sabato 26 aprile 2025

Il "sentiero di Torre Cavallo"

Sulle cime che si elevano alle spalle di Reggio Calabria, nelle localitร  di Pentimele, Catona, Campo Calabro e Santa Trada, a debita distanza dalla costa, protetti tra le colline, ๐ฌ๐ข ๐ญ๐ซ๐จ๐ฏ๐š ๐ฎ๐ง๐š ๐ฌ๐ž๐ซ๐ข๐ž ๐๐ข ๐ฌ๐ญ๐ซ๐š๐จ๐ซ๐๐ข๐ง๐š๐ซ๐ข๐ž ๐จ๐ฉ๐ž๐ซ๐ž ๐๐ข ๐ข๐ง๐ ๐ž๐ ๐ง๐ž๐ซ๐ข๐š ๐ฆ๐ข๐ฅ๐ข๐ญ๐š๐ซ๐ž: forti, fortificazioni e torri costruite tra il XVIII e la fine del XIX sec. e usate - tra vari adattamenti che nei decenni hanno accostato alla pianta originale numerose altre strutture - fino alla II Guerra Mondiale come postazioni di artiglieria e deposito munizioni. Denominati impropriamente “Forti Umbertini”, questo complesso di fortificazioni perlopiรน preesistenti fu ridisegnato durante il regno del Re Umberto I di Savoia. Trattasi di opere con caratteristiche proprie particolari, come fossati sul fronte d’ingresso, caponiere di gola, mimetizzazione ed interramento del fronte d’attacco, ricettivitร  truppe, santa barbara e stalle, sistemi d’areazione e raccolta delle acque.
๐‹’๐ˆ๐ญ๐š๐ฅ๐ข๐š ๐ฆ๐ž๐ซ๐ข๐๐ข๐จ๐ง๐š๐ฅ๐ž, ๐๐š ๐ฉ๐จ๐œ๐จ ๐š๐œ๐ช๐ฎ๐ข๐ฌ๐ข๐ญ๐š ๐š๐ฅ ๐‘๐ž๐ ๐ง๐จ ๐’๐ˆ๐ญ๐š๐ฅ๐ข๐š, ๐๐จ๐ฏ๐ž๐ฏ๐š ๐ž๐ฌ๐ฌ๐ž๐ซ๐ž ๐๐ข๐Ÿ๐ž๐ฌ๐š ๐๐š ๐ž๐ฏ๐ž๐ง๐ญ๐ฎ๐š๐ฅ๐ข ๐š๐ญ๐ญ๐š๐œ๐œ๐ก๐ข ๐ฆ๐ข๐ฅ๐ข๐ญ๐š๐ซ๐ข ๐ฌ๐ญ๐ซ๐š๐ง๐ข๐ž๐ซ๐ข. ๐„ ๐ฅ๐จ ๐’๐ญ๐ซ๐ž๐ญ๐ญ๐จ ๐๐ข ๐Œ๐ž๐ฌ๐ฌ๐ข๐ง๐š ๐ฌ๐ข ๐ญ๐ซ๐จ๐ฏ๐š๐ฏ๐š ๐ข๐ง ๐ฎ๐ง๐š ๐ฉ๐จ๐ฌ๐ข๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ž ๐ ๐ž๐จ๐ ๐ซ๐š๐Ÿ๐ข๐œ๐š ๐ฌ๐ญ๐ซ๐š๐ญ๐ž๐ ๐ข๐œ๐š ๐ž ๐ฉ๐ซ๐ข๐ฏ๐ข๐ฅ๐ž๐ ๐ข๐š๐ญ๐š ๐š๐ฅ๐ฅ’๐ข๐ง๐ญ๐ž๐ซ๐ง๐จ ๐๐ž๐ฅ ๐Œ๐š๐ซ๐ž ๐๐จ๐ฌ๐ญ๐ซ๐ฎ๐ฆ, ๐ข๐ฅ ๐Œ๐ž๐๐ข๐ญ๐ž๐ซ๐ซ๐š๐ง๐ž๐จ, ๐š๐ฅ๐ฅ’๐ž๐ฉ๐จ๐œ๐š ๐œ๐ž๐ง๐ญ๐ซ๐š๐ฅ๐ž ๐ง๐ž๐ฅ๐ฅ๐š ๐ฌ๐ญ๐จ๐ซ๐ข๐š ๐๐ž๐ฅ๐ฅ’๐„๐ฎ๐ซ๐จ๐ฉ๐š. ๐๐ž๐ซ ๐ฆ๐ข๐ฅ๐ฅ๐ž๐ง๐ง๐ข ๐ข๐ฅ ๐Œ๐ž๐๐ข๐ญ๐ž๐ซ๐ซ๐š๐ง๐ž๐จ, ๐ž ๐œ๐จ๐ง ๐ž๐ฌ๐ฌ๐จ ๐ฅ’๐ˆ๐ญ๐š๐ฅ๐ข๐š, ๐ž̀ ๐ฌ๐ญ๐š๐ญ๐จ ๐ข๐ง๐Ÿ๐š๐ญ๐ญ๐ข ๐œ๐ซ๐จ๐œ๐ž๐ฏ๐ข๐š ๐๐ข ๐ ๐ž๐ง๐ญ๐ข ๐ž ๐œ๐ฎ๐ฅ๐ญ๐ฎ๐ซ๐ž, ๐ฅ๐ฎ๐จ๐ ๐จ ๐๐ข ๐ฌ๐œ๐š๐ฆ๐›๐ข ๐œ๐จ๐ฆ๐ฆ๐ž๐ซ๐œ๐ข๐š๐ฅ๐ข ๐ž ๐›๐š๐ญ๐ญ๐š๐ ๐ฅ๐ข๐ž, ๐ข๐ง๐œ๐จ๐ง๐ญ๐ซ๐ข ๐ž ๐ฌ๐œ๐จ๐ง๐ญ๐ซ๐ข.
Torre Cavallo
๐“๐จ๐ซ๐ซ๐ž ๐‚๐š๐ฏ๐š๐ฅ๐ฅ๐จ, cosรฌ detta perchรฉ al suo interno vi si trovava una stalla dove venivano ricoverati i cavalli, รจ un’antica fortificazione che, assieme ai fortini di Campo Calabro (Siacci - la fortificazione piรน importante per dimensioni, caratteristiche architettoniche e funzioni, Poggio Pignatelli e Matiniti Inferiore) e alla vecchia struttura poi divenuta il prestigioso hotel “Altafiumara”, costituiva “una cintura” ๐’„๐’๐’ ๐’‡๐’–๐’๐’›๐’Š๐’๐’๐’Š ๐’…’๐’‚๐’—๐’—๐’Š๐’”๐’•๐’‚๐’Ž๐’†๐’๐’•๐’ ๐’† ๐’…๐’Š๐’‡๐’†๐’”๐’‚ ๐’…๐’†๐’ ๐’„๐’Š๐’“๐’„๐’๐’๐’…๐’‚๐’“๐’Š๐’ ๐’”๐’–๐’ ๐’๐’‚๐’•๐’ ๐’„๐’‚๐’๐’‚๐’ƒ๐’“๐’†๐’”๐’† ๐’…๐’†๐’๐’๐’ ๐‘บ๐’•๐’“๐’†๐’•๐’•๐’.
Dal “sentiero di Torre Cavallo” si ha una vista meravigliosa sullo Stretto; sono visibili persino i caratteristici laghi di Messina, l’Etna, le Isole Eolie di Stromboli e Panarea, i movimenti delle correnti marine. Grazie al lavoro del volontariato - cosa nulla affatto scontata - il sentiero รจ agevolmente accessibile a tutti e lungo di esso vi sono persino panche per riposarsi.

