domenica 19 novembre 2017

Justice League. Commento

Dopo un tentativo finito a vuoto di andare al cinema giovedì alla prima reggina, ci sei andato ieri, sabato pomeriggio, tra decine di bimbiminchia urlanti accompagnati da padri o zii annoiati, e adolescenti che non stavano mai zitti!
Ebbene... come per Batman v Superman (ma anche Wonder Woman, e financo Blade Runner: 2049), ne hai lette di cotte e di crude prima di vedere coi tuoi quattrocchi e ragiunari ca' to testa: da chi ha detto che Justice League "è tagliato con l'accetta e rincollato con lo sputo", a chi lo reputa "il vero inizio del DC Cinematic Universe" sull'onda dello slogan "giustizia è fatta!"... insomma, dal tutto al contrario di tutto!
Ora, dopo esserti fatto un tuo giudizio, puoi dire di non essere d'accordo con nessuna delle due estreme opinioni. O piuttosto di essere d'accordo con entrambe!

Soprassedendo su chi dice che Justice League è un'imitazione degli Avengers, giusto perché - ringraziando Dio - non hai mai visto un film degli Avengers (c'hai una strana avversione verso i film Marvel!!!), e dopo aver precisato che quegli elementi che sembrano derivare dal "modello Marvel" (scene post-credits escluse), come ad es. le "scatole madri", sono comunque farina del sacco dei fumetti DC, in coscienza ti senti di dire:
- gli attori sono azzeccatissimi: Ben Affleck è il miglior Batman/Bruce Wayne mai visto (doppiato da Marco Balzarotti sarebbe il Batman definitivo!) per la fisicità, per le movenze, per tutto!; Gal Gadot idem, perfetta e convincente nel suo ruolo di amazzone figlia di Zeus; Ezra Miller va benissimo nel ruolo di un Flash impacciato e come "spalla comica" del gruppo, il che farà girare un po' le ballz ai fan del Flash cartaceo e... v. seguito; Jason Momoa - nonostante sembri un Khal Drogo subaqueo (ma lui quello è), resta comunque un Aquaman convincentissimo e tostissimo (sebbene tamarrissimo): un vero atto di giustizia nei confronti dell'Aquaman-pirla dei cartoni che cavalcava un ippocampo e parlava coi pesci; Cyborg (chiaramente introdotto come 6° componente a motivo della recente formazione della "Lega" post-New 52) non t'ha mai detto granché (né lo conosci granché - hai in mente solo il Cyborg dei Teen Titans Go! doppiato da Mino "Peter Griffin" Caprio, ahahahah), ma è ovviamente fondamentale per come la trama si sviluppa; mentre Henry Cavill, dopo i precedenti ne L'Uomo d'acciaio e BvS, rende ancora una volta un figlio di Krypton superlativo, specie nella stupenderrima scena d'azione dopo il suo risveglio;
- la trama scorre senza grossi intoppi, è raccontata benino, sebbene - imho - 20 o 30" in più avrebbero aiutato non poco la pellicola (a costo di appesantirla). Il minutaggio ridotto si sente infatti parecchio e molte parti, che avrebbero meritato più approfondimento, sono appena abbozzate. Sei comunque fiducioso che la Extended Ed. sarà un film migliore;
- bella l'idea d'integrare, accanto al main theme di Wonder Woman, anche i main theme di Danny Elfman (del Batman di Tim Burton) e di John Williams (del Superman di Richard Donner): le riduzioni cinematografiche dei supereroi DC hanno un'eredità musicale importante, e dunque era doveroso richiamarle, per citazionismo e continuità;
- v'è un'ottima coerenza narrativa generale: in BvS hai assistito al flashforward della visione del futuro di Bruce Wayne (stile Batman #666), alla capatina di Flash da Flashpoint, alla morte [e alla resurrezione] di Superman per mano di Doomsday, ai cameo dei vari supereroi poi introdotti appieno in Justice League - dove in più fa una comparsata la Lanterne Verde Yalan Gur, e dove, nella scena post-credit con Deathstroke (non Deadpool, neh!), si mimma ad una prossima formazione di una "Società Segreta dei Supercriminali"... insomma, ti pare che in casa DC Comics stiano facendo i compiti cercando di trasferire su celluloide tutta la vera essenza del DC Universe! e ciò, unito alle millemila citazioni sparse su set, cartelli pubblicitari, etcetera, ti fa graaaaande piacere;
- gli effetti speciali sono tuttosommato sufficienti: si va dal buono (in realtà per tutto il film) all'incredibile scena posticcia iniziale dove si vede chiaramente che a Cavill sono stati cancellati digitalmente barba e baffi, e alla scena aggiunta in Islanda girata però su green screen... sigh;
- non hai proprio digerito la virata comica: da Wonder Woman che fa le faccette (come a dire "c’ho a che fare con dei bambini"), al Flash logorroico che inciampa e un po' ipocondriaco. Certo, l'idea di ringiovanire Barry Allen e renderlo un po' macchietta (introdurre all'uopo Plastic Man, vera spalla comica della "Lega della Giustizia", era probabilmente chiedere troppo e magari i rEgazzini l'avrebbero scambiato per una scopiazzatura del Mr. Fantastic di marvelliana memoria), accanto alle battutine di spirito in bocca persino a Superman e al Bruce "musone" Wayne, hanno alleggerito l'atmosfera del film, che magari rischiava di essere dark come BvS (cosa che in realtà avresti preferito), ma non ti sono garbate. No, per gniente. Tuttavia non hai trovato queste scenette completamente out-of-character, come invece detto da molti: ricordati che i supereroi DC hanno attraversato un'epoca camp dove tutto era "spensierato, insensato e sciocco", stile commedia familiare; atmosfere in parte recuperate anche da recenti scrittori, come Grant Morrison. L'incoerenza semmai sta nell'essere passati dai toni molto seriosi de L'Uomo d'acciaio e BvS, ai toni più scazzati del presente Justice League... è come se avessero approfittato della resurrezione dell'Azzurrone per retconnare toni e target;
- il cattivone di turno, Steppenwolf, sebbene ben gestito, è lungi dall'essere quel villanzone che t'aspettavi e di cui "il film aveva bisogno": ne L'Uomo d'acciaio c'avevi questi scontri aerei immensi col Generale Zod, mentre in BvS Doomsday faceva il culo a Superman mandandolo all'altro mondo. Qua invece Steppenwolf, generale e zio di Darkseid, proveniente dal pianeta dei Nuovi Dei Apokolips, con forza, resistenza, velocità, agilità e riflessi paragonabili a quelle di Doomsday (quando non è arrabbiato, NdR), finisce con l'avere paura, mettendo a rischio appena appena un'area praticamente disabitata...
- è purtroppo lampante il cambio di regia: sebbene il regista accreditato resti il solo Zack Snyder, è notorio che Joss Whedon, indicato solo come sceneggiatore, abbia rigirato ex-novo parecchie scene (qualcuno parla del 33% del film, il che è evidente anche dal confronto coi trailer). Inoltre è lui che ha gestito la post-produzione. Sperare in una Director's Cut gestita in toto da Snyder è sognare troppo, nevvero? boh... la Richard Donner Cut di Superman II, rimontata con le scene originali e parzialmente epurata delle scene aggiunte da Richard Lester è arrivata... 26 anni dopo ma è arrivata! [per chi non lo sapesse, anche Superman II ha avuto una storia anacola a Justice League: Richard Donner venne licenziato a film finito e sostituito da Richard Lester, che rigirò circa il 25% delle scene].


