mercoledì 31 luglio 2013

Batman Inc. #13: the final issue and... an epic conclusion?

Uh!
Oggi finalmente è uscito l'attesissimo, benedettissimo, ultimo nr. della Batman Inc. Il #13, che chiude definitivamente la run batmaniana di Grant Morrison iniziata sette e passa anni fa.
Morrison è stato al contempo amato ed odiato dai bat-lettori. Il suo ruolo era di rilanciare il Cavaliere Oscuro, e lo scrittore scozzese l'ha assolto ricorrendo alla sua tipica irriverenza narrativa e al suo sincretismo culturale, retconnando tanti eventi dimenticati della Golden Age.
Con la sua lunga gestione, Morrison ha decostruito l'archetipo milleriano del Batman cupo, oscuro, violento, misantropo, solitario, opportunista e paranoico, elevando a "supereroe immortale" il Cavaliere Oscuro, mettendo in discussione l'integrità della stirpe Wayne, riportando in auge l'ovale giallo e gli eroi camp che vivevano ormai ai margini dell'Universo DC; dandogli un figlio e una super-Batfamily per... restituircelo così com'era prima del suo arrivo!
Già! proprio accussì.
Ocio: contiene spoiler
Ma vai per ordine!
Ricordando a te stesso che il Batman di Morrison segue questo ordine: 52: Settimana 30, Batman & figlio, Batman: R.I.P., Batman & Robin #1-16, Il ritorno di Bruce Wayne, Batman Inc. (v1 + v2).


Prima di tutto, durante il maxi-evento 52, Bruce Wayne si ritira in meditazione a Nanda Parbat per sottoporsi al rituale del thogal e purificarsi dai suoi "demoni interiori". Bats non vuole più sentirsi ossessionato dagli eventi della sua storia recente (leggi: la morte di Jason e il suo ritorno dalla tomba, Barbara sparata dal Joker e rimasta paralizzata, la bruciante sconfitta avuta da Bane, l'epidemia, il terremoto, la Terra-di-Nessuno e la guerra tra bande rivali a Gotham, la morte di Stephanie Brown, del padre di Tim, gli eventi di Crisi d'Identità e Crisi Infinita). Ne emerge - come vedremo effettivamente - un Batman più umano e compassionevole; allegro e sorridente; aperto al lavoro di squadra (non per niente, la Batman Inc. che verrà, è l'estensione ai massimi livelli della Batfamily).

In Batman & figlio, Batman scopre di avere un figlio da Talia al Ghūl, Damian, di 10 anni (v. graphic novel Il figlio del Demone di Mike W. Barr, fino a questo momento non-canon, e retconnata ad hoc da quel geniaccio di Morrison). Damian Wayne è inizialmente un personaggio a dir poco odioso e irritante; ma col tempo (grazie soprattutto al lavorìo effettuato da Paul Dini e Peter Tomasi), rinnega i metodi violenti della madre, si affeziona al padre e agli altri comprimari, e diventa un Robin davvero tosto! Irrequieto e violento come e più di Jason, acuto e intelligente come Tim, musone, e soprattutto un vero figlio (e il rapporto padre-figlio per Bats sarà una vera novità).
Peccato che poi ti scopri che il ruolo che Morrison aveva pensato per lui era giusto giusto quello di morire! Damian è morto (morirà...) assassinato dal suo clone fratello in forma adulta l'Eretico, nel #8 della Batman Inc. v2... Eh, sì, va be', perché: "Le intenzioni di Morrison erano queste sin dal 2006, 'ché la morte del 4° Robin era parte integrante del percorso del suo Batman".
Mavvaffa!

