono pure la famosa Base 211 (nota come Neu Berlin).


Ma a te sembrano solo fandonie. Ed è ora di tornare a Castello Wolfenstein.

mercoledì 11 giugno 2014

JLA: Libertà e giustizia. Commento

L'altro giorno ricevevi un messaggio dal tuo fumettaro di fiducia che t'era inaspettatamente arrivato JLA: Libertà e giustizia di Planeta, da te ordinato eoni fa e smarritosi tra le pieghe del tempo.
L'hai ritirato e ieri hai finito di leggerlo.
Credi non ci sia bisogno di presentazione di questa piccola perla.
Scritto da Paul Dini e illustrato dal Gran Maestro Alex Ross, JLA: Libertà e giustizia fa parte del progetto che ha compreso anche Batman: Guerra al crimine, Superman: Pace in Terra, Wonder Woman: Lo spirito di verità e Capitan Marvel: Il potere della speranza, e che ha richiesto ai due ben sei anni di lavoro.
JLA: ecc... è un grandissimo e graditissimo tributo alle grandi icone dell'Universo DC della Silver Age (è noto che Ross è legato all'epoca pre-Crisis e si rifiuta di tratteggiare i supereroi in maniera eccessivamente moderna). Perché grazie ai suoi disegni, vera e propria opera d'arte, e ai bellissimi testi di Dini, la storia trasuda quelli che sono i valori dei protagonisti, dimostrando una forza emotiva che tant'è! e tracciando quindi, giocoforza, la differenza tra gli eroi DC e quelli Marvel.
Perché è innegabile - riprendendo le parole di un altro blog (Comicsverse 101 cit), che "gli eroi e le eroine DC sono fortissimi, bellissimi e mitici. Sono tutto quello che vorresti essere. Sono leggende, eroi, non i nostri Dei, ma i nostri Campioni; non i nostri padroni, ma i nostri Cavalieri. Nati per servire, vigili per insegnare che "libertà è rispetto", e "giustizia è limite", diventando simbolo di un mondo migliore, dove i costumi colorati, le avventure, i sorrisi e la giustizia sono la norma. Gli eroi e le eroine Marvel sono più semplici. Uomini e donne con i loro problemi. Sono molto più simili a noi, in un mondo dove non sempre un costume ti salva la giornata. Questo però vuol dire anche che è molto più semplice usare i personaggi DC per creare grandi opere che diventano pietre miliari del fumetto, perché sono storie che è facile assimilare all'epica classica. L'Universo DC ha una mitologia forte, duratura, un mondo dove l'impossibile non esiste. In Marvel, invece, è difficile realizzare un'opera singola che colpisca".
Vangelo, amen.

lunedì 9 giugno 2014

WWDC + E3 2014 (aggiornato e chiuso)

Lunedì scorso - 2 giugno, mentre nei cieli della capitale schizzavano le Frecce tricolori - hai seguito live il keynote Apple.
Come avviene ormai puntualmente da un paio d'anni, le tue aspettative erano basse, e la delusione che temevi s'è avverata.
Fortunatamente niente delle inutili diavolerie rumoreggiate in Rete (iTV e iWatch).
A parte iOS 8, che altro non è che il 7° con piccole novità e senza le tante feature che noi Apple user chiediamo da tanto, troppo tempo, il resto della conferenza è ruotato attorno a OSX 10.10.
Tim Cooke ti piace sempre meno.
Meno fascinoso di Jobs.
Meno animale da palcoscenico.
Più egocentrico - come quando ha sfacciatamento invitato il pubblico ad alzarsi per applaudire gli ingegneri di Cupertino. E te sei rimasto seduto.
E c'ha pure la faccia tosta di dirti che il 97% degli utenti di iOS 7 si reputano completamente soddisfatti dell'update. Be', te sei tra il 3% rimanente.
OSX 10.10 Yosemite è un grosso pugno allo stomaco. Eredita l'interfaccia piatta di iOS 7, spazzando definitivamente anche dai sistemi desktop la filosofia jobsiana dello scheumorfismo e cestinando la vecchia interfaccia Aqua a favore di un flat design semplicistico e minimalista. E introducendo zero in termini di innovazione.
Sorvolando sul nome tristissimo da parco naturale (o se preferisci, da cartone animato)...
Spotlight che cerca anche su Wikipedia? ma mi faccia il piacere!
mark-up in Mail? niente che non si potesse già fare con qualche plugin!
Messaggi con tread, gruppi e messaggi audio? WhatsApp docet!
iCloud drive? uh... esiste ancora qualcuno che non usi Dropbox?
AirDrop tra dispositivi mobili e desktop? meglio tordi che mais!
Centro Notifiche aperto ai widget di terze parti? bon... con tanti saluti alla bonanima della Dashboard.
Sì, va be': il nuovo linguaggio Swift, il 3D via Metal ed HealthKit. Ma te non sei sviluppatore, come il 97% dell'utenza, quindi poco ti frega!
Eppoi le nuove icone non si possono proprio vardare, specie quella del Finder! ma almeno sarà aggratise. Sì, ok, stai fresco che dopo averlo installato e usato per un paio di mesi, nessuno vorrà tornare a Mavericks. Quindi dichiari aperta la stagione dei conigli. O delle anatre.


