sabato 22 giugno 2013

Le sirene esistono davvero?

Ieri sera hai visto su Discovery Channel Sirene: il mistero sarà svelato, quello che a prima vista t'è sembrato un documentario vero e proprio e che poi hai scoperto, in realtà, essere un docu-fiction, ovverosia un "finto documentario". Mannaggialloro!
Perché, come quando hai visto in TV l'autopsia sull'alieno di Roswell, o il servizio sul cucciolo di drago sotto spirito, c'avevi quasi creduto!
Perché il documentario sembrava vero, con testimonianze di gente oscurata per rimanere nell'anomimato, filmati talmente grezzi da sembrare amatoriali, e ricostruzioni varie di ogni tipo.
Eppure, subito dopo l'uscita del docu-fiction un paio d'anni fa, pare che il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), l'agenzia federale oceanografica degli States, ha sentito la necessità di dover dichiarare ufficialmente che "le sirene non esistono"!
Why?

Ocio: est una ricostruzione!!!
Il docu-fiction partiva da una serie di prove scientifiche o presunte tali:
in qualsiasi cultura esiste il mito delle sirene, ovvero di leggendarie creature marine metà umane e metà pesce (perlopiù di sesso femminile); dall'Antica Grecia al cristianesimo (v. il dio Dàgon), dalla Cina alla mitologia nordica, passando per gli avvistamenti di navigatori quali Cristoforo Colombo e per le antiche pitture rupestri ritrovate in una grotta di arenaria in Egitto. Presso alcune tribù africane, c'è la credenza che le misteriose creature anfibie (qui chiamate Nommo) sarebbero arrivate sulla Terra millenni fa, dal sistema Sirio;

la registrazione, nel 1997, da parte del NOAA, di un suono ultrasonico - battezzato "Bloop" - di origine sconosciuta e decisamente "complesso" che, secondo alcuni ricercatori, sarebbe la prova dell'esistenza di una specie sottomarina intelligente sconosciuta;

la vera teoria del biologo marino Sir Alister Hardy della "scimmia acquatica", la quale sostiene che le proto-scimmie avrebbero attraversato una fase anfibia nel loro percorso evolutivo. Ad un tratto, un gruppo dei nostri progenitori si sarebbe spinto sulla terraferma, adattandosi definitivamente e dando vita ai primati arboricoli (dai quali, alla fine, siamo discesi noi esseri umani), mentre un altro gruppo sarebbe rimasto in mare, spingendosi sempre più in profondità e dando vita ad una specie cetacea antropomorfa. Hardy giunse a questa teoria quando si rese conto che:
- grasso sub-dermico: l'uomo, a differenza di tutti gli altri mammiferi terrestri, ha uno strato di grasso sottocutaneo, esattamente come i cetacei, che con quel grasso riescono a mantenere costante la temperatura corporea sott'acqua;
- pelle nuda: l'uomo non possiede una pelliccia, ma solo peli molto sottili e poco folti. Secondo la teoria comune, gli ominidi avrebbero perso la pelliccia per l'eccessiva arsura della savana; tuttavia le altre scimmie e quasi tutti gli altri mammiferi posseggono ancora una pelliccia! Secondo Hardy, la perdita di pelo sarebbe dovuta al trascorso nell'acqua dei nostri antenati. Prova ne è che gli unici mammiferi senza pelliccia (ippopotamo, elefante e rinoceronte) sono animali che trascorrono gran parte del loro tempo in acqua;
- bipedalismo: l'uomo è l'unica specie animale a camminare perfettamente eretta su due zampe. Secondo la teoria comune, gli ominidi avrebbero iniziato a camminare sulle zampe posteriori perché nella savana vi erano pochi alberi. Teoria che ha molti punti deboli, visto che camminare su quattro arti è indubbiamente più comodo e meno dispendioso di energie: l'acquisizione dell'andatura bipede ha comportato infatti una ristrutturazione radicale della nostra anatomia e va quindi interpretata come un avvenimento straordinario e niente affatto conveniente. D'altronde, le altre scimmie sono in grado di camminare su due zampe solo per brevissime distanze. Secondo Hardy, gli ominidi avrebbero appreso la perfetta postura eretta camminando immersi dentro l'acqua;
- coscienza del respiro: l'uomo, a differenza di tutti gli altri mammiferi terrestri, riesce a trattenere il fiato, esattamente come i cetacei, che riescono a trattenere il respiro ed esserne consci.
Una lettura estrema della teoria di Hardy ha portato alcuni studiosi ad ipotizzare l'esistenza attuale di umanoidi acquatici intelligenti che vivono in società complesse nel fondo dell'Oceano! Intelligenti o meno, l'esistenza di queste timide creature, sarebbe all'origine delle leggende sulle sirene tanto decantate anche da Omero nella sua Odissea. Ma magari non sono proprio come le bonazze con le zinne di fuori che seducevano, col loro canto, i marinai!

i classici e ripetuti ritrovamenti, avvenuti anche in epoca non recente, di carcasse di specie acquatiche sconosciute arenatesi sulla spiaggia, o di grossi squali infilzati con lance e coltelli di origine sconosciuta.
Al di là di ogni convinzione, il docu-fiction t'ha fatto capire che conosciamo meglio la superficie della Luna che le profondità del mare, e che le frontiere dell'Oceano non sono meno inquietanti di quelle dello spazio.

Santi & cani (che detto così è un titolo ambiguo e blasfemo!)

Lo sapevi che il cane, oltre ad essere il miglior amico dell'uomo, è anche il miglior amico di Santi e Beati?

San Rocco sicuramente su tutti.
Strano santo, San Rocco, sempre raffigurato col bastone, una ferita alla gamba e un cane. Strano perché non ebbe una vita normale. Vissuto nel XIV sec., fu infatti un pellegrino. Lasciata la Francia, dove pare fosse nobile e di buona famiglia, iniziò a camminare e a visitare Chiese e santuari, giungendo in Italia (dov'è venerato in tanti paesi), fino a Roma. La ferita sulla gamba è un ricordo della peste, da cui guarì miracolosamente, e dalla quale guarì molti altri. Il cane era Reste, un cane da caccia della muta di Gottardo Pallastrelli, che portava un tozzo di pane quotidianamente al Santo.

Un altro santo che viene rappresentato regolarmente con al fianco un cane, è San Giovanni Bosco. Patrono dei giovani vissuto in Italia nel XIX sec., egli dedicò tutta la vita ad educarli e a farli cristiani. Ebbe come nemici alcuni uomini, che volevano tenere i ragazzi nell'ignoranza e nel vizio per poterli meglio sfruttare. Costoro tentarono di ucciderlo tre volte, ma non ci riuscirono mai. Don Bosco fu salvato tutte le volte da un misterioso cane. Un grosso cane grigio; un animale enorme, possente, da far paura, che appariva e scompariva. Nessuno seppe mai da dove veniva e dove andava, ma con don Bosco e i suoi ragazzi, il Grigio fu sempre docile e gentile.

