venerdì 22 marzo 2013

La Regina di Saba: chi era costei?

Hai quasi finito la full immersion in Martin Mystère, 'ché ieri sera, con la lettura del #189, hai terminato gli arretrati della serie regolare e ti restano i Giganti e alcuni numeri doppi bimestrali della nuova gestione. E la lettura di ieri (una storia sulla Regina di Saba in tre parti iniziata sul #187) t'è piaciuta davvero tanto. E ti ha oltretutto incuriosito sul personaggio... perché Martin Mystère è un "fumetto d'autore colto", etc... etc... per gli argomenti affrontati e le splendide vignette raffiguranti i luoghi visitati etc... etc... (autocit.)
una raffigurazione della Regina di Saba
Con Regina di Saba ci si riferisce alla sovrana dell'antico regno preislamico di Saba (un dominio di grande ricchezza nello Yemen, all'estremità meridionale della penisola araba), citata nel Talmud ebraico, nella Bibbia (1 Re 10: Visita della Regina di Saba; 2 Cronache 9: Gloria di Salomone), nel Corano e nel Kebra Nagast. Nei testi biblici e nel Corano non viene mai chiamata per nome, ma nella tradizione etiope il suo nome era Machedà, e nelle fonti arabe era Bilquis; uno storico ebreo del I sec. d.C. la chiamava Nikaula, mentre i greci la identificavano come la Minerva Nera. Viene ricordata come una regina "bruna ma bella", ricchissima, che controllava le vie commerciali dell'incenso. Un giorno, si mise in viaggio verso Israele portando con sé come doni spezie, oro e pietre preziose, in quanto desiderava mettere alla prova Re Salomone, l'uomo che è rimasto nella storia per l'immane saggezza, per l'acume del proprio ingegno, e per essere tre volte illuminato. Secondo la tradizione araba, invece, fu Re Salomone che, tramite un'upupa ammaestrata, portò alla Regina un invito a corte che lei, rispettosamente, accettò. Da un punto di vista storico, ci troviamo all'incirca nel X sec. a.C., ma la questione se la Regina di Saba sia realmente esistita è controversa. Come d'altronde, Re Salomone.
Ad ogni modo: ella si fece precedere da un corteo di ambasciatori che portavano in dono sandalo, incenso, aloe e mirra, 500 lingotti d'oro e 500 d'argento. Il corteo era composto da 6.000 tra fanciulli e fanciulle, gli uni vestiti con abiti femminili, le altre con abiti maschili. E cammelli a non finire... In un cofanetto, portò una perla non forata e una conchiglia con un foro tortuoso. Re Salomone doveva: rimanere impassibile davanti a tanta ricchezza, riuscire a distinguere i maschi dalle femmine, trovare il modo di perforare la perla senza toccarla e passare un filo nel foro della conchiglia. Saputo dell'arrivo della sovrana, Re Salomone fece dipingere d'oro e d'argento i mattoni della sua reggia in modo da sminuire le ricchezze portategli in dono, poi, quando giunse il corteo, invitò i giovani a rinfrescarsi e lavarsi nella grande vasca: costoro, stanchi del viaggio, si gettarono nell'acqua, che rivelò le loro vere identità. Quindi, convocò un tarlo per perforare la perla e un bruco che, contorcendosi, infilò un capello nel foro della conchiglia.
Per ricevere la Regina, Re Salomone, fece posizionare delle lastre di cristallo sul pavimento del palazzo davanti al suo trono, creando un effetto ottico: chiunque ci arrivasse davanti avrebbe creduto che ci fosse un fossato d'acqua. La Regina, vedendo i riflessi, cadde nell'inganno, alzando le vesti e mostrando le sue gambe. Questa circostanza è rilevante, perché all'epoca si pensava che la madre della Regina non fosse umana, e che pertanto la sua prole avrebbe avuto "gambe villose e zoccoli al posto dei piedi". Nel complesso, la Regina fu colpita dalla saggezza e dalla ricchezza di Re Salomone e pronunciò una preghiera al Dio d'Israele, che la ricambiò con molti doni e con "qualsiasi cosa desiderasse", fino a quando ella non tornò nel suo regno, ma solo dopo essere diventata sua sposa. Ella, ripudiato il culto del Sole del suo popolo, abbracciò, per compiacere Re Salomone, la religione ebraica. Nel Cantico dei Cantici si trovano riferimenti sulla relazione amorosa tra Re Salomone e la Regina di Saba.
Secondo il libro etiope Kebra Nagast, la famiglia imperiale etiope discenderebbe direttamente dall'unione tra Re Salomone e la Regina di Saba. È provato, difatti, che le antiche comunità etiopi erano formate da una popolazione semita emigrata, mescolatesi con i locali abitanti non semiti. È provato anche che l'amarico e il tigrino, le principali lingue dell'Etiopia, sono lingue semitiche. E qui, la leggenda dei due re, s'intreccia con un'altra leggenda: il loro primogenito venne incoronato primo imperatore d'Etiopia con il nome di Menelik I... ed è lo stesso Menelik che avrebbe trafugato l'Arca dell'Alleanza da Gerusalemme per portarla in Etiopia, dove probabilmente si trova tuttora.
In Martin Mystère si racconta che il mitico Tempio di Salomone venne eretto proprio grazie all'aiuto della Regina di Saba - che usò i suoi poteri derivanti dal Sole per "fondere" tra loro le pietre, senza l'uso di malta - e che la sovrana venne alla fine tumulata viva dalla sua gente in un sarcofago di pietra per aver ripudiato la religione dei suoi avi... ma non sai dire se queste circostanze siano vere o pura fantasia!
Secondo alcune profezie, la Regina di Saba risorgerà il giorno del Giudizio Universale per condannare gli ebrei che lo hanno rifiutato, "perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Re Salomone".
Nel 2008 sono stati scoperti i presunti resti del palazzo della leggendaria Regina di Saba.

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