venerdì 17 aprile 2020

Buona Apocalisse a tutti!

Un'epidemia è la diffusione su scala nazionale o mondiale (in questo caso "pandemia") di una malattia infettiva che colpisce un gran numero di individui in un arco di tempo discretamente breve.
Il coronavirus SARS-CoV-2, causante la malattia nominata dall'OMS Covid-19, ha iniziato a diffondersi nel mondo tra il dicembre 2019 e il febbraio 2020 a partire dalla Cina. L'Italia è tra i paesi più colpiti. Questo almeno fintantoché il virus non si diffonderà massicciamente in Africa, America Latina ed Asia Meridionale, cioé in quei paesi talmente poveri dove ci sono così tante persone che vivono in una stanza, in un condominio popolare, in una favela, che il distanziamento sociale diventa una presa in giro e lavarsi le mani non significa nulla. E per carità, anche in un paese ricco come gli States, privi di una sanità pubblica, i poveri, i non assicurati, i barboni, gli afroamericani e i latini periranno quattro volte più dei bianchi.
Tutti sono d'accordo sul fatto che la letalità del Covid-19 in sé stessa non sia altissima, che colpisce perlopiù soggetti deboli (anziani, immunodepressi e soggetti con malattie pre-esistenti), e che la gravità della pandemia è data dal fattore R0: a causa della rapidità del contagio, il numero dei malati dilaga, e le strutture e il personale sanitario finiscono col non essere sufficienti per fornire ai pazienti le cure necessarie, decretandone il decesso.
Assumiamo adesso un ragionamento scevro da complicazioni di carattere socio-economico e medico, e ragioniamo sotto un altro (triplice) aspetto.

- Innanzitutto Covid-19 ha portato in Occidente il concetto di morte in un modo che non era presente da decenni. Questo non è ovviamente vero per quei Paesi del mondo che quotidianamente sono afflitti da guerre, carestie, catastrofi e malattie. Ma nel ricco Occidente le nostre "società opulente" ci hanno allontanato dalla "morte", per affrontarla solo marginalmente, come i bigotti fanno con la "sessualità". Covid-19 ci ha rammentato che si muore. Con più facilità di quella che credevamo possibile fino a due mesi fa. In solitudine. Senza un funerale.
- Le epidemie hanno conseguenze anche psicologiche: l'individuo subisce un mutamento interiore in cui sentimenti, idee e passioni ne risultano stravolti. È questa una questione sottesa molto importante eppur trascurata. Il periodo prolungato di isolamento dalla vita sociale, di lontananza dal lavoro, di convivenza forzata con la famiglia senza momenti per sé, la paura di ammalarsi o contagiare i propri cari ogniqualvolta si esce a fare la spesa, possono creare ansia, stress, fragilità, apprensione, problemi di comunicazione e disagio. E se è vero com'è vero che alla crisi sanitaria si aggiunge la crisi economica, l'individuo tranquillo diventa aggressivo, il collerico esplode, e il panico, la depressione, l'anarchia, le violenze domestiche, il senso di rivolta e di riscatto dilagano. Anche perché la politica risulta nevvero impotente (a parte evitare crisi di liquidità alle imprese, sospendere pagamenti di tasse e debiti, erogare ammortizzatori sociali, non è facile riorganizzare le catene di fornitura e le filiere nel brevissimo periodo, quando la gente vuole evitare il contagio). Ancora: se oggi la regola per sfuggire all'epidemia è la distanza sociale, l'isolamento, lo stare a casa, essa si oppone alla "società aperta" e relazionistica alla quale eravamo abituati, allunga le distanze, rallenta gli affetti. La concezione dell'uomo come relazione, tipica di un certo personalismo filosofico, tramonta. Incita alla diffidenza verso il prossimo. Al razzismo. Allo sfilacciamento sociale e amicale. È la crisi del "mondo senza frontiere". È lo scenario di una società che si disaggrega nel caos, e che richiederà urgentemente nuovi modelli di lavoro, di relazione, di vita, di pensiero.
- Le epidemie hanno accompagnato la storia dell'umanità dall'inizio e si sono sempre intrecciate ad altri due flagelli: le guerre e le crisi economiche. Quando vigeva l'ignoranza però erano viste come "il castigo di Dio": "tria sunt flagella quibus dominus castigat" (tre sono i flagelli con cui Dio castiga i popoli: guerra, pestilenza e fame), ammoniva San Bernardino da Siena (XIV sec.). Questo adagio ci introduce al terzo punto: la teologia (o filosofia 🤔?). "La Chiesa è indietro di 200 anni rispetto alla storia", diceva il Card. Carlo Maria Martini (1983). Ma Dio esiste? Dio è giusto? Dio è rimuneratore o castiga e tribola? anche Dio è in quarantena? o piuttosto - come scrisse Philip K. Dick nel suo Nostri amici da Frolix 8: "Dio è morto. Hanno trovato il suo cadavere nel 2019. Galleggiava alla deriva nello spazio". Ovvio che da laico scettico privo di spirito sovrannaturale credo assolutamente che questo virus non sia stato mandato da Dio per punire l'umanità peccatrice. È effetto della natura. È un corollario della globalizzazione. Ma...
Questa è stata la prima Pasqua dopo chissà quanto a chiese chiuse, a funzioni assenti, mentre il popolo cattolico brancola disorientato. Covid-19 secondo alcuni teologi starebbe producendo ulteriori conseguenze nell'autodemolizione della Chiesa cattolica-apostolica romana, riscontrabile già da tempo nel lento e continuo allontanamento dei fedeli: templi e seminari sempre più vuoti, offerte dimezzate e calo dell'8permille, dissenso generalizzato, scisma de facto evitato appena pochi mesi fa, libertà religiosa e nichilismo imperanti, etcetera. Invero le iniziative dei sacerdoti che stanno pensando "mille modi" per essere vicini ai propri parrocchiani, sono viste come "provvedimenti da acquasantiera", perché le "pecorelle smarrite" non sono tra coloro che hanno sempre orbitato attorno all'Azione Cattolica e che di questi tempi si stanno autonomamente organizzando in improvvisati "centri d'ascolto a distanza", e non basa scrivere "da parte mia c'è tutta la buona volontà di venirti in aiuto" quando poi la realtà fattuale è tutt'altro. Quello che ha fatto la straordinaria decisione della Conferenza Episcopale Italiana (uniformandosi ai lockdown governativi), è stato "abdicare alla propria specifica missione di assistenza pastorale e cura della salute delle anime, facendosi silenziosamente da parte" perché "è l'ora degli esperti" (scienziati, medici e tecnici).
Dal punto di vista teologico, lo scenario che abbiamo davanti ti sembra l'inizio di periodo di crisi e cambiamento.
Il Doomsday Clock, l'Orologio dell'Apocalisse è dunque tornato a muoversi a inizio 2020. Stavolta però non per un riarmo nucleare, una guerra fredda, i cambiamenti climatici, i conflitti politici. Sta tickettando il tempo rimanente all'inizio del cambiamento.

Nessun commento:

Posta un commento