Altri Santi raffigurati con i cani (veri e propri co-protagonisti della vita di santità dei Santi) sono Santa Adeloga, monaca benedettina con un cane da caccia sempre al suo fianco; San Bernardo d'Aosta, con (manco a dirlo!) un san bernardo; Santa Cristina di Bolsena, con una cagnolina; Sant'Egidio Abate, con un bracco italiano; Sant'Eustachio Placido, addirittura con una muta di cani da caccia a seguito; San Pietro Canisio, con un levriero, etc... etc...

Poi ci sarebbe San Francesco d'Assisi, il Santo che parlava con tutte le creature animali e che ebbe un rapporto particolare col feroce Lupo di Gubbio... che secondo alcune credenze sarebbe stato un lupo mannaro... ma "questa è un'altra storia e si dovrà raccontare un'altra volta".

E poi:
No, forse non è un Santo...

L'Uomo d'Acciaio. Commento

Uellà! due volte al cinema in un mese: che lusso! Ma questo reboot di Superman ti stuzzicava troppo per non vederlo (da solo!) nei tempi giusti... d'altronde è degli stessi autori di 300 (Zack Snyder - regia) e della nuova trilogia batmaniana (Christopher Nolan - soggetto‎).
Che poi non hai del tutto capito la necessità di un reboottone sull'Uomo d'Acciaio perché sei stato probabilmente tra i pochissimi ad aver apprezzato quel Superman Returns del 2006 interpretato da Brandon Routh (nei panni del superuomo). Nondimeno hai apprezzato anche questo L'Uomo d'Acciaio.

Chi è Superman lo sanno tutti: è il primo supereroe DC ad essere apparso, avendo debuttato tra le pagg. di Action Comics #1 nel 1938. Dopo di lui arriveranno tutti gli altri, Marvel compresa. È l'apoteosi del concetto di supereroe e dell'altruismo. È il superuomo che si mette a disposizione della collettività, anche a rischio della propria vita.

Il film si apre con la nascita di Kal-El su Krypton. Come in qualsiasi film su Superman che si rispetti. Ma non te la cavi coi 10 min di bianco abbagliante della prima storica pellicola cult interpretata dall'insuperato Christopher Reeve! Dovrai sorbirti una mezz'ora buona di cospirazioni e battaglie su una Krypton infarcita da una fauna, un'atmosfera e una tecnologia sufficientemente e credibilmente alieni, e con Russell "Gladiatore" Crowe nei panni che furono di Marlon Brando, ossia Jor-El, padre naturale di Superman. La storia è un chiaro rifacimento di Superman II:
"pur con l'assenza di Lex Luthor - presente in Superman II, ma qui chiaramente conservato per il già annunciato sequel - ritroviamo il gruppo dei tre kryptoniani salvatisi dall'esplosione del pianeta: il Generale Zod, Faora Hu-Ul e Nam-Ek (o Non? comunque: il grosso del trio), scacciati dal loro popolo perché rivoluzionari e sovversivi. Costoro giungono sulla Terra, dopo oltre trent'anni di vagabondaggio, per vendicarsi di Jor-El (volendosi rivalere sul figlio... lo dice anche la Bibbia: le colpe dei padri ricadranno sui figli!), e sottomettere la Terra alla loro autorità, per ricostruire, sui cadaveri dei suoi abitanti, una Nuova Krypton".
Purtroppo gli manca la brillantina e il ricciolo ribelle di Reeve!
Il montaggio non cronologico, che spezza continuamente il ritmo con tonnellate di flashback, riprende chiaramente la tecnica narrativa già sperimentata da Nolan in Batman Begins: quindi ti ritrovi un Clark Kent adulto e malinconico in giro per il mondo, alla ricerca di sé stesso e delle risposte alle sue millemila domande, con il passato vissuto nella fattoria di papà Kent (Kevin Costner) in quel di Smallville, che ogni tanto fa capolino. Da qui in avanti assisterai alla consacrazione di Superman come "boy-scout d'America", in lotta contro il Trio Drombo di cui sopra.
La pellicola è forse esageratamente lunga e verbosa (dueoremezza!), e nell'ultima ora si trasforma in vero e proprio disaster movie. Ma d'altronde: ad un superuomo gli vuoi dare o no delle superminacce e dei supercombattimenti?! A te sembra ovvio.

Rispetto ai precedenti film di Richard Donner - graziati da una componente umana e da un tocco di commedia - questo L'Uomo d'Acciaio si conferma come l'interpretazione più realistica del "mito" di Superman. Henry Cavill ha il physique du role, e Snyder e Nolan sono riusciti nella difficile impresa di non farti stare sulle balle l'eroe rossoblù. Anzi, di più: la lotta interiore di Clark per venire a patti con la sua natura aliena e semidivina, e con un mondo che non lo merita e che, per natura, lo rifugge, lo isola e lo emargina, e il duplice rapporto padre-figlio - da un lato Jor-El che con la speranza e l'amore nel cuore, salva la vita al figlio mandandolo sulla Terra ("col tempo li aiuterai a compiere meraviglie"); dall’altro Jonathan Kent, pragmatico campagnolo del Kansas che, seppure cerchi di proteggerlo, riconosce nel figlio adottivo le molte specialità: "dovrai decidere che tipo di uomo vuoi diventare da adulto, chiunque sarà quell'uomo, buono o cattivo, è destinato a cambiare il mondo" (perché "da grandi poteri derivano grandi responsabilità"... ?) - ti hanno più di una volta commosso. Eh, già!
Non conoscendo praticamente per nulla il Superman cartaceo, non ti senti di dire null'altro sulla riuscita delle altre caratterizzazioni (Lois Lane, il direttore del giornale di Metropolis, etc...). Peccato solo per l'assenza della "Fortezza della Solitudine" e per qualsiasi riferimento alla kryptonite (l'unico materiale che può danneggiare Superman), ma alla fine del film vengono finalmente poste le basi per un Superman nerd che va a lavorare come reporter al Daily Planet.

Il film non è un capolavoro ma neanche la spazzatura che molte recensioni vogliono far credere; è un film più che buono che piacerà sicuramente agli appassionati e che probabilmente, stavolta, riuscirà a gettare le basi dell'Universo DC sul grande schermo.
Voto: ★★★★★

Dragonero. Commento

Stamattina ti senti in vena di bloggare. E allora giù con la prima rece: Dragonero!
Dragonero nasce in casa Bonelli nel 2007 come semplice "romanzo grafico" (parola italica per indicare le graphic novel). Lo acquistasti perché eri alla spasmodica ricerca di un fumetto che concretizzasse su carta il fantasy. Da un lato, infatti, già leggevi Nathan Never che - ispirandosi al meglio della fantascienza cinematografica, televisiva, nipponica e letteraria - aveva creato un mondo fantascienzo (cit.) credibile e gagliardo. Ma ti mancava un contrappeso, un'altra lettura fumettosa che facesse lo stesso per il fantastico. Dragonero, appunto, che però all'epoca era un banale volume unico.

