giovedì 10 settembre 2020

Il ladro e il ciabattino. Breve storia e commento

Dopo The other side of the wind di Orson Welles (completato postumo quarantotto anni dopo, per Netflix, da Peter Bogdanovich),
I cancelli del cielo di Michael Cimino (restaurato e presentato nella sua interezza al Festival del cinema di Venezia vent'anni dopo - dov'è stato accolto tra mille plausi),
Superman II di Richard Donner (completato venticinque anni dopo da Donner stesso - grazie, pare, anche all'interessamento di Bryan Singer - al meglio che ha potuto, ovvero riciclando, per ragioni di coerenza narrativa, scene da provinaggi e dal girato di Lester),
Justice League di Zack Snyder (in uscita finalmente l'anno venturo per Warner Max, grazie al supporto e al tam-tam mediatico del movimento #ReleaseTheSnyderCut),

un altro caso cinematografico ha visto recentemente riabilitata la sua reputazione. Stai parlando de Il ladro e il ciabattino, film d'animazione diretto, co-sceneggiato e co-prodotto dall'animatore canadese Richard Williams (già vincitore Oscar per Chi ha incastrato Roger Rabbit?) a partire dal 1964, rimasto lungamente incompiuto per mancato supporto da parte delle major e rilasciato in qualche forma ottant'anni dopo da Garrett Gilchrist.

Il ladro e il ciabattino
è noto per la sua lunga e travagliata produzione dovuta a notevoli difficoltà formali e creative: l'opera venne interrotta e ricominciata fra vari produttori (Warner, Allied Filmakers, Miramax, Disney, Steven Spielberg) e sempre per gli stessi motivi, ovvero sforamento del budget e dei tempi di lavorazione dovuti all'elevata complessità dell'opera. Williams infatti, perfezionista, voleva realizzare "il film d'animazione più grande e bello che si fosse mai visto", mosso da 24 intercalari (quando Disney lavorava ancora ad appena 12 al sec.), fondali interamente animati e trovate grafiche avanzatissime e innovative. Il tutto, of course, senza computer ma... A MANO.
La fiaba originale, che parlava di una città orientale dorata invasa da banditi supercattivi, una principessa di colore dal carattere forte, un ciabattino eroe-per-caso, un ladro pasticcione, un sultano e un gran visir col pizzetto e la pelle blu, in realtà è uscita in due versioni nel corso degli anni; la prima nel 1993 marchiata Allied Filmakers e titolata La principessa e il ciabattino, la seconda nel 1995 per Miramax, titolata Arabian Nights e [orrore!] spacciata come un rip-off di Aladdin. Entrambe le predette versioni, oltreché di fatto incomplete in quanto Williams non aveva ancora ultimato il film e pertanto fortemente tagliate o rilasciate con materiale di collegamento realizzato da animatori a basso costo, presentavano rimontaggio e censure, musiche à la Disney, vocalizzazioni e doppiaggi non previsti, alterazioni nei nomi e nella trama, etcetera etcetera.
Ma ecco che, nel 2006 tale Gilchrist acquista i diritti e si adopera per un'attività di restauro, realizzando quella che oggi è conosciuta come Recobbled cut mark 4, utilizzando il più possibile il materiale originale inedito. Purtroppo, al fine di presentare un film il più completo possibile, Gilchrist ha dovuto far uso di storyboard, copie di lavorazione e animazioni fortemente incomplete ma, per fortuna, ha rimosso tutte le alterazioni apportate precedentemente. E sabato scorso, 8 settembre 2020, Enrico Gamba, yuotuber conosciuto come 151eg, ha pubblicato gratuitamente sul proprio canale YouTube una versione doppiata in italiano!
In tanti probabilmente non hanno nemmeno conoscenza di quello che stai parlando, ovvero de Il ladro e il ciabattino. Le due edizioni commerciali del '93 e del '95 peraltro sono state un fallimento commerciale. Eppure tanto ma davvero tanto di questo film è stato depredato da Disney e trafuso in Aladdin, dal contesto orientaleggiante alla principessa forte, dall'eroe per caso (ladro peraltro) al gran visir (praticamente identici), al sultano. Disney d'altronde non è nuova nel derubare le idee degli altri: tra i casi più eclatanti, Kimba il Leone bianco e Il mistero della Pietra azzurra.

Il ladro e il ciabattino resta un film d'animazione da vedere, per apprezzare la mole e la qualità del lavoro di Williams. L'aspetto visivo è superbo: ci sono scene molto veloci, dinamiche e deliranti, e l'espressività dei personaggi è ottima. Le musiche sono vivaci, di un genere che si usava tempo fa. La storia è semplice ma molto classica. Certo, non è invecchiato benissimo, ma è "il testamento di un regista rimasto vittima della propria ossessione e della propria incapacità di bilanciare l'ambizione artistica all'interno di un sistema che non contempla l'arte come un valore commerciale".

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