Il sentiero รจ intimamente legato a quattro figure storiche: ๐€๐ฅ๐ž๐ฑ๐š๐ง๐๐ซ๐ž ๐ƒ๐ฎ๐ฆ๐š๐ฌ ๐ฉ๐š๐๐ซ๐ž, ๐„๐๐ฐ๐š๐ซ๐ ๐‹๐ž๐š๐ซ, ๐†๐ข๐จ๐š๐œ๐œ๐ก๐ข๐ง๐จ ๐Œ๐ฎ๐ซ๐š๐ญ e ๐’๐ฉ๐š๐ซ๐ญ๐š๐œ๐จ.
Alexandre Dumas padre
Il primo (๐ƒ๐ฎ๐ฆ๐š๐ฌ ๐ฉ๐š๐๐ซ๐ž, scrittore e drammaturgo francese, 1802-1870, autore de “I tre moschettieri”, “Vent’anni dopo”, “Il conte di Montecristo” e “Il tulipano nero”) fu amico ed ammiratore di ๐†๐ข๐ฎ๐ฌ๐ž๐ฉ๐ฉ๐ž ๐†๐š๐ซ๐ข๐›๐š๐ฅ๐๐ข - figura che nel bene e nel male fu responsabile dell’annessione del Regno delle Due Sicilie al nascente Regno d’Italia - al quale si unรฌ raggiungendolo a Palermo il 9 giugno 1860 e a cui dedicรฒ ๐‘ณ๐’† ๐’Ž๐’†๐’Ž๐’๐’“๐’Š๐’† ๐’…๐’Š ๐‘ฎ๐’‚๐’“๐’Š๐’ƒ๐’‚๐’๐’…๐’Š, reportage giornalistico sulle gesta sue e dei Mille, che anche da questi luoghi passarono, ma scrisse anche un diario di un viaggio che nel 1835, venendo dalla Sicilia - sotto falso nome - lo porto in Calabria, da Villa San Giovanni a Cosenza, passando per Cinquefrondi, Scilla, Bagnara, Palmi, Pizzo e Maida, ๐‘ฝ๐’Š๐’‚๐’ˆ๐’ˆ๐’Š๐’ ๐’Š๐’ ๐‘ช๐’‚๐’๐’‚๐’ƒ๐’“๐’Š๐’‚, pieno di notizie storiche e fantastiche, racconti gustosi e personaggi singolari.
Edward Lear
Il secondo (๐„๐๐ฐ๐š๐ซ๐ ๐‹๐ž๐š๐ซ, scrittore e illustratore inglese, 1812-1888) nel 1847 visitรฒ la provincia reggina e nel suo ๐‘ฎ๐’Š๐’๐’“๐’๐’‚๐’๐’† ๐’…๐’Š ๐’—๐’Š๐’‚๐’ˆ๐’ˆ๐’Š๐’ ๐’‚ ๐’‘๐’Š๐’†๐’…๐’Š ๐’Š๐’ ๐‘ช๐’‚๐’๐’‚๐’ƒ๐’“๐’Š๐’‚ raccontรฒ di quel viaggio in un affascinante resoconto illustrato, capolavoro senza tempo della “letteratura di viaggio”.
Gioacchino Murat
Il terzo (๐Œ๐ฎ๐ซ๐š๐ญ, generale francese e cognato di Napoleone Bonaparte, 1767-1815) governรฒ il Regno di Napoli a nome dei francesi dalle alture di Piale. Muovendosi da Napoli per la conquista della Sicilia (dove si era rifugiato il Re Ferdinando I sotto la protezione degli inglesi), giunse a Scilla nel 1810, costruรฌ l’accampamento calabrese di Piale, “Campo Piale” perlappunto, e i tre forti di Torre Cavallo, Altafiumara e Piale, quest’ultimo con telegrafo. Constatata la difficoltร  di prendere la Sicilia, Murat dismise l’accampamento di Piale e, a seguito della caduta di Napoleone a Waterloo, morรฌ fucilato a Pizzo perchรฉ giudicato traditore del Regno.
Spartaco
Il quarto (๐’๐ฉ๐š๐ซ๐ญ๐š๐œ๐จ, militare e gladiatore romano di origini trace, 109-71 a.C.) per fuggire ai romani durante la sua rivolta che fece tremare Roma, salpรฒ per la Sicilia. Qui fu tradito da alcuni pirati cilici che avrebbero dovuto fornirgli le imbarcazioni per l’attraversamento dello Stretto, e rimase in terra calabra, rifugiandosi con i suoi uomini sulle alture dell’Aspromonte, da lรฌ mosse in ritirata e fu sconfitto nella battaglia di Petelia (l’odierna Strongoli).