Non ricordi granché di quel Dragonero. Certamente Stefano Vietti & Luca Enoch avevano realizzato una storia che "saccheggiava" la fantasy letteraria più fortunata:
"Aldilà delle terre civilizzate di un mondo fantastico (l'Erondàr), oltre la ciclopica Barriera del Vallo (Cronache del Ghiaccio e del Fuoco docet!), i giganteschi monoliti che tengono in vita l'antico Divieto, il sigillo che incatena gli abomini nel loro buio mondo aldilà del mondo degli uomini, sta per essere infranto (mmmm, Le Pietre magiche di Shannara?). Il Mago Alben allora deve convocare una potente tecnocrate (esperta di materie tecnico-scientifiche), una monaca guerriera, un'elfa, un orco e l'ex ufficiale dell'Impero Ian Aranill (altrimenti detta la Compagnia dell'Anello), membro dell'antica famiglia dei Varliedàrto, detto Dragonero per aver ucciso un drago malvagio".
Ripeti che non ricordi molto della storia originale - senonché rasentasse appena la sufficienza - ma evidentemente deve aver riscosso un discreto successo se Bonelli, in piena crisi, ha deciso, questo mese di giugno, di trarne una serie regolare ambientata alcuni anni dopo.
Non è che da 94 pagg, che lasciano pure in sospeso la trama per il #2, riesci a dire granché, ma l'attesa e le aspettative erano tante. D'altronde, Vietti ed Enoch si erano sprecati a dare anticipazioni a cadenza regolare tramite un blog/finto diario di viaggio. Gli autori hanno messo su carta un'avventura ben equilibrata, nonostante i continui salti temporali tra presente e passato, e ricca d'azione, conseguenziale a chi ha già letto la storia precedente (tu!), ma ideale anche per chi si avvicina per la prima volta a questo mondo. Speri, ovviamente, che siano capaci di portare avanti un mondo fantasy credibile e ricco, almeno per un centinaio di numeri. Perché oltre già sai che non arriverai. E a sviluppare un personaggio interessante, eroico e tosto ad un tempo... che sai, del tipo di Geralt di Riva?
Purtroppamente sei ancora alla ricerca di una serie weird, 'ché Dylan Dog non l'hai mai potuto tollerare... Dai Bonelli regalaci anche questo!

Dragonero #1
di Stefano Vietti, Luca Enoch, Giuseppe Matteoni
ed. Bonelli, B, 94 pagg, B/N, € 3,30
Voto: ★★★★★

giovedì 20 giugno 2013

Your feedback matters: update on XBOX One

Ancora non ne hanno parlato in molti, ma la notizia shock di stamane, e che ti ha fatto riprendere dall'abisso nel quale eri caduto dopo gli annunci di Sony all'E3, è che Microsoft ha accolto i feedback negativi ricevuti dalla sua utenza ed ha eliminato i DRM, la connessione internet obbligatoria e i blocchi anti-usato e regionali dalla prossima XBOX One. Finalmente la (futura e prossima) consolle-war tra Microsoft e Sony ('ché Nintendo è spacciata, lo sanno anche i sassi!) sarà davvero ad armi pari. Tutto sommato per Microsoft è stato meglio togliere i controlli che rischiare di perdere il bacino d'utenza conquistato in questi ultimi otto anni.
"La scorsa settimana all'E3, l'entusiasmo, la creatività e il futuro della Nostra industria sono state in mostra per un pubblico globale.
Per Noi, il futuro si presenta sotto forma di
XBOX One, un sistema progettato per essere il posto migliore per giocare per gli anni a venire. Abbiamo progettato un sistema in grado di sfruttare appieno i progressi della tecnologia al fine di fornire un importante passo avanti nel gioco e nell'intrattenimento. Abbiamo immaginato una nuova serie di vantaggi, come la condivisione digitale, e nuovi modi per acquistare i giochi. Noi crediamo nei benefici di un futuro digitale connesso (...)
Poi ci avete detto quanto amate la flessibilità che avete oggi con i giochi forniti su disco. La capacità di dare, condividere e rivendere questi giochi a vostra discrezione è di incredibile importanza per Voi. Lo è anche la libertà di giocare offline, per un certo periodo di tempo, in qualsiasi parte del mondo.
Così, oggi annuncio le seguenti modifiche a
XBOX One la quale permetterà di giocare, condividere, prestare e rivendere i Vostri giochi esattamente come si fa oggi su XBOX 360. Ecco che cosa significa:
Una connessione a internet non sarà necessaria per giocare offline - Non vi sarà alcun obbligo di connessione ogni 24 ore e si potrà utilizzare
XBOX One ovunque desideriate.
Prestare, rivendere, regalare e affittare i giochi basati su dischi, proprio come si fa oggi - Non ci saranno limitazioni per l'utilizzo e la condivisione di giochi (...)
Ma questi cambiamenti avranno un impatto per alcuni degli scenari che abbiamo precedentemente annunciato. La condivisione di giochi funzionerà come oggi, condividendo semplicemente il disco. E, in modo simile a oggi, per i giochi basati su disco, sarà necessario che il disco sia all'interno del vano del lettore ottico.
Abbiamo ascoltato e abbiamo sentito forte e chiaro dal feedback che si desidera il meglio per entrambi i mondi.
Grazie ancora per la Vostra sincera opinione. Il Nostro team continuerà ad impegnarsi per rimanere in ascolto, raccogliendo feedback e fornendo un ottimo prodotto per Voi entro la fine dell'anno."

Don Mattrick, President, Interactive Entertainment Business, Microsoft Games Studio
Ma sai che c'è? Sei dispiaciuto. E non sei contento al 100% dell'annuncio. Perché dal comunicato stampa di Don Mattrick si evince l'amarezza di un uomo per un'utenza che non ha sostenuto le scelte della sua azienda (è pure vero che Don non aveva ancora capito che il "popolo delle consolle" non è un popolo fedele...). Scelte che, sebbene sembrassero andare contro i consumatori, invero offrivano reali nuove opportunità - come lo sharing online dei titoli e il gaming anywhere. Una ventata d'aria fresca, insomma, che avrebbe potuto rinnovare il mercato videoludico domestico, ormai da trent'anni basato sullo stesso modello del supporto fisico! Il ritorno/conferma del "modello classico" comporterà altresì l'eliminazione degli unici controlli e meccanismi che avrebbero potuto davvero combattere la pirateria e dimezzare il prezzo dei giuochi.
Quello che più ti ha infastidito di tutta questa storia è che la gente non ha fatto altro che lamentarsi, dichiarandosi "non pronta" a quello che voleva Microsoft, poi però è la stessa gente che è connessa 24 ore su 24, 7 gg su 7 all'internet coi propri smartfonzie e tablò! Perché chi cacchio è oggi che non ha internet?
Gente che si è lamentata perché così non avrebbe potuto portarsi in vacanza 5 kg di consolle... ma se vai in vacanza ci vai soprattutto per rilassarti e divertirti, non per stare attaccato alla TV, nevvero?
Gente che vuole compravendere usato e prestare i propri titoli perché € 60 di videogiuoco non se li può permettere... poi però è la stessa gente che spende ottocento euri in iPhone!
Se altre società, come Apple, vendono software, musica e film solo ed esclusivamente tramite app store (contenuti che non possono certo essere prestati o rivenduti), o Google, profilano sfacciatamente la propria utenza usurpandone i dati personali, allora è tutto OK... se Microsoft fa una scelta audace e cerca di rivoluzionare un mercato, allora è sbagliato, monopolistico e scorretto.
Perché - dillo! - la politica di Sony di eliminare qualsivoglia controllo, è chiaramente quella di una società che ha paura del nemico, che ha perso nell'attuale generazione e che vuole ritornare alla politica pro-pirateria che tanto l'ha avvantaggiata nell'era @32-bit e @128-bit!
Ora sai che c'è? Che se giri blog e forum sono tutti a lamentarsi del dietrofront di Redmond, che sono "pagliacci" e "mancano di coerenza", e che "hanno paura di Sony". Mavvaffa...