In Batman: R.I.P., Morrison ti mette una pulce nell'orecchio, dicendoti che, forse forse, Batman tanto sano di mente non è... Magari è un sociopatico non meno pericoloso dei suoi nemici... E questa pulce te la motiva partendo dapprincipio!
Ti fa capire innanzitutto che il "Bat-man" nasce come vigilante oscuro e solitario. Proprio come l'aveva inteso Bob Kane ottant'anni fa.
Dici, OK, però dal Secondo Dopoguerra ai primi anni Sessanta, quando gli Stati Uniti d'America si erano eretti a "paladini del mondo e della giustizia", le storie supereroistiche batmaniane rasentavano il ridicolo e la parodia, avevano perso l'atmosfera gotico-investigativa delle origini, assumendo piuttosto toni assai fantastici e trasformandosi in "commedie di famiglia", complici anche il famigerato saggio Seduction of the innocent e il Comics Code, che avevano bandito dal fumetto la violenza, le armi e la sessualità. Era il cd. periodo camp della Golden Age.
E allora Morrison ti spiega in questi termini l'ingresso della spensieratezza nelle storie batmaniane: "Ad un certo punto Batman incontra un ragazzino circense (Dick Grayson) e all'improvviso si ritrova con un'altra responsabilità, quella di fratello maggiore e tutore. Ma riprende anche a crescere. Va detto infatti che Bruce Wayne è ancora un 'bambino dalle emozioni congelate', mai sviluppatesi da quando i suoi genitori sono stati uccisi. Batman e Robin diventano dunque due 'bambini riuniti'. Tutti i giochi e gli aggeggi che compaiono nelle storie e nella batcaverna (che inizia a riempirsi di trofei, monete giganti ed enormi carte da gioco) appaiono proprio perché i due iniziano a costruirsi una 'casetta'. Inoltre Robin permette finalmente a Batman di ridere. In questo periodo, Batman registra tutti i fatti bizzarri, sovrannaturali e illogici che gli capitano, in uno Schedario Nero, siano essi episodi veri o immaginati, incubi o allucinazioni create dalla instabilità mentale di Bruce, piuttosto che dall'esposizione alle tossine del Joker o ai gas della paura dello Spaventapasseri"...
Dal canto loro, gli psicopatici come Joker, l'Enigmista, Due-Facce, ecc... "soffrono di DPM (disturbo di personalità multipla) che cambia costantemente e risponde ai cambiamenti di Batman e dell'ambiente circostante. Ecco perché 'giocano' e si adattano ai cambiamenti del Cavaliere Oscuro e di Gotham City".
Dici, OK, ti sei convinto. Ma dal 1964 l'editor Julius Schwartz, scrittori come Dennis O'Neil e Steve Englehart e disegnatori come Neal Adams, Marshall Rogers e Gene Colan, hanno gradualmente recuperato per Batman le atmosfere adulte, gotiche e urbane delle origini, abbandonando le invenzioni narrative più infelici. Era l'inizio della Silver/Bronze Age. Come te lo spieghi?
Il buon Morry, non contento, continua il suo spiegone, dicendoti del declino di quella spensieratezza (sopravvenuta con la più seria gestione Schwartz e proseguita in epoca milleriana): "Nel decennio successivo Robin parte per il college e dopo diventa Nightwing: Bruce Wayne è nuovamente solo. Subentra poi il 2° Robin (Jason Todd) e comincia il declino: il nuovo pupillo viene ucciso a sprangate dal Joker, il quale spara anche a Barbara Gordon (Batgirl); dopodiché Batman si ritrova con la schiena spezzata, e più avanti con una città a pezzi (a seguito di un'epidemia, di un terremoto e di una guerra tra bande rivali)... tutto peggiora sempre più. C'è un 3° Robin (Tim Drake) che ha appena visto suo padre venir ucciso, Jason che torna dalla tomba pieno di odio e rancore verso di lui, Stephanie Brown che viene seviziata a morte da Maschera Nera, e il Dott. Simon Hurt che tenta di demolirlo fisicamente e psicologicamente raccontandogli menzogne sul conto di suo padre. Qual è lo stato psicologico di un uomo dopo aver vissuto tutto questo? Non importa quanto duramente lui ci provi, va semplicemente tutto in malora! Batman fa credere di avere sempre il controllo della situazione, ma quello che ha vissuto lo ha seriamente sconvolto nel profondo. D'altronde, alla fine dei conti, è pur sempre un 'vigilante in costume che combatte personaggi strambi in maschera, saltando da un tetto all'altro'. In questo contesto il Bat-Mito diventa un prodotto dell'immaginazione di Bruce Wayne, il suo Grillo Parlante, che compare per consigliarlo quando questi assume il mantello del Batman di Zur-En-Arrh, una personalità fittizia costruita da Bruce Wayne per mantenere Batman in condizione di combattere nel caso fosse portato all'insania o gli cancellassero la memoria: una sorta di back-up di sistema"...
'sti cazzi!
Già... il Batman di Zur-En-Arrh, definito da Morrison come "Batman come sarebbe nel nostro mondo, se Batman esistesse davvero". Qualunque cosa voglia dire.
R.I.P. è un arco narrativo piuttosto lungo. Assistiamo al ritorno del Club Internazionale degli Eroi, gli schizzatissimi batmen di tutto il mondo. E abbiamo il Dott. Hurt, un avo di Bruce Wayne che è riuscito a prolungare innaturalmente la propria esistenza mediante riti demoniaci di sangue; la pecora nera della famiglia Wayne, ossessionato dal distruggere Batman e impossessarsi dell'eredità dei Wayne. E lo stronzo ci va molto vicino (aiutata da quella troia di Jezebel Jet), tanto che prima Batman dà di matto, e alla fine di R.I.P. (complici anche i concomitanti eventi di Crisi Finale), viene dato per morto!
Ma poi torna.

