sabato 25 aprile 2020

I Quindici. Nostalgia canaglia

Gli uomini in giacca e cravatta irrompevano nelle case di noi italiani medi del tardo pomeriggio. Madri e nonni li facevano accomodare nel salotto buono, offrendo caffè e liquori. Pieni di sussiego, aprivano la ventiquattrore e mostravano campioni freschi di stampa, stimolando curiosità e fantasia di grandi e piccini. E t'incastravano col pippone "del valore della cultura", "dell'investimento per il futuro", "della voglia di sapere dei giovini". Erano gli anni migliori dell'Italia, del progresso sociale e del miglioramento economico tangibili per tutti, fatti di cose concrete come la seconda automobile, la casa in affitto al mare, la lavatrice, il frigidaire e il forno a microonde, la TV nella stanza dei ragazzi, il telefono a disco... Ah, bei tempi!
L'altro ieri, complice la forzata permanenza a casa per COVID-19 in giro, la depressione serpeggiante per forzata inattività/inutilità, un attacco di nostalgia canaglia e la voglia di trasmettere a tua figlia "le cose belle della vita" di quelli che ricordi come tra i migliori anni [per te] di sempre (i mitologici anni Ottanta), hai recuperato sulla Baia - per quattro spicci davvero - I Quindici: I libri del Come e del Perché. I Quindici era un'enciclopedia per ragazzi d'importazione statunitense risalente al decennio precedente, ossia agli anni Settanta, derivata dall'opera d'oltreoceano Childcraft, the How and Why library ed edita e adattata in Italia dalla Field Educational Italia. Te hai recuperato la ristampa del 1993, e ad una prima sfogliata puoi ribadire che abbia rivisto quasi affatto i contenuti rispetto alle edizioni del ventennio precedente.
L'opera era composta da quindici volumi (da cui il nome) e venduta porta a porta col classico pagamento rateale. I primi quattordici volumi, rigorosamente monotematici (Poesie e filastrocche, Racconti e fiabe, Il mondo e lo spazio, Il regno animale, Il regno vegetale, Strumenti e meccanismi, Fare e costruire, Scienziati e inventori, Raccontaitalia, Luoghi da conoscere, Io e gli altri...) si rivolgevano ai ragazzi di massimo 10 anni, mentre il 15° era per le mamme in quanto conteneva voci su come conoscere, allevare, educare e curare i propri figli. Cinquant'anni fa però. Perché, diciamocelo, I Quindici, tolto il fascino di un'altra epoca e dell'essere tornato rEgazzino mentre li ripulivi, sfogliavi e mostravi a tua figlia, costituiscono per il 70% un esemplare primo approccio alla cultura (peraltro un po' meno divulgativa dall'altra enciclopedia di quegli anni Conoscere: Ieri, Oggi e Domani), ma per il resto risultano ridondanti di articoli vintaggissimi su argomenti ormai superati.
Le enciclopedie. Quanto erano fighe le enciclopedie! Oggi, tempi in cui per qualsiasi informazione basta un "aspetta che lo cerco" su Wikipedia, sembrano una roba inutile. Ma ai tuoi tempi non era così. L'enciclopedia era allora, per il ragazzino curioso assetato di sapere in orario non presidiato da cartoni alla tivvì o dai compagnetti sotto casa, uno strumento per esplorare il mondo. I Quindici, assieme a quell'altra enciclopedia già citata Conoscere, in un attimo ti rendevano onnisciente in fatto di dinosauri, macchine da guerra, pianeti del sistema solare, grandi felini, etcetera, il tutto sempre con un gran scialare di illustrazioni. Erano il web di noialtri. Il sapere analogico. Perché insegnavano ed emozionavano in maniera tangibile. Ovviamente secondo l'impostazione dell'informazione di quel tempo, ampiamente influenzata dai programmi ministeriali della DC, a loro volta condizionati dalla Chiesa Cattolica. Chiaro però come la tua odierna passione per la carta stampata e la tua scarsa propensione alla socializzazione e agli sport derivino da quegli anni trascorsi col naso tra le pagine.

un necessario tuffo nel passato

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