Invece ora puoi dire con serenità che i boxari rimarranno su XBOX e che Sony non tornerà mai più leader del mercato. Soooca! E sei sicuro che Microsoft saprà rinnovare il divertimento videoludico grazie all'accoppiata KINECT+SmartGlass e alla sua line up di lancio eccellente! E grazie all'altra genialata, il cloud processing, che fortunatamente verrà conservato. Il cloud alleggerirà la consolle dai calcoli tramite server remoti dedicati, con risultati - a dire di Microsoft - eccezionali. Mamma Microsoft promette infatti che col cloud potrà spingere anche di oltre 8 volte il limite elaborativo teorico di XBOX One!
imho, ne vedremo delle belle.

lunedì 17 giugno 2013

L'ultima mia fissa (ma non troppo): Diabolik

Avevi detto (tue testuali parole!) che, a seguito della lettura di DK: Io so chi non sono, che t'era piaciuto davvero, avresti "recuperato quantomeno una mezza dozzina de I Grandi Diabolik".
E l'hai fatto. Recuperando sulla Baia innanzitutto i remake dei primissimi storici episodi scritti dalle sorelle Giussani, ovvero: Il Re del terrore e L'arresto di Diabolik, per poi proseguire con i GDK estivi e autunnali (che quelli primaverili sono ambientati nel passato e preferisci evitarli, almeno per il momento) e cioé: Un tesoro rosso sangue, La vendetta ha la memoria lunga, Eva morirà tra sessanta secondi e Nei sotterranei di Clerville.
Intanto devi premettere che in Diabolik non esiste praticamente una continuity. E ciò ti era inizialmente parso strano visti 50 anni di successo editoriale! Che poi la cosa è più naturale ed ovvia di quanto possa sembrare, giacché gli eventi accadono semplicemente nell'ordine di pubblicazione (es. un furto in un museo del 1980 è accaduto prima di un colpo in una banca del 1995. Punto. Stop. Elementare). Per quanto Mario Gomboli (attuale editor all'Astorina), proprio con i GDK, sta lavorando nella direzione di costruire una continuity quantomeno essenziale, ricollegandosi spesso agli albi storici e agli eventi passati più amati.
Poi a Clerville (la città fittizia dove avvengono principalmente le avventure di Diabolik, modellata sulla reale Marsiglia), non esistono nemici ricorrenti, all'infuori dell'Ispettore Ginko - antagonista giurato del ladro - e vi sono pochissimi personaggi ricorrenti (Bettina, Gustavo Garian, Saverio Hardy e la Duchessa Altea). Ciò sta benone ai suoi lettori... e tutto sommato lo condividi: Diabolik è un ladro, un antieroe, un personaggio che vive nell'ombra, che pertanto, per sua natura, deve avere pochissime relazioni sociali.

Ma... ad eccezione dei remake (quello de Il Re del terrore è sceneggiato da Alfredo Castelli: una garanzia!), Diabolik t'è davvero piaciuto molto poco. Per un insieme di elementi: disegni spesso non al top; sceneggiature e storie più sempliciotte e prevedibili di quanto ti aspettavi; leggibilità troppo rapida (il ridotto numero di vignette per tavola e le battute limitate fanno sì che 200 pagg di fumetto "vòlino" in appena mezz'ora!). Diciamolo anche: il duo Diabolik/Eva Kant è più romantico che criminale... e te non è che sei l'uomo più romantico del mondo: sbaciucchiamenti di qua e "amore mio" di là, un po' fastidio ti danno! Quindi, dopo aver letto la maggior parte dei GDK di cui sopra, avevi deciso di "bocciare" Diabolik e, semmai, proseguire solo DK (se e quando avrà un seguito). Con tutto il rispetto di chi questo personaggio lo ama e lo legge da anni!
Poi però t'è arrivato l'ultimo lotto di GDK, quello contenente Il tesoro di Diabolik e Alla ricerca della Stella di Ampur, e qui le cose sono andate mooooolto meglio. Storie ben sceneggiate - quasi da giallo Mondadori, ben disegnate e più ricche di dialoghi. Anche perché più recenti (l'una del 2009, l'altra del 2011).
Morale: da acquistare solo dopo aver valutato volta per volta.

