lunedì 13 aprile 2020

Meno male che c'è l'Europa!!!

Il Presidente Giuseppe Conte, una volta, all'inizio della crisi europea [perché è anche questo che stiamo vivendo], ha detto "se non ci siete faremo da soli". Visto che l'Europa sta dimostrando di non essere assolutamente all'altezza del ruolo per cui è stata anche creata, considerato che sta mancando per la seconda volta [la prima è stata la crisi greca] il suo appuntamento con la storia, visto che si parla tanto di Europa ma che poi di fatto prevalgono soltanto i "nazionalismi" e gli egoismi dei paesi del blocco del Nord, visto che si parla del futuro nostro e dei nostri figli - sig. Presidente Le chiedo: "non è giunto il momento di fare da soli?". O quel "faremo da soli" era solo uno slogan? Possibile che l'unica via percorribile sia chiedere soldi alla maledetta Europa?
Dietro l'Eurogruppo (e il solito compromesso al ribasso che ha partorito) abbiamo perso settimane fondamentali, settimane che rischiamo di non recuperare economicamente, competitivamente e socialmente. Svegliamoci.
Perché possiamo anche credere che la posizione di questo Governo sul MES non cambierà. Ma se non partiamo subito con alternative nostre, ciò che nel breve termine si sta facendo (e non facendo) non sarà abbastanza: l'Italia è quasi alla canna del gas (essendo messa non certo bene da prima della "guerra del coronavirus") e i prossimi Governi potrebbero non avere altri strumenti se non quello di mettere il collo nel cappio del MES.

Il MES è un meccanismo di assistenza finanziaria (di "stabilità" dicono alla UE) agli Stati membri ma per la cui fruizione sono necessarie l'assolvimento di severe condizioni ed ulteriori cessioni di sovranità (queste condizioni - detta l'art. 12 dello Statuto del Fondo salva Stati - "possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni predefinite". Nel caso della Grecia hanno comportato un vero e proprio commissariamento che ha imposto riforme "lagrime e sangue", vigilanza bancaria e tagli alla spesa pubblica), sebbene pare che per finanziare la spesa sanitaria le condizionalità saranno sospese. Occhio: perché, stando al memorandum, queste modalità light varranno solo per la durata dell'emergenza sanitaria... dopodiché verranno automaticamente ripristinate le severità. Doppio imbroglio: 1. posso accedere alla linea di finanziamento soft del MES solo per le spese sanitarie e di prevenzione - dirette o indirette che siano, non per aiutare l'economia o la liquidità delle imprese;
2. chi stabilirà il limite temporale dell'emergenza sanitaria facendo rientrare le condizionalità? l'Eurogruppo al quale il blocco del Nord porrà il suo veto?
Il MES non crea alcuna base monetaria ma funziona unicamente in base alle somme sottoscritte dagli Stati membri. Sottoscritte, non versate. L'Italia ad oggi è il terzo finanziatore del MES, avendo sottoscritto 125 miliardi di € (che per Statuto è tenuta a versare a semplice richiesta). A fronte di queste sottoscrizioni (che fungono da garanzia), il MES ha la capacità di emettere obbligazioni comuni, dalle quali l'Italia può ottenere una linea di liquidità fino al 2% del proprio PIL. In sintesi, tra versamenti effettivi (si parla di 14 miliardi di € per l'Italia) e sottoscrizioni, il MES reperirà fondi sul mercato per prestarcene una parte, sindacando ovviamente sul relativo impiego.
Il SURE, l'altra follia, l'ultimo venuto annunciato in pompa magna dalla Presidente della Commissione Von der Leyen. Si tratta di un fondo della Commissione finalizzato ad erogare prestiti ai Paesi che ne faranno richiesta per sostenere l'occupazione. A mo' di Cassa Integrazione. Esso potrà prestare fino a complessivi 100 miliardi a lungo termine, per ottenere i quali (non esistendo ad oggi un fondo) emetterà obbligazioni comuni garantite per almeno il 25% dai 27 Stati membri. In sintesi, daremo nostre garanzie per 25 miliardi di € affinché la Commissione reperisca fondi sul mercato e ce ne presti una parte, sindacando - anche qui - sul merito. Un passaggio da non sottovalutare sul SURE è che non esiste ancora! tra approvazione di trattato/statuto, discussione nei Parlamenti nazionali, erogazione garanzie ed emissione delle obbligazioni comuni passerà tempo. Mesi. Mentre gli effetti sull'occupazione e sui redditi dei lavoratori europei si stanno facendo sentire già adesso.
Poi c'è la BEI, la Banca Europea per gli Investimenti. Anch'essa per emettere obbligazioni comuni - usabili per erogare prestiti diretti alle imprese, con un occhio di riguardo alle PMI - dovrà rivolgersi ai mercati che, ovviamente, richiedono garanzie. Per inciso, l'Italia è azionista della BEI al 16% e tra i maggiori contributori per 39 miliardi di €.
Dunque, la fantomatica potenza di fuoco dell'Europa pari a 700 miliardi di € (400 MES + 100 SURE + 200 BEI), è costituita innanzitutto da prestiti erogati da una somma almeno cinque volte minore (miracolo del moltiplicatore bancario), somme che una volta concesse sono destinate a tornare indietro entro massimo dieci anni. Con gli interessi, come si conviene naturalmente a qualunque prestito. E che deriverebbero peraltro da contribuzioni o garanzie già prestate, a fronte dei quali - se malauguratamente qualche paese non rispondesse avvitandosi ancora più nella crisi - gli Stati membri sarebbero chiamati a versare. Come a dire - ed ecco lo schema geniale [per le banche, non certo per i Governi nazionali]: io Italia, tra i principali contributori di MES e BEI - da definire il SURE, ho già versato decine di miliardi di €. Voi, MES, BEI e SURE, mi presterete soldi già miei, e io ve li restituirò con gli interessi. In un ammontare peraltro modestissimo: secondo l'OCSE, lo shutdown si sta già traducendo in una contrazione media per l'Italia di quasi il 12% del PIL, laddove la tanto decantata "potenza di fuoco dell'Europa" mira a consegnarci risorse che non arriveranno nemmeno al 5% del PIL. Un pacchetto di misure dunque assolutamente non commisurato alla portata dell'impatto del coronavirus sull'economia europea! Tanto più che dopo l'emergenza coronavirus, l'indebitamento pubblico e privato aumenterà notevolmente. Perché io stessa, Italia, oltre a restituirvi il mio debito, potrei essere chiamata a liberare il capitale sottoscritto. Debito su debito.
Questo è il Sogno Europeo: il sogno in cui il mercato finanziario e le banche dominano sui Governi. L'Europa delle banche, non degli Stati nazionali.
Orbene. Poniamo che le misure del D.L. "Cura Italia" e del nuovo D.L. in arrivo questo mese risultino valide. Diamo per buono anche l'arrivo di credito dall'Europa - ma ribadisco che le prime si stanno rivelando inadeguate e il secondo arriverà con colpevole ritardo - il problema è il "dopo": aspettiamoci nuove privatizzazioni, svendite di beni pubblici, l'aumento tanto rimandato dell'IVA, ancora tagli a ricerca, istruzione e spesa militare (forse stavolta non alla sanità... se abbiamo imparato dalla storia), mancati rinnovi contrattuali agli statali, ritorno del blocco delle assunzioni via concorsi pubblici, taglio alle maxi-pensioni (ma magari!)... e chissà: nuova patrimoniale? aumento IMU seconde case? nuovo superbollo? inasprimento aliquote IRPEF e IRES? riforme "lagrime e sangue" signori miei, così da trovare i soldi e farli tornare nelle tasche dei falchi d'Europa, il tutto incensato da aumento di disoccupazione e lavoro irregolare.
Qua non si parla di chiedere soldi gratis e di spenderli come meglio ci pare senza doverne rendere conto. Qua si chiede di finirla di sognare sulla solidarietà. Cioé di poter bussare senza esitazione alla porta della BCE, la quale - in veste di Banca centrale - dovrebbe acquistare i titoli del debito pubblico nazionali stampando moneta e dunque immettendo reale liquidità. Pacifico ed incontestabile che fino a quando ciò era possibile in Italia (quando cioé la Banca d'Italia acquistava BOT e BTP dal Ministero del Tesoro), non vi era alcun indebitamento reale da parte dello Stato. Tale procedura infatti costituiva una semplice operazione contabile che, al contrario della cessione delle obbligazioni sui mercati, non comportava alcun costo per la Nazione. Creava liquidità reale. La frattura più profonda che sta attraversando l'Europa passa per l'appunto per la vetusta e anacronistica idea che ha partorito i parametri di Maastricht, in base alla quale l'emissione monetaria non debba essere rivolta direttamente all'economia reale, men che mai al singolo Stato, ma solo per tramite del settore bancario, pena creare un'inflazione che incrementerebbe il tasso di interesse ai virtuosi tedeschi e olandesi...
E qualcuno mi parla di voler cedere anche la sovranità fiscale all'Europa... folli e non nel senso decantato da Steve Jobs!
Meno male che c'è l'Europa!!!

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