'nzomma, un cinefumetto godibile ma non perfetto, almeno non secondo i tuoi gusti e parametri di giudizio (sei tra i pochi che hanno adorato Batman v Superman?). E che di sicuro, e purtroppamente, non sfonderà al botteghino.
Viene fuori che fare una cosa come quella che ha fatto la Marvel, il cd "Universo Cinematico", è meno facile di quello che sembra. Alla DC stanno sudando sette camicie e la Universal (con la sua squadra di mostri), ha mollato ancor prima di iniziare.

martedì 7 novembre 2017

Blade Runner 2049. Commento

E così, dopo IT, hai visto pure Blade Runner 2049, sequel del maestoso cult di Ridley Scott che ha praticamente inventato il cyberpunk (il film è dell'82 ed è antecedente di due anni di Neuromante di William Gibson, il romanzo-manifesto del cyberpunk).
Attesissimo da tanti [ma evidentemente non da tutti, visti i modesti incassi al botteghino] e affidato a quel pluripremiato di Denis Villeneuve di Arrival (che t'è piaciuto un sacchissimo!), s'è rivelato "un'ammirevole delusione".
La pellicola funziona, per carità, e le atmosfere e i colori, pur non ricordando del tutto il primo Blade Runner, si amalgamano a lui rendendo bene la stessa società futura e grigia che vuole rappresentare.
Ma il film è troppo contorto (e lungo), inutile, e si allontana parecchio sia dalla poetica di Arrival che dallo spirito del Blade Runner di Scott (che, a fronte di una trama linearissima, era molto basato sul complesso traslato esteriore dei sentimenti), con uno spreco enorme del melanconico Rick Deckard di Harrison Ford a cui fa da contraltare un Ryan Gosling - attore che non t'è mai piaciuto - che mette in scena un "cacciatore" dalle poche parole, freddo e monoespressivo.