domenica 16 giugno 2013

Star Trek: Into darkness. Commento

Dopo essere stato perculato alla prima del 12 giugno, quanto ti eri fiondato con mogliera e cognata (sempre tra i piedi...) in quel di Peggio Calabria, al MultiSòla Lumière, dove i responsabili del cinema, nonostante avessero sponsorizzato l'uscita del film già dalle 17:30, allo spettacolo delle 20:00 ti dicono: "eh... che ne so, chiedilo a quello là"; e l'altro: "no, non c'è il film, che è arrivato solo alle 18 e dobbiamo ancora caricarlo (qualunque cosa voglia dire, visto che i film arrivavano su disco!)?! Però se volete vi metto After Earth!" Mavvaffa... perché a te frega zero di Will Smith and Son, e giù di bestemmie in klingoniano!
Poi hai letto alcune recensioni un pelino negative e c'hai detto a tua moglie: "nooooooooooooooooooooo! Qua finisce come Il Cavaliero Oscuro: Il ritorno" (che, per la cronaca, ti ha fortemente deluso).
Finalmente ieri sera hai preso il coraggio e sei riuscito a vedere (in 3D, purtroppamente) il nuovo film reboottone di Star Trek (il XII secondo la vecchia numerazione, il II se preferisci contare dal rilancio). Strano ma vero, nonostante fosse sabato sera, eravate sì e no una dozzina.
In tanti, troppi sicuramente, hanno gridato allo scandalo dopo aver visto Into darkness, nel senso che (hai letto): "tradisce decisamente lo spirito trek"; traduzione: pipponi filosofici, confronto tra culture diverse, etc... etc... Ma te sei un trekker da 30 anni ormai, sin da quando - portavi ancora i calzoni corti - seguivi in B/N la mitica Serie Classica su TMC, eppure non sei mai stato un "fan integralista". Ci stai ai cambiamenti. E l'altrui opinione che un vero trekker non può digerire "l'enorme scimmiottata mescolona infiocchettata di citazioni con la scusa della linea temporale alternativa" (cit. antristica), non la condividi.
Dici, in piena convinzione, che, oltre ad essere un buon film, questo Into darkness è meglio di tutti quelli che hai dovuto subire durante gli anni calanti di The Next Generation. E rinnovi i complimenti a J.J. Abrams.
Mr. J.J. ha operato furbescamente tra tradizione, omaggio e rinnovamento, e i difetti più gravi che gli puoi rimproverare sono: l'aver consegnato ai fan un film che ricalca la trama di Star Trek II: L'ira di Khan (compresa la scena finale, del tutto speculare e complementare, a quella dell'originale); e l'aver prodotto qualcosa che è innanzitutto un tripudio spaccone e fracassone di azione ed effetti speciali alla hollywoodiana maniera.
Ma la direzione presa è questa, e poco ci puoi fare. Quindi, piuttosto prevedibilmente, Into darkness scontenterà molti ma piacerà a tanti altri. Prova ne è che è già tra i primi posti nei box office mondiali ($ 5,660,000) e, solo in Italia, ha incassato 790.000 euri (tra i quali, oggi, ci sono pure i tuoi € 10!).
Nel bel mezzo di una missione in un pianeta remoto, Kirk commette uno degli atti più esecrati dall'intera Flotta Stellare: viola la Prima Direttiva, la legge per la quale non si può interferire con l'evoluzione delle popolazioni dei pianeti incontrati. Per tale motivo, viene degradato al ruolo di primo ufficiale sulla nave dell'Ammiraglio Pike, mentre Spock è riassegnato ad altra nave. Ma: sulla Federazione dei Pianeti Uniti sta per cadere un vero e proprio macigno. Un superagente, dotato di risorse e poteri sovrumani, ha deciso di rivoltarsi, scatenando morte e distruzione. Ecco che quindi, nuovamente sotto la spinta di una grave minaccia, i Nostri vivranno una nuova avventura, che li porterà, tra l'altro, fino a Qo'noS, pianeta madre dell'Impero Klingon.
continui a preferire "l'albino". Ma creare un nuovo nemico, no eh?
La trama (leggi sopra!), anche se con evidenti lacune, ha un buon ritmo ed è arricchita da momenti di funzionale ironia: le due orette 'nzomma, trascorrono senza pensieri... forse "troppo" senza pensieri, perché quando ti sei fermato a pensare c'hai trovato diversi plot hole (buchi narrativi). Le citazioni abbondano e forse, a volte, sono troppo forzate; i temi etici, tanto cari a Star Trek, finiscono nel dimenticatoio, ma una cosa non è morta: il senso dell'amicizia e della lealtà, della famiglia e del sacrificio.
Per le interpretazioni degli attori, vale quello già detto anni fa a proposito del precedente film;
copi & incolli:
"Chris Pine ha la faccia tosta che ci si sarebbe aspettato da un Kirk adolescente, Zachary Quinto è perfetto nei panni del vulcaniano Spock, Karl Urban riesce a ricreare molto bene le mimiche di McCoy che furono di DeForest Kelley. Anche gli interpreti di Sulu, Uhura, Checov e Scotty sono (discretamente) azzeccati".
Questione cattivo: Benedict Cumberbatch si comporta molto bene per tutto il film. Continui però a preferirgli Ricardo Montalbán +. Aveva un non-sai-ché nel suo modo di affrontare la tragedia che manca in Mr. Sherlock. Che però compensa - in parte - con il suo sguardo gelido.
Sul fronte tecnico, molto belle e molto in 3D le riprese IMAX (che vanno dal coloratissimo pianeta Nibiru, alle futuristiche Londra e San Francisco, fino al tenebroso Qo'noS), e ottimi gli effetti speciali (però, J.J., la prossima volta togli quei cazzo di lens flare!). Indubbio che l'Enterprise sia la vezzosa protagonista della pellicola, vuoi con il suo inconfondibile scafo, vuoi con ciò che avviene sul ponte. I protagonisti popolano la plancia coi loro conflitti, corrono, saltano, sparano tra corridoi e tubi di Jeffries...
Purtroppamente, anche stavolta devi far presente le immancabili piccole contraddizioni:
  • Alieni da baraccone
    Se c'è una cosa che ti ha dato fastidio sin dalla prima scena, è quel "retrogusto amarognolo à la Star Wars" che hai dovuto mandare giù più volte, che dà il peggio di sé nel modo in cui vengono rappresentati alcuni alieni. In Star Trek gli alieni sono sempre stati antropomorfi (una cresta qua, due orecchie a punta là, due antenne laggiù...). Nel film invece sono decisamente pezzenti... troppo alla George Lucas;
  • Le astronavi non volano!
    Tutto Star Trek è basato sul concetto di astronavi enormi fatte per restare nello spazio mentre gli equipaggi si teletrasportano a terra o usano apposite navette. Unica eccezione, la sezione a disco contenente la plancia, che può staccarsi in fase di grave pericolo e atterrare. Perché qua l'Enterprise non solo va su un pianeta, ma addirittura va a nascondersi sott'acqua?
  • Superteletrasporto
    Qui il disastro è rilevante. Hai il cattivo che clicka un pulsante e si teletrasporta dalla Terra a Qo'nos. Nonononono. Perché a questo punto ti aspetti che, a fronte di questa scoperta, le astronavi vengano messe in disarmo un'ora dopo: a cosa servono più?
  • Klingon timidi?
    Dopo anni di TNG e DS9, i Klingon li conosci bene, e hai imparato che sono guerrieri orgogliosi, che amano guardare la morte in faccia e che sono convinti che essere uccisi in battaglia sia un onore. Con una psicologia del genere riesci difficile capire come mai i Klingon di J.J. si nascondano dietro ad elmetti che ne coprono completamente il viso (e che li fanno sembrare, più che altro, dei predator). Inoltre, da quando i Klingon preferiscono le armi da fuoco alle più gloriose bat'leth e d'k tagh?
  • Troppa azione, poche idee
    L'idea della spedizione "search & destroy" decisa dall'Ammiraglio Robocop al tavolo della Federazione non è plausibile in un film di Star Trek, dove le battaglie, le vendette personali, la ricerca della gloria e l'accanimento contro i cattivi sono sempre stati in secondissimo piano;
  • Poi dici che le bionde non sono stupide!
    L'hanno detto tutti, lo dici anche tu. Il ruolo della Dott.ssa Carol Marcus è del tutto superfluo (o ridondante, come direbbe Spock). Se lo scopo era quello di mostrarti una biondina in slip e reggiseno, ci si poteva limitare alla classica bellona che flirta con Kirk, risparmiando tempo in fase di sceneggiatura per scrivere una parte apposta per lei. Ah, no 'spetta... ti sei ricordato: la Dott.ssa Marcus c'era anche in Star Trek II: L'ira di Khan, e allooooora... Ok, però lì c'avevi una scienziata di valore che aveva mollato Kirk e non sentiva nemmeno il bisogno di ripensarci, avendo cresciuto loro figlio da sola! qui una tizia che non fa nulla di utile e che alla fine dev'essere pure salvata come ogni principessa che si rispetti!
Voto: ★★★★
sebbene continui a preferire il precedente film.