L’itinerario รจ altresรฌ ๐’‘๐’“๐’†๐’”๐’Š๐’…๐’Š๐’ ๐’…๐’†๐’ ๐‘พ๐‘พ๐‘ญ ๐’‘๐’†๐’“ ๐’—๐’Š๐’‚ ๐’…๐’†๐’๐’๐’‚ ๐’”๐’–๐’‚ ๐’“๐’Š๐’ˆ๐’๐’ˆ๐’๐’Š๐’๐’”๐’‚ ๐’ƒ๐’Š๐’๐’…๐’Š๐’—๐’†๐’“๐’”๐’Š๐’•๐’‚̀, come l’acanto, usata come pianta decorativa, e l’artemisia, dalla quale si ricavava il distillato ad alta gradazione noto col nome di “assenzio”.

Dalla piazzetta belvedere alla fine del percorso si scoprono poi le interessanti connessioni con le figure mitologiche di omerica memoria delle sirene e di Scilla: le prime, creature dal volto di donna e corpo d’uccello (poi col tempo divenuto una coda di pesce), incantavano col loro canto i naviganti facendoli naufragare sugli scogli, la seconda, mostro marino dalle teste canine e dalle gambe serpentine, viveva arroccata tra le rupi da dove si avventava sui naviganti; furono entrambi affrontati da ๐”๐ฅ๐ข๐ฌ๐ฌ๐ž tra queste coste.

Giunti a questo punto, il “tramonto boreale dello Stretto” tinge onde, nuvole e cielo con un colore che dal rosso tende al viola (motivo per cui la costa che bagna Villa San Giovanni, Scilla, Bagnara, Seminara e Palmi รจ detta “Costa Viola”). Qui il mare ci ricorda un’altra leggenda, quella della Fata Morgana che si trasferรฌ in Sicilia tra l’Etna e lo Stretto di Messina e che, col suo incantesimo, induceva nei marinai visioni di fantastici castelli in aria per condurli a morte. La Fata Morgana, raro fenomeno ottico storicamente noto sullo Stretto e in poche altre zone nel mondo, percepibile nelle giornate piรน calde e afose e soltanto dal lato calabrese, in rare occasioni, si aggiunge a quello della Lupa - l’insolita nebbia che si forma a causa della differenza di temperatura tra l’aria calda e la superficie fredda del mare, creando un’atmosfera surreale e misteriosa e uno scenario fantastico e incantato.

Per chi volesse approfondire, si consiglia la lettura de ๐‘ฐ๐’ ๐‘ช๐’๐’…๐’Š๐’„๐’† ๐‘น๐’๐’Ž๐’‚๐’๐’-๐‘ช๐’‚๐’“๐’“๐’‚๐’•๐’†๐’๐’๐’Š (Mediano Editore) di fine XVI sec. che riproduce un antico manoscritto di tutte le fortificazioni e castelli calabresi in bellissimi acquerelli.

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