Scopri infatti che era in realtà "semplicemente" intrappolato in un limbo temporale dalla "sanzione Ω" di Darkseid...
Ne Il ritorno di Bruce Wayne, infatti, Bats torna, piano piano, dal passato al presente, saltando da un'epoca all'altra, durante le quali assume sempre l'identità di un vigilante mascherato in lotta contro il crimine (quando uno è fissato, è fissato!). Roba da farti venire il mal di testa! e che canonizza quegli elseworld pieni di Batman-cowboy, Batman-pirata, Batman-eroe vittoriano, Batman-Dick Tracy, Batman-Lady Oscar, Batman-Houdini... and so on.

Nel suo Batman & Robin (#1-16), Morrison riprende i toni retrò del serial televisivo con Adam West. Introduce tutta una serie di villain grotteschi, ridicoli, vintage... in una parola: affascinanti (come quel porco del Prof. Pyg). Quasi un ritorno, in epoca post-moderna, della Golden Age! E nell'ultimo suo Batman & Robin, Bruce Wayne, per mezzo di una conferenza stampa appositamente indetta, annuncia di avere da sempre finanziato segretamente Batman, e lancia un nuovo progetto: la Batman Incorporated, un franchise di polizia privata mirato a combattere il male a livello internazionale!
La Batman Inc. recluta al proprio interno il Club internazionale degli Eroi, la Batfamily, gli Outsiders, le Rapaci, la Rete di Oracolo... praticamente mezzo Universo DC! Non soddisfatta, raccatta pure nuovi agenti sparsi per il mondo, sbucati praticamente dal nulla, dalla Russia al Giappone, dalla Francia all'Africa. L'Italia no, perché Berlusconi dice di essere già l'uomo più perseguitato del mondo, e ci mancava solo Batman!