sabato 15 giugno 2013

Progetto Batman: Joker

Finalmente è arrivato il momento del Joker, o meglio del Ritorno del Joker, visto che anche nell'italica penisola è iniziato il (bellissimo) story arc Morte della Famiglia!
il Joker "classico"
Joker è tra i più pericolosi supercriminali dell'Universo DC. È, a seconda dei casi, sadico e pericoloso, burlone ed eccentrico, grottesco e schizoide, spesso con malcelati comportamenti omosessuali. La sua follia lo rende uno dei più terribili criminali di Gotham City, nonché uno dei personaggi che più hanno commesso omicidi (circa 2.000 tra donne, bambini, eroi e poliziotti).
Le sue vere origini sono avvolte nel mistero e lui stesso si diverte a cambiarle spesso, affermando di non ricordare molto del suo passato e che "preferisce avere più versioni possibili da raccontare". Secondo il The killing joke di Alan Moore e L'Uomo che ride, prima di diventare un genio del crimine, il Joker (il cui vero nome, come ci suggerisce il Batman di Tim Burton, parrebbe essere Jack Napier) è un comico-cabarettista di scarso successo, in serie difficoltà economiche. Pur di mantenere la moglie incinta e dimostrare a lei e a sé stesso di non essere un fallito, decide di associarsi a dei malviventi, assumendo l'identità del fantomatico criminale Cappuccio Rosso. Durante il 1° colpo, una rapina alla fabbrica Monarch Playing Cards adiacente alla Ace Chemical, il piano viene tuttavia sventato dal duplice intervento della polizia e di Batman. Proprio per sfuggire a quest'ultimo, l'uomo inciampa e cade in una vasca inquinata da sostanze chimiche di scarto. Emerge dal canale di scolo col volto deformato in una maschera grottesca, i capelli verdi, la pelle scolorita e le labbra scarlatte. La vista del suo aspetto, e la notizia della morte della moglie gravida a causa di un'esplosione, causano il cedimento della sua psiche, trasformandolo definitivamente nel folle criminale con la faccia da "jolly". Nella versione raccontata in Confidential: Amanti & pazzi, l'uomo che diventerà Joker non assume l'identità di Cappuccio Rosso, ma è già un gangster prima ancora di cadere nella vasca.
In più occasioni il Joker ha cercato di avvelenare col suo "succo Joker" (un composto che uccide le vittime tra spasmi di risa, chiamato anche "Smilex") Gotham City: nel sopra citato L'Uomo che ride tenta di avvelenare il bacino idrico potabile; in Strane apparizioni: Il pesce che ride avvelena i pesci per pretendere il copyright sul mercato ittico locale; mentre nel Burtonverse avvelena dei prodotti cosmetici d'uso comune e, durante una manifestazione, fa spargere il suo gas tramite enormi palloni da parata. Oltre a questo, nel corso degli anni, il Joker si è macchiato di crimini d'eccezione: in The killing joke, spara a Barbara Gordon (Batgirl), rendendola paraplegica; in Una morte in Famiglia, uccide a sprangate Jason Todd (Robin II), la cui morte segnerà per sempre la vita di Batman; durante gli eventi di Terra di Nessuno, uccide Sarah Essen, seconda moglie del Commissario Gordon, sparandole alla testa mentre questa difende dei neonati; e nel futuro di Venga il tuo regno, massacra tutto lo staff del Daily Planet, Lois Lane compresa.
la (purtroppo breve) parentesi R.I.P.
Il Joker delle origini è un folle pronto a tutto pur di sopraffare il suo acerrimo nemico Batman. A seguito della crisi del fumetto americano determinata dal Comics Code, conosce (come tanti altri cattivi) un forte periodo di crisi: diventa letteralmente una macchietta, un clown che fa ricorso ad armi gigantesche, costruzioni grottesche e gadget ridicoli. Il personaggio viene recuperato con la sopravvenuta "gestione Schwartz", grazie alla quale, in una serie di storie - tra le quali La vendetta del Joker si compie in cinque modi!, Il Joker trionfante e il prima citato Strane apparizioni: Il pesce che ride - ottiene la sua caratterizzazione definitiva: quella di uno psicotico certificato emotivamente instabile, in grado di progettare complicate rapine e atti di violenza gratuiti un giorno, e tornare a far uso di gadget ridicoli e del suo "succo Joker" il giorno dopo. Dici: com'è possibile? Perché, come Grant Morrison ha stabilito, il Joker: "ha un super-DPM (Disturbo di Personalità Multipla) che cambia costantemente e risponde ai cambiamenti di Batman e dell'ambiente circostante. Ecco perché nelle prime storie è un assassino e nella Silver-Bronze Age è un clown. In seguito, adattandosi al declino di Batman e di Gotham City, torna ad essere un maniaco omicida".
All'inizio di Batman & figlio, un colpo di pistola sparato dal 1° dei "fantasmi di Batman" creati dal Dott. Hurt, ferisce Joker in faccia. Dopo un intervento di chirurgia plastica, il Joker riappare, in Batman: R.I.P., con un aspetto completamente rinnovato: a torso nudo, con delle cicatrici che rendono il suo ghigno ancora più largo e macabro, e con una nuova, insana fissazione per i rasoi.
quanto durerà questa caratterizzazione?
Nei Nuovi 52, Joker appare inizialmente senza cicatrici e col look classico. Dopo uno scontro con Batman, viene portato ad Arkham, dove riceve la visita di Dollmaker che gli strappa letteralmente la faccia dal viso. Joker viene pertanto dato per morto, fino a quando non riappare, nella Morte della Famiglia, nella sua nuova caratterizzazione: la faccia è legata al viso con cinghie e fibbie che, tirando la pelle, rendono il suo ghigno ancora più largo e macabro. In questo contesto, Joker minaccia tutta la Batfamily, con la scusa di "fare un favore a Batman liberandolo dal peso dei suoi alleati!"
Nel futuro de Il ritorno del Cavaliere Oscuro, il Joker, ormai invecchiato, è depresso, senza alcuno stimolo, in un apparente stato catatonico, a motivo del ritiro di Batman (d'altronde, in Cacofonia, aveva detto "Hhhhieheh! Io non, io non voglio ucciderti! Che faccio senza di te? Torno a fregare i trafficanti mafiosi? Quando non ci sarai più, smetterò di fare del male alle persone che neanche conosco. Mi rinchiuderò in un ospedale e finirò i miei giorni fissando il muro, strafatto di farmaci che mi lobotomizzeranno a tal punto che avrò bisogno di cateteri e colostomie in ogni buco per non ritrovarmi piscio ed escrementi ovunque. No. No... no. No tu... tu completi... me!").
Manco a dirlo, Joker è il tuo personaggio preferito del batverso, praticamente in qualsiasi delle sue caratterizzazioni: da quella camp interpretata da Cesar Romero, alla ultimissima di Scott Snyder. Consigliare una essential readings del Pagliaccio del crimine non è certo facile... da leggere assolutamente, oltre a quelli su citati: la Leggenda: Tornare in sé, nella quale il Joker, convinto di aver ucciso Batman, torna alla ragione, si sottopone a chirurgia plastica per sembrare una persona normale e tenta di condurre una vita onesta (col nome di Joseph Kerr...), impegnandosi persino in una storia d'amore. Ma la scoperta che Batman è in realtà ancora vivo lo riporta alla pazzia; e, of course, la bellissima graphic novel Joker di Brian Azzarello e Lee Bermejo, che riprende un Joker sul modello di quello interpretato dal compianto Heath Ledger!