Per fortuna che stasera c'è la press conference di mamma Microsoft, che come da tradizione inaugura ed apre l'E3. E speri che la casa di Redmond non ti deluda (Phil Spencer salvaci te). Che ormai c'hai più aspettative per i videogiochi e Windows Phone che per il Mac. Intanto hai apprezzato tantissimo la decisione di togliere il KINOTTO dalla XBOX One!

Riecchite.

le foto dei giochi ve le andate a cercare altrove!
Purtroppamente niente di ecceziunale in casa Microsoft. Almeno per quelli che sono i tuoi gusti.
Fable Legends, Sunset Overdrive, Phantom Dust (remake, ma tu l'originale manco lo hai giocato), Master Chief Collection (tutti, ma proprio tutti! gli Halo rimasterizzati), Crackdown 3 (ovvero: tamarraggine a palate), un corposo DLC aggratise per Forza Motorsport 5, la nuovissima IP Scalebound (dove un Dante di devilmeicraiana memoria dovrà combattere gigantesche creature a bordo di un drago sputafuoco! °_°), l'allucinante DLC Super Ultra Dead Rising 3 Arcade Remix Hyper Edition EX Plus α dove Capcom cita se stessa prendendosi anche un po' per il chiul, e l'indie White Night, avventura horror completamente in bianco e nero dalla fortissima caratura artistica.
Eppoi un sacco di roba bella, tipo:
Assassin's Creed: Unity, ambientato nella Francia della Rivoluzione (perché hai adorato le ambientazioni dell'Italia rinascimentale del II° e queste qua sembrano altrettanto epiche. Eppoi il multi...), il bestiale Dragon Age: Inquisition, il seguito del sottovalutatissimo ribùt di Tomb Raider, The Witcher 3, il nuovo DOOM, Mortal Kombat X, Mass Effect 4 (saga che t'è caduta dal cuore dopo il pessimo ep.), tanto, troppo, sport, il rifacimento di una delle migliori avventure punta-&-clicka di sempre, ovverosia Grim Fandango... e il promettentissimo No Man's Sky, nel quale tutto, ma proprio tutto verrà generato in tempo reale (non solo grafica, ma anche biomi, effetti particellari, vita artificiale, illuminazione e conformazione del territorio). Tutti titoli spettacolari ma quasi certamente multipiatta. E tutti in arrivo nel 2015. A ciò aggiungi anche che i titoli annunciati l'anno scorso (Arkham Knight, Halo 5, The Order 1886, Metal Gear Solid V, Destiny e Quantum Break) sono stati rinviati all'anno prossimo venturo, e capisci che la Nuova Generazione deve ancora iniziare.
Sony invece:
un paio di corposi DLC (a pagamento) per Killzone e InFamous, la nuova avventura dei pupazzi di pezza di Little Big Planet, Uncharted 4, la rimasterizzazione di Last of Us, la nuova IP horror Bloodborne (che dal trailer sembra cupissimo e gustosissimo), e il promettente indie ABZÛ.

E poi c'è stata il mini briefing Nintendo.
Nintendo è composta da questi cervelloni, ancora in grado dopo anni di sfornare idee geniali, eppure capaci di spegnere completamente i loro neuroni quando si tratta di comunicazione, marketing e di stare al passo coi tempi... Ma il nuovo Legend of Zelda open-world, Signori Miei, con uno stile grafico a metà tra i colori pastello di Wind Waker e la maturità artistica di Twilight Princess: pochissimi secondi che t'hanno pietrificato più di qualsiasi Dragon Age, Elder Scroll, Dark Souls e Witcher! davvero IL motivo per accattarti la Wii U (assieme al fatto che agogni ancora di giocare a Skyward Sword).
L'è dura ammetterlo, ma anche quest'anno l'E3 è stato un po' fiacco. Tonnellate di sparatutto e poca innovazione. E troppe, imho, esclusive per ciascuna consolle. Come se in questi tempi di crisi TU possa accattarti più di una piatta...