Durante la Batman Inc. v1, Morrison trasforma Talia in una villain anche peggiore del padre Rā's, togliendole la patina sdolcinata che la bonazza si portava appresso dalla Silver Age, e consegnandotela perfida e disposta a tutto per sconfiggere il suo "amato" (financo a mettere una taglia sulla testa del figlio...). Non pago, ti retconna pure Kathy Kane, la mitica Bat-Woman originale! E dall'ultima serie morrisoniana pre-reboot, ti spiace dirlo!, Batman ne esce con le ossa rotte: la maggior parte dei componenti della Lega dei batmen viene assassinata, Robin compreso. Lacrime amare.
In realtà, inizialmente t'è sembrata tutta una gran porcata, ma poi, dopo attenta rilettura, ti sei reso conto della grandezza della run morrisoniana.
Proprio così.
Dicevi in apertura, come la gestione morrisoniana ha provveduto a decostruire il Batman milleriano per riconsegnartelo... esattamente com'era: solo, braccato e tetro.
E in effetti Morry ti dice che "Non puoi portare Batman alla luce, fondamentalmente è quello che ho appreso". D'altronde la run di Morrison ormai andava un po' per i fattacci suoi, visto che portava avanti le trame pre-reboot, laddove Scott Snyder, John Layman e Gregg Hurwitz non è che stessero poi tanto tenendo conto della sua gestione!
Certo, molte cose son cambiate nel contorno - v. appresso - e se ne dovrà tenere conto.

Già avevi visto come nel #12, dovendo affrontare l'Eretico, ed in preda alla disperazione per la morte del figlio, Batman si iniettava il siero di Man-Bat, indossava la "Corazza del Dolore" ponendosi a capo di uno stormo di pipistrelli, e faceva ricorso ad un esoscheletro mechadroid, rischiando concretamente di cedere al "lato oscuro della forza". Nel gran finale del #13, poi, Batman rimane solo (di nuovo): la Batman Inc. è apparentemente sciolta, Talia viene apparentemente uccisa da Kathy Kane, il Commissario Gordon ormai ti è apparentemente chiaro che sappia che Bruce è Batman ma se lo tiene per sé... e ti scopri che Rā's al Ghūl possiede apparentemente un'intera coltura di "figli di Batman"! Aspettati dunque un sicuro ritorno a brevissimo di Damian.
Ciccio Morrison aveva detto: "Quello che ho scritto è davvero superdesolante, tetro e, in un certo qual modo, distrugge e mette in discussione l'essenza stessa di Batman. Non sarà affatto un addio pulito e sereno. Credo che moltissimi lettori mi odieranno a lungo".

Boh!
Ora che l'hai letto pure te, odiarlo no... ma (serio) non sei riuscito a vedere dove stà l'opera di demolizione di Batman... a meno che non intendesse la demolizione del suo Batman! E la parte epica l'hai notata ancora meno.

sabato 20 luglio 2013

RAGE. Commento

Risalendo l'ultimo videogiuoco da te acquistato (il reboot di Tomb Raider) a marzo, ed arrivando la bella stagione che - nel dopolavoro, tra una passeggiata con la mogliera e 9 km di jogging - ti lascia di fatto un bel po' (troppo!) tempo libero che non sai come ammazzare, t'è venuta la felice idea di comprare un nuovo gioco da dare in pasto alla tua fidata XBOX 360.
Ma cosa comprare, se ti ritrovi in piena crisi di idee e apprezzamenti videoludici?
Nel senso che non sei riuscito a farti piacere praticamente "gniente": 'ché gli action sono sempre più contaminati, con personaggi ormai customizzabili fino alle mutande; gli RPG (dicesi: giochi di ruolo) sempre più vasti, al punto che ti viene il mal di testa perché non sai dove andare, quale negozio derubare, che donna trombare, ecc... e finisci col perdere di vista la quest principale perché cazzeggi collezionando boccettine colorate, carte & stemmi... parli con gli animali... ti crei le magie custom... vai a pesca, a caccia, a lavoro... (e tu non hai mai avuto tutto 'sto tempo e 'sta voglia, ma piuttosto una o due ore al massimo per una partitella veloce); i brand storici sempre più casualizzati per conquistare un'utenza più giovane e ampia possibile (che Resident Evil non è più un survival horror, Soul Calibur è l'ombra sbiadita del fantasmagorico picchiaduro che fu su Dreamcast, Mass Effect 3 ha fortemente deluso, ecc... senza contare tutti i franchise belli che morti e dimenticati...); gli FPS (leggi: sparatutto in soggettiva) offrono campagne in singolo vergognosamente brevi, limitandosi perlopiù a mappe e modalità in multi; dei seguiti di picchiaduro e racing inizi a fregartene sempre meno, perché se devi collezionare tre Tekken o tre Forza Motorsport solo per le migliorie grafiche e un paio di nuovi lottatori o auto superveloci, preferisci aspettare i prossimi capitoli sulla nexgen.