Ammettilo: è davvero difficile confrontarsi con una pietra miliare degli Anni Ottanta. A 2049 spettava il destino di tutti i sequel, destino al quale non è riuscito a sottrarsi. Villeneuve ha fatto un film bellissimo, che espande l'universo immaginato da Ridley Scott (e Philip K. Dick), ma inutilerrimo. Uno di quei film che devi vedere anche se non vuoi. Ma che poi probabilmente non rivedrai più - a contrario dell'originale che non stanca mai [nonostante tutte le sue "cut"]...

IT. Commento

E così ierisera hai taliato il remake di IT di Andrés Muschietti, con Bill Skarsgård nella parte del pagliaccio ballerino Pennywise che fu prima di un grande Tim Curry.
L'opinione?
A "te te piace!" e credo che il film sia piaciuto anche a tutti coloro che hanno amato la miniserie cult del 1990.
Cazzate quelle che dicono che la pellicola cinematografica di Muschetti sia più aderente al libro rispetto alla riduzione del '90 (in realtà se ne discostano parecchio entrambe).

Ad es. (e son queste tutte caratteristiche presenti nella miniserie tivvì e nel libro) il film manca della narrazione alternata tra passato e presente (che pare tuttavia tornerà nell'ep. 2°); sposta in avanti di trent'anni l'arco temporale (sarà per l'effetto Stranger Things che ha spinto ad allinearsi alla tendenza del momento nel tentativo di guadagnare in popolarità cavalcando l'effetto nostalgia per gli anni '80? yeeeesssssss!) - cosa che ha comportato parecchi adattamenti e ancora di più ne richiederà nell'ep. 2° ambientato nel 2015; e porta radicali cambiamenti nella caratterizzazione dei rEgazzini (il negretto Mike ha praticamente spazio ZERO giacché il suo ruolo è stato trasferito sugli altri personaggi del "Club dei Perdenti"). Nel film ci sono due timidi accenni alla Tartaruga, eppure Pennywise rimane quasi sempre nelle sembianze del pagliaccio, non assumendo mai la forma del Ragno gigante (come invece avviene nella miniserie, e che è la forma più vicina al vero aspetto di IT).
La miniserie del '90 di Tommy Lee Wallace, nonostante la pesante censura (che lasciava più immaginare che intravedere gli orrori, infiltrando nello spettatore più che altro un senso di inquietudine) e gli scadenti effetti speciali (costumi e stop motion, sigh!), aveva dalla sua l'incredibile interpretazione di Tim Curry - nei panni di un pagliaccio che "sfotteva" le sue vittime prima di cibarsene - e un ottimo team di rEgazzini, sui quali spiccavano lo sfortunato Jonathan Brandis (Bill, e anche il Bastian de La Storia Infinita), Emily Perkins (Beverly, poi tornata nei panni di Becky Rosen in Supernatural) e Seth Green (Richie, e poi Oz in Buffy, e tanti altri ruoli marginali, tra i quali doppiatore del timoniere Joker in Mass Effect)... gli altri si son persi per strada!
Il film di Muschietti, che argutamente è uscito 27 anni dopo la miniserie di Lee Wallace (l'essere permane in uno stato di riposo, risvegliandosi ogni 27-30 anni per sfamarsi) - mette in scena un IT demoniaco, privo di humor, spaventoso e al limite della follia; può inoltre contare su una violenza più esplicita e su effetti speciali al passo coi tempi (e ti pare pure il minimo). Anche stavolta il team di giovIni è funzionale e funzionante ma, imho, peggio assortito (il negretto, ti ripeti! è di un'inutilità mostruosa!) - potendo comunque contare sull'ottima interpretazione di Jaeden Lieberher (Bill), Sophia Lillis (Beverly) e Finn "Stranger Things" Wolfhard (Richie)... gli altri si perderanno per strada?