giovedì 6 novembre 2014

Jean Ray e Malpertuis

Su Jean Ray hai letto di tutto.
Che "va considerato, assieme ad H.P. Lovecraft, il più grande autore della letteratura fantastica moderna"; che "è uno scrittore dell'orrore paragonabile a Poe, Lovecraft, Bierce, M. Rhodes James, Blackwood, Ewers"; o anche "l'ultimo genuino autore weird"; etcetera, etcetera...
Che sia un gigante della letteratura weird, un autore di razza, puoi anche crederci. E comunque ti riservi di valutarne la statura solo dopo la lettura della sua raccolta di storie brevi Il Gran Notturno e altre storie.
Ma quello che è definito il suo capolavoro, quel romanzetto gotico Malpertuis, lo stai proprio portando avanti a fatica. Perché, sebbene le premesse siano davvero interessanti,
Malpertuis è un'antica e tetra magione fiamminga, dove il suo proprietario ormai trapassato, lo zio Cassave, tiene prigionieri un gruppo di persone a causa di un oscuro testamento, che li obbliga a coabitare dentro le stesse mura. Si scoprirà poi che costoro sono le antiche divinità greche che assumono le forme di squallidi e miserevoli esseri umani,
lo stile di Jean Ray è davvero molto ma molto lontano da quello di Lovecraft o Hodgson. Troppo ironico ed europeo, e molto meno "classico ed antiquato" di quello degli altri Grandi.

AGGIORNAMENTO. Ierisera hai letto Il Gran Notturno e Storchhaus o la Casa delle cicogne di Jean Ray, e devi riconoscere che effettivamente, il Jean Ray del racconto è molto migliore di quello di Malpertuis. Ma ti fermi qua. Perché in essi non hai trovato quel senso di stupore, meraviglia, angoscia e terrore che hai trovato in Poe, Lovecraft, Blackwood, Ewers, Machen, Hodgson, Champers, C.A. Smith e F.B. Long...

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