Orsù!
Mercoledì hai passato più di mezz'ora al GameStop e la mezz'ora rimanente all'ex-Blockbuster MovieGames, girandoti e rigirandoti tra le mani praticamente ogni gioco uscito negli ultimi tre anni sulla piatta made in Redmond, e più volte hai portato la custodia alla cassa per completare l'acquisto, per poi girare i tacchi e rimettere nello scaffale il giuoco, pentendoti e vergognandoti della scelta manco stessi comprando un pornazzo!
Boh! forse sei troppo vecchio per i nuovi gameplay. Effettivamente hai potuto notare come, generi che, all'epoca dei 32 e dei 128-bit adoravi, sono adesso praticamente assenti dalla tua softeca! senza contare che 1/4 dei titoli che possiedi ti hanno fortemente deluso e, col senno di poi, non li ricompreresti.
Poi, con l'aiuto del nipote maschio, hai iniziato a valutare questo o quello. E allora hai ragionato che una volta ti piacevano DOOM e Quake, e che hai adorato i due Metroid Prime usciti sul Cubo... ma purtroppamente, gli odierni "mostri sacri" Halo, Crysis e Call of Duty & Co. privilegiano il multiplayer. E te il Live non ce l'hai, e comunque saresti una cippa contro gli altri boxari.
E allora ti sei detto: comprati RAGE!


E l'hai fatto, m'annaggia all'indecisione!
RAGE è il 4° brand di sparatutto in prima persona (dopo Wolfstein 3D e i succitati DOOM e Quake) di mamma id Software, la storica software house di John Carmack, oggi sotto la direzione di Bethesda. Il giocozzo è ambientato in un mondo futuro devastato à la Mad Max, utilizza il nuovo e potentissimo motore grafico id Tech 5 - che utilizza la tecnologia delle MegaTexture, che permette di avere un colpo d'occhio eccellente degli ambienti esterni (installazione su disco rigido permettendo) - e spezza le sessioni in soggettiva con gare clandestine tra dune buggy armate, e giochi di carte da tavolo a turni.
Hai optato per RAGE anche perché, il suo gameplay, seppur sfavillante nella grafica e moderno come movenze e controlli, resta molto classico, tra corridoi e stanze chiuse. L'impressione di open-world è infatti solo superficiale: la campagna (che promette di essere sufficientemente lunga! d'altronde id Software ha sempre preferito il gioco in singolo) propone un sistema di quest lineare e piuttosto rigido, essendo gli agglomerati urbani semplici hub dove acquistare e vendere oggetti, munizioni e componenti, e dove portare a termine gli incarichi ricevuti dai personaggi non giocanti.
Ah, dimenticavi che il resto della tua avventura al GameStop si è conclusa con le solite oscene proposte della commessa che, su un gioco da € 15, ha avuto il barbaro coraggio di proporti l'assicurazione! su questa - che è chiaramente parte importante del loro business - ha insistito parecchio ("ti sostituiamo il disco entro l'anno anche se lo righi volutamente"; "te lo sostituiamo anche se si spezza o va in mille pezzi!"; "anche se te lo brucia la consolle... non t'è mai capitato?"). No! non t'è mai capitato che la consolle ti bruci un disco! jettatrice!!!

Il voto al videogioco non lo dai, visto che sei solo all'inizio; ma già butta benissimo. Che poi ti piace pure l'ambientazione post-apocalittica e fracassare di proiettili i nemici mutati (l'ambientazione di Gears of War resta però sempre il must per te!).
Insomma: è un'offerta ludica che fa proprio per te, poco aperto ai free roaming e molto amante della tradizione! Peccato solo per il protagonista, praticamente muto e con poco carisma...
Augh.

sabato 6 luglio 2013

Batman: Under the Red Hood. Commento

Tra una puntata e l'altra di American Dad, che hai deciso di recuperare in streaming sin dalla 1ª stagione, l'altra sera hai visto in streaming coi sub ita l'altro recente lungometraggio d'animazione di mamma DC, Batman: Under the Red Hood.

Qui invero siamo a livelli un po' più bassini rispetto a Batman: Year One. In primis perché la sceneggiatura, pur essendo di Judd Winick e basata sul soggetto originale dello stesso Winick (la Saga di Cappuccio Rosso), presenta parecchie differenze rispetto al fumetto:
- viene snaturata Una morte in Famiglia, i cui tragici attimi finali sono riassunti (in maniera differente) nei primi minuti del lungometraggio;
- è modificata la circostanza che riporta Jason Todd in vita (ma tuttosommato è un bene, visto che la resurrezione del secondo Robin era legata ad alcuni avvenimenti di Crisi Infinita, a ridosso della quale si chiudeva la stessa Saga di Cappuccio Rosso, retroscena certamente non necessari ad un pubblico televisivo);
- la guerra tra bande, che coinvolge Maschera Nera e il Joker, è parecchio semplificata.
Quando Dick Grayson, il primo Robin, lasciò il nido affrancandosi dall'ala protettrice di Batman e si costruì la nuova identità di Nightwing, la cappa del Pettirosso passò a Jason Todd, un giovane che l'Uomo Pipistrello aveva salvato da una possibile vita di delinquenza per le strade. Il carattere impulsivo e sconsiderato di Jason, però, finì per costargli la vita: catturato e preso a sprangate dal Joker, morì in un'esplosione in un magazzino in Etiopia. Cinque anni dopo, Jason ricomparve miracolosamente vivo nei panni di Cappuccio Rosso, spietato giustiziere pieno di odio e rancore nei confronti del Cavaliere Oscuro.
La Saga di Cappuccio Rosso, oltre ad aver sconvolto lo status quo del batverso riportando in vita un personaggio che credevi morto e sepolto, resta uno degli archi narrativi che più hai amato... sicuramente "la punta di diamante" della produzione di Winick: ci trovi un cattivissimo Maschera Nera e uno splendido Cappuccio Rosso, che purtroppamente non troverai più (ti senti di stendere infatti un velo pietoso sul Cappuccio Rosso fracassone e poco cattivo del reboot, e sul nuovo Maschera Nera coi poteri mentali...).
Tornando alla pellicola, Batman: Under the Red Hood è un film d'animazione piuttosto buono (fluido, ben doppiato, etcetera), seppure qui si sia optati per una scelta stilistica ben diversa da Batman: Year One, preferendo adottare uno stile più simile alle serie televisive batmaniane di Bruce Timm (che è qui in veste di produttore).
Voto: ★★★★★

mercoledì 3 luglio 2013

Batman: Year One. Commento

Ieri sera - dopo aver riletto giorni addietro Batman: Anno Uno di Frank Miller & David Mazzucchelli - hai visto in streaming coi sub ita il lungometraggio d'animazione Batman: Year One di mamma DC.
Batman: Year One è la trasposizione diretta del fumetto e ricalca in maniera molto fedele l'opera originale, nonostante qualche piccolo taglio qui e là e una libera licenza (la giornalista, nel fumetto una reporter sconosciuta, diventa nel film quella bonazza di Vicki Vale).

come a dire: quando non c'è MegaVideo... c'è VideoPremium!
Pensi sia inutile stare qui a parlare di quello che tu hai definito "la pietra angolare della mitologia batmaniana": Batman: Anno Uno è la grandiosa graphic novel che, attraverso due linee narrative parallele destinate a incrociarsi (quella di Jim Gordon e quella di Batman), segue il trasferimento del tenente Gordon da Chicago a Gotham, e le sue iniziali difficoltà nel contrastare la corruzione del dipartimento di polizia e nell'affrontare il declino del suo rapporto coniugale con la moglie Barbara (incinta di quell'asociale psicopatico che sarà James Gordon jr.), e ovviamente ti fa assistere al ritorno di Bruce Wayne e ai suoi inizi nei panni di uno splendido Bat-Man ancora fallibile... nonché al debutto di Selina Kyle prima come puttanone, poi come la Gatta.

Tornando alla pellicola, il livello d'animazione t'è sembrato molto buono: l'immagine è ben definita e il movimento dei personaggi fluido... seppure l'eccessivo uso della computer grafica e del cell shading, e la scelta stilistica nel character design (che quando t'ha visto tua moglie pensava tu stessi guardando un'anime jappo), fanno perdere alla storia quell'atmosfera molto pulp datagli dal tratto iconico e un po' retrò del buon vecchio Mazzucchelli.
Buono anche il doppiaggio (me te leggevi i sottotitoli!), sebbene non sono quelle le voci che immagini per Jimbo, Bruce, Selina & Co.
Voto: ★★★★★

martedì 2 luglio 2013

Don Mattrick lascia Microsoft

tutto sommato era un simpaticone molto a modo
Quando l'hai letto ieri sera ci sei un po' rimasto male.
Perché ritieni che il successo di XBOX 360 sia in buona parte accreditabile a lui, e alle sue scelte. D'altronde, è sotto la sua direzione che la piattaforma è giunta ai vertici nel settore, ampliando la sua base installata da 10 a 80 milioni di unità, e l'utenza del Live da 6 a 50 milioni di membri in 41 paesi... ed ha visto la pubblicazione di giochi fantastici!
Don Mattrick, programmatore canadese e dirigente di Microsoft Game Studios dal 2007, ha lasciato la poltrona. Non ti sono chiari i motivi, ma forse sono legati alle recenti vicende relative ad XBOX One, ovvero al fiasco delle protezioni DRM e all'inversione ad "U" del colosso di Redmond.
Di certo il caro Don non si scoraggia, avendo già ricevuto un'ottima offerta nel ruolo di CEO dal colosso del casual gaming Zynga (FarmVille ti dice qualcosa?).
non sai perché, ma te pensi che Zio Fester che suda e salta
al Tōkyō Game Show 2013 possa non fare un "figurone"

Il suo successore?
Steve Ballmer - attuale CEO di Microsoft dopo il ritiro di Bill Gates - ha dichiarato che si accollerà la supervisione anche della divisione entertainment, senza affidarla a nessun altro, almeno per il momento. Sarà...

lunedì 1 luglio 2013

A magazine is born!

Era sbiadita già sul sito dell'editore. Giurin!
Lo annunci nonostante te non ci credi molto... l'edizione italica delle riviste di letteratura/narrativa-di-genere americane non ha mai avuto lunga vita nel Bel Paese.
ELARA ha lanciato l'edizione nostrana della più longeva rivista del fantastico mondiale, The Magazine of Fantasy and Science Fiction, sopravvissuta fino ad oggi dal 1949 grazie all'intuizione dei suoi editori di mescolare in un solo contenitore le tre grandi correnti del fantastico (fantascienza, fantasy e horror).
Nelle sue 160 pagg. troverete alcune tra le storie più belle e i nomi più prestigiosi di ieri, oggi e - si spera - domani.
Un'ottima occasione per chi vuole avvicinarsi in piccole dosi al fantastico, specie di quello dei nuovi autori emergenti.
La rivista è acquistabile nelle edicole di tutta Italia già da sabato 29 giugno ad € 5,90, ed è mensile (se sopravviverà, visto l'azzardo e l'incoscienza di lanciare una nuova testata in piena crisi, da parte di un editore che di buona salute non ha mai goduto!).
Io comunque in quel di Peggio Calabria, non l'ho ancora vista...