giovedì 13 giugno 2013

La dura vita di un lettore

Credi che tutti siano lettori. Della Bibbia, dei classici, della Rowling o della Meyer, di fantascienza-fantasy-gialli-noir-ecc..., delle riviste, dei quotidiani, del televideo, delle etichette, dei campanelli e dei citofoni...
Tu sei un lettore.
Per anni sei stato principalmente un lettore di narrativa-di-genere, quando scansavi il più possibile i fumetti perché "troppo narrativa popolare", e ci dicevi a tuo cugino: "Batman? non mi piace perché vola!" Ma i tempi cambiano, sicché all'alba dei tuoi trent'anni, quando hai completato la tua notevole collezione di narrativa fantastica, e ti sei chiesto: "E ora cazzo compri?", hai (ri)scoperto i fumetti.
Precisi che
"diventare un lettore assiduo e/o un collezionista è subordinato alla disponibilità economica di ciasuno. In particolare dei fumetti, perché, mentre di libri non è che ne esce uno al giorno, il fumetto - che ti prende sempre più la mano con i suoi universi narrativi sempre più vasti - è una passione fortemente dispendiosa. Gli editori, inoltre, si sono col tempo adeguati all'aumento costante dei prezzi. Se alla vigilia dell'introduzione della moneta unica (il maledetto Euro) un tankōbon manga o uno "spillato" Marvel o DC costavano Lit. 3.500, oggi non costano meno di € 3,50. Maggiorazioni che non hanno risparmiato neanche Topolino e Dylan Dog. Un numero di Topolino oggi costa € 2,20 euro, contro le Lit. 2.500 di metà Anni Novanta. Discorso simile per gli albi Bonelli. Sicché anche i collezionisti più incalliti oggi si trovano in difficoltà".
Ora, tu sai che ci sono 4 grandi fasce di lettori di fumetti:
  • fascia 6/10 anni: leggi Topolino, sei felice così e pensi che nessuno possa farti del male;
  • fascia 11/13 anni: scopri i maledetti manga, diventi nippomane e sbavi sulle eroine mezze svestite dagli occhi a mandorla;
  • fascia 14/25 anni: ti ossessionano i comics americani e ti chiedi chi sia più forte tra Batman e l'Uomo Ragno (non c'è partita comunque!);
  • fascia dai 30 anni in su: decidi di darti un tono e leggere solo "fumetti d'autore": ti butti su bonellidi, Diabolik e Vertigo!

martedì 11 giugno 2013

OS X 10.9, iOS 7, XBOX One... e PS 4

Con una finestra di Safari a sinistra aperta sullo streaming Apple della conferenza del WWDC, una finestra a destra sullo streaming Microsoft dell'E3, e una bottiglia ghiacciata di whisky & cola - che a momenti, non hai ben capito se fosse l'alcool, il seguire in simultanea due video o il tuo inglese non eccezionale, non ci capivi una cippa! - ieri sera, ore 18:30 della "costa orientale calabra", calato in pieno silenzio liturgico, ti apprestavi a seguire i due attesi eventi destinati a rinnovare l'information technology nei settori più maturi e grossi in termine di volume d'affari: mobile e videogiuochi.
Ti senti di sorvolare su tanti particolari, perché non è il caso di cianciscare sui millemila minuti di autocelebrazione che Tim Cook, CEO di Apple, ha fatto alla società che guida. Né delle micromachines AnkiDrive teleguidate da iPhone!

Ma vadi direttamente alle cose serie! E mi faccia il piacere!
se pensi al nome ti viene ancora da piangere...
OS X 10.9, probabilmente l'ultimo della sua generazione prima della convergenza globale tra sistemi desktop e mobile. OS X "Mavericks". Mavericks? No, dici e ti chiedi, Mavericks?! Ci sei rimasto dimmerda a sentire quel nome! Dopo averti fatto lo scherzone che si sarebbe chiamato Leone marino, Craig Federighi ha cercato di spiegarti che, avendo finito i felini, alla Apple hanno preso la (condivisibilissima...) decisione di passare ad una denominazione basata sui topònimi (Chicago, Nashville, Whistler... no quello era Windows); così il nuovo OS per Mac si chiamerà col nome di una località della California famosa per il surf. No, dici, ma Lynx? Caracal? Ocelot? Gattopardo? Battle Cat? Tigre dai denti a sciabola? Ligre? Tigone? Federighi, vedi che ci stavano tanti nomi disponibili, almeno fino al 10.16!
il nuovo Mac Pro
OS X Mavericks (sigh!) sfoggerà un design lievemente più piatto e sobrio di Mountain Lion e novità perlopiù sotto il cofano (compressione della memoria attiva, congelamento della app inattive, scrolling migliorato, ecc... ecc...) garantendo prestazioni migliori, ma anche un Finder coi tab e una gestione finalmente efficiente dei tag (le vecchie e gloriose etichette), nonché Mappe e iBooks in v. desktop (ma cazzo lo leggi a fare un eBook seduto come un pirla alla scrivania davanti allo schermo?!) e qualche altro centinaio di cazzatelle/ritocchini qua e là. E i widget della Dashboard? Si è mormorato che non ci saranno più, ma nulla è trapelato in merito.
OS X Mavericks sarà disponibile "questo autunno", per buona parte dei Mac dalla metà 2007 in avanti.

