Pace all'anima sua.
Quel Jobs che nel 1984 rivoluzionò l'information technology introducendo il Macintosh (uno dei primi personal computer dotati di interfaccia grafica e cestino), e che nel 2007 rinnovò e rilanciò il mercato stagnante degli smartphone con l'iPhone (sul quale lo scheumorfismo ha raggiunto l'apice).
Il classico esempio di scheumorfismo è la libreria in legno che custodisce gli ebook su iPad. Sarebbe potuta essere blu, rossa, gialla, a pois, a stelle & strisce... ma l'acume commerciale di Jobs gli ha suggerito di farla in finto legno. Perché un'interfaccia che imita il mondo reale facilita l'uso della tecnologia ai niubbi ed avvicina anche gli utenti restii. E questo lui lo sapeva bene. Non scordarti, infatti, che in nome dello scheumorfismo, sulla scia di Amiga e Macintosh, tutti i sistemi operativi sono passati ad un'interfaccia utente grafica e al mouse - persino Sua Maestà UNIX, e l'iconografia ha invaso la quotidianità. Le icone sono ormai ovunque: sui tasti dei telecomandi, sul frontale di lavatrici, lavastoviglie e frigoriferi, sugli interruttori della luce... praticamente sopra ogni oggetto dell'elettronica di consumo.
Durante tutto il "periodo Jobs", Apple era nota per il suo ampio utilizzo di scheumorfismi, dato che il pàtron di Apple l'ha voluto su ogni elemento del suo software; dai gadget della Dashboard di OS X alle app di iOS, fino all'interfaccia web di iCloud. Ma dopo la sua morte, l'allontanamento senza troppi complimenti di Scott Forstall (considerato il più acceso fautore dello stile visivo di imitazione del mondo reale dentro la casa di Cupertino, nonché la personalità più vicina al modo di fare & pensare di Jobs stesso), e l'ascesa di un altro designer, Jonathan Ive, da sempre in contrasto con Forstall perché avverso allo scheumorfismo, sta portando rapidamente l'azienda verso un'estetica più minimalista.
È anche vero che spesso lo scheumorfismo ha stancato e infastidito, specie quando cadeva in eccessi visivi, come la rincorsa al "vintaggio" col suo tripudio di ornamenti obsoleti, legni grezzi, cuciture e pellami virtuali vari. Ma era l'identità del Jobspensiero. E di iOS.
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Eppure, te non stavi nella pelle per aggiornare l'iPad mini. Anche sapendo a cosa andavi incontro. Ma ieri era praticamente impossibile a motivo del sovraccarico dei server. Tempo stimato: 5 ore, ma dopo un paio di minuti di download il tablet andava in errore!
Stamattina, intorno alle 06:50 (ora della costa occidentale calabra), finalmente sei riuscito ad installare iOS 7. Ma... questo "minimalismo" e tutti quei colori sparati In Your Face, non ti stanno esaltando granché. Non come in genere è capace di fare un prodotto con la "mela morsicata" sopra. Anzi ti hanno lasciato un lieve retrogusto d'amaro in bocca, specie per l'evidente "appesantimento" generale e i piccoli bug sparsi qua e là (che da troppo tempo ormai sono presenti in ogni major release made in Cupertino).
Vedi se non hai ragione! |
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