La visione con tua figlia del mediocre Aquaman 2: Il Regno perduto di giovedì 30 agosto us nell’ambito della rassegna di film all’aperto al waterfront di Reggio Calabria e poi quella a nastro del cult Nadia: Il mistero della pietra azzurra su Anime Generation, il canale anime di Prime Video, ti hanno portato alla mente la tua passione nei confronti del visionario scrittore Jules Verne, dei continenti perduti e tutta quella roba lì. Indi per cui t’è venuta l’idea di un post ragionato che sintetizzasse quelle suggestioni che tanto ti hanno affascinato nella tua ehi fu adolescenza e che sono alla base della pellicola e dell’anime suddetti.
Inizi dal principio: Atlantide, o meglio “l’isola Atlantide”, è un’isola-continente leggendaria, o meglio un continente perduto, visto che l’isola - stando alle descrizioni di Platone nei suoi dialoghi Timeo e Crizia - era grande almeno quanto “l’Asia [minore] e la Libia prese insieme”.
Atlantide è l’unico continente perduto del quale valga la pena “seriamente” e “ragionevolmente” parlare. Di essa si favoleggia sin dall’antichità classica ed esisterebbero dei ritrovamenti archeologici misteriosi a sostegno della sua esistenza - o quantomeno di ritrovamenti ai quali la Scienza ufficiale non è ancora riuscita a fornire una spiegazione credibile, a differenza di Mu e Lemuria di cui s’iniziò a parlare solo in epoca moderna e la cui esistenza è incompatibile con la storia geologica della Terra.
Atlantide avrebbe occupato un’area, oltre le Colonne d’Ercole (Stretto di Gibilterra), al centro dell’Oceano Atlantico settentrionale, e di cui Groenlandia, le Azzorre e fors’anche le Canarie sarebbero gli ultimi avanzi. Era sede di una potente civiltà avanzata che avrebbe conquistato anche molte terre costiere dell’Europa occidentale e del Mediterraneo. L’isola-continente sarebbe sprofondata “in un singolo giorno e notte di disgrazia [per opera di Poseidone]” all’incirca nel 10.000 a.C.
Alcuni argomentano che Platone abbia romanzato eventi passati reali, come l’eruzione vulcanica di Santorini, per piegarli alle sue necessità di divulgazione filosofica, ma diversi fantarcheologi sono certi della sua esistenza passata (che se venisse dimostrata retrodaterebbe di diversi millenni la storia dell’uomo) ed hanno proposto dozzine di localizzazioni per Atlantide, dall’ovvio fondale dell’Oceano Atlantico nel quale si sarebbe inabissata, al Deserto del Sahara, sotto le cui sabbie giacerebbe, fin sotto i ghiacci dell’Antartide, o tra le macerie della crosta terrestre, o nel passato ignoto di antiche civiltà note, come quella Cretese.
Dicevi, Platone descrisse un luogo in cui l’uomo è passato per la prima volta da uno stato di barbarie alla civiltà; una civiltà avanzata per gli standard dell’epoca (parliamo di 12.000 anni fa, mentre il resto del mondo conosciuto era ancora in pieno Mesolitico) che costruiva templi, obelischi e piramidi, addomesticava elefanti e lavorava l’avorio e metalli come l’oro, l’argento e il platino, nonché il mitico “oricalco”, che costruiva navi, esplorava e conquistava. Quando il continente s’inabissò in una terribile convulsione della natura - probabilmente a seguito di cataclismi tellurici e dell’innalzamento del livello delle acque causato dall’approssimarsi dell’Era Glaciale - le migrazioni dei suoi popoli sugli altri continenti diedero vita ad alcune delle più fiorenti civiltà note, quali egizia, etrusca, nuragica ed azteca.
Sull’Atlantide “classica” esiste una fiorente letteratura, in primis Atlantide: Il mondo antidiluviano di Ignatius Donnelly, una sorta di bibbia sull’argomento, che raccoglie tutti (ma proprio tutti!) gli indizi e le tesi canonici e non, a sostegno della passata esistenza di Atlantide.
Le riletture moderne e teosofiche vorrebbero invece Atlantide come una civiltà già tecnologizzata, capace di governare l’energia atomica e la forza del pensiero, di costruire aeroplani, armi laser e addomesticare gli ultimi dinosauri, e che avrebbe causato la propria autodistruzione a causa dell’uso sempre più improprio e spregiudicato di ignote forze. Quale che sia la verità, oggi il mito di Atlantide, in un’epoca di insicurezze ambientali e di catastrofi geopolitiche, ci consola.
In effetti, nell’Universo DC e in quello Gainax, Atlantide è rappresentata come profondamente evoluta. In Aquaman esiste ancora giacché gli atlantidei avrebbero adattato il proprio corpo a vivere sott’acqua. Più precisamente, l’Atlantide di Aquaman è una federazione di Sette Regni distribuiti su tutto il globo terracqueo: Atlantide vera e propria, il Regno di Xebel e il Regno perduto (sotto i ghiacci dell’Antartide) popolati da umanoidi, le Sirene, i Desertidi (umanoidi che vivono tra le sabbie del Sahara), la Fossa [delle Marianne] (popolata da mostruosi uomini-pesce) e la Salamoia (popolata da crostacei antropomorfi). L’idea dei Sette Regni deriva chiaramente dall’espressione “Sette Mari” che nell’antichità indicava la totalità delle distese d’acqua, mentre le loro collocazioni sono - manco a dirlo - ispirate alle più note localizzazioni proposte per la civiltà perduta.
Nel Mistero della pietra azzurra, Atlantide non esiste più in quanto si sarebbe autodistrutta a seguito dell’utilizzo della Torre di Babele (la biblica torre elevata sino ai cieli a sfidare la gloria di Dio che nell’immaginazione nipponica diventa anche un cannone nucleare).
Tra le più famose colonie di Atlantide pare vi fosse Tartesso (la biblica Tarsis), una città-stato sede di una fiorente cultura ubicata nella Penisola Iberica meridionale di fronte alle Colonne d’Ercole, sottomessa da Cartagine intorno al 500 a.C. Nel Mistero della pietra azzurra, la città di Tartesso (patria di Nadia) si trovava nello Zaire essendo sorta nell’area dov’era precipitata l’arca spaziale Noé Azzurro.
L’oricalco, altro elemento tipico e ricorrente della civiltà perduta di Atlantide: Platone lo descrive come un metallo rossastro preziosissimo e secondo solo all’oro e tipico dell’isola. Nel 2014 sono stati rinvenuti, sulla costa meridionale della