Soprassedendo sopra ai nuovi MacBook Air (con maggior autonomia e prestazioni), al nuovo Mac Pro (bellissimo e potentissimo: fino a 12-core intel Xeon @ 256-bit, dual graphics ATI per gestire fino a 3 monitor, e niente hard disc, solo memoria flash! e che, se tutto va bene, resterà in listino per i prossimi 10 anni), praticamente un cilindro nero lucido che, visto da sopra, sembra un'alpenliebe, su iRadio (streaming radio gratuito per gli utenti Mac e mobile), e su iWork for iCloud - che invece di farti un iWork nuovo, ti propongono una variante di Google Docs, maledetti! - arrivi a
il nuovo Samsung
iOS 7. Ora: sarà pure più leggero, parsimonioso di batteria, l'intero OS e tutte le app sono state completamente ridisegnate per sfoggiare un design ultrapiatto e più pulito - tanto che è stato definito "l'aggiornamento più importante dall'introduzione dell'iPhone", ma di iOS 7 non riesci a condividere appieno il delirio positivo di tanti fanboy. Perché per te è drammaticamente diverso: texture traslucide, sfondi che cambiano e si muovono quando si sposta il telefono, interfaccia troppo bianca e colorata. SIRI, multitasking e centro notifiche grandemente potenziati, e l'introduzione del nuovo e utilissimo "centro di controllo", ma a tratti - già dalla schermata di sblocco! - ti sembra di vedere un Samsung!
Di bello c'hai che, dopo l'aggiornamento, ti sembrerà di avere un iPad mini nuovo di pacca!
Anche iOS 7 sarà disponibile "questo autunno"... non per tutti i device, of course!

comunque la grandeur delle conferenze Microsoft è indubbia
Spostandoti da San Francisco a Los Angeles, la conferenza di mamma Microsoft, ha debuttato con Metal Gear Solid V (ma Kojima-san non sviluppava in esclusiva per Sony? boh!), per poi proseguire con tanta roba bella in esclusiva (Forza Motorsport 5; Ryse: Son of Rome, action d'ambientazione storica; Quantum Break, che combinerà azione e show televisivo; Dead Rising 3; TitanFall; il free-to-play Killer Instinct; l'n-simo Halo; l'interessante Project Spark; D4 e Crimson Dragon, l'attesissimo nuovo Panzer Dragoon dirottato su XBOX One... ah! cainiiiii). Ma anche il restyling della "vecchia" 360, più compatta e squadrata, disponibile da subito per l'acquisto.
Ah, XBOX One sarà rilasciata a novembre a € 499.
Un keynote, quello di Microsoft, che non ha però fugato i dubbi inerenti alla connessione persistente all'internet, e alle protezioni anti-usato e anti-pirateria della nuova ammiraglia di Redmond.
la bruttissima PlayStation 4

Ma stamani leggi il resoconto della conferenza Sony - che non è che potevi seguirla alle 03:00 di notte! - e ci resti dimmerda (2), quando scopri che PlayStation 4 "non imporrà alcuna restrizione sui giochi usati e non farà mai controlli online e che, sì, costerà pure di meno: € 399"!
Ah, poi vabbe', il resto sono dettagli, perché, diciamocelo, quello che tutti aspettavano era sentire 'ste tre cose. Che poi è stato mostrato l'aspetto (brutto) della consolle, e i (pochissimi) titoli esclusivi in arrivo (Granturismo 6; The Dark Sorcerer, che poi s'è rivelata una miserrima seppur bellissima tech-demo; The Order: 1866; inFamous: Second Son e il MMOG Final Fantasy XIV), ma poco t'importa...

Però devi dirlo: in quanto a IP esclusive Microsoft batte a mani basse Sony! Ma Sony ha fatto dei punti deboli di XBOX One il successo della sua PlayStation 4. Perché, se Microsoft non rivede le sue ingombranti politiche DRM ed hai un disservizio ADSL di 3 gg, il disco te lo giri sul pollice, te lo giri! Poi continui a leggere che i preorder della XBOX One stanno sfondando su Amazon e Blockbuster: credici!

giovedì 6 giugno 2013

Batman: arriva il mese dei cattivi

Ti è ormai chiaro che, coi Nuovi 52, mamma DC Comics voglia dedicare il mese di settembre ad eventi peculiari.
Così come l'anno passato la numerazione delle testate è stata sospesa a favore dello Zero Month per consentire l'uscita degli #0 (nella stragrande maggioranza perfettamente inutili in quanto hanno riscritto eventi che ti andavano benissimo - v. le origini di Jason Todd! ma non hanno spiegato invece i punti oscuri - v. la guarigione miracolosa di Babs!), questo settembre prenderanno il via due eventi. Il crossoverone Forever Evil, che coinvolgerà Justice League e Justice League Oscura, e il Villain's Month. Con quest'ultimo, le testate principali cambieranno nome in favore di uno specifico villain, mentre le minori resteranno semplicemente ferme. In ogni caso, a settembre la numerazione salterà un mese per tutte, visto che gli albi del Villain's Month (corposi one-shot settimanali da 32 pagg. l'uno!) verranno numerati come #23.1, #23.2, #23.3, ecc... E non è da escludere che, a fine evento, qualche cattivo possa guadagnarsi una serie tutta sua (visto che ormai le testate, in casa DC, aprono e chiudono come fosse niente!), situazione effettivamente già accaduta in passato.
Una delle cover
Batman avrà le seguenti uscite:
#23.1: Il Joker #1; #23.2: L'Enigmista #1; #23.3: Il Pinguino #1; #23.4: Bane #1.
Detective Comics avrà le seguenti uscite:
#23.1: Poison Ivy #1; #23.2: Harley Quinn #1; #23.3: Lo Spaventapasseri #1; #23.4: Man-Bat #1.
Il Cavaliere Oscuro avrà le seguenti uscite:
#23.1: Il Ventriloquo #1; #23.2: Mr. Freeze #1; #23.3: Faccia d'Argilla #1; #23.4: La Figlia del Joker #1.
Batman e Robin, infine, avrà le seguenti uscite:
#23.1: Due-Facce #1; #23.2: La Corte dei Gufi #1; #23.3: Rā's al Ghūl e la Lega degli Assassini #1; #23.4: Killer Croc #1.
Non è chiaro se Forever Evil e il Villain's Month saranno collegati, né se questi one-shot narreranno le nuove origini dei cattivi o se invece saranno poco più che storie inutili (sulla falsariga del mediocrissimo Il manicomio del Joker). Sul contenuto delle storie, però, potrebbe far luce la sibillina frase di Dan DiDio: "l'eroe deve vincere sempre, al cattivo invece basta vincere una volta!".
Uno dei supercriminali che purtroppamente non verrà usato è Hush, per il quale pare ci siano altri piani per il 2014. Per completezza: nel contesto del Forever Evil, è previsa altresì l'uscita Arkham War, mentre Deadshot #1 vedrà la luce su Justice League, Deathstroke #1 su Giovani Titani, e Solomon Grundy #1 su Terra-2.
Le cover saranno in 3D, ma non ci sarà bisogno di occhialini né ci saranno elementi in rilievo.

La quæstio è: come deciderà la nostrana Lion di pubblicare tutto 'sto ben DiDio (!)? perché spalmare il tutto su millemila uscite collegate agli spillati antologici e ai vari TP ti sembra proprio forzato, inutile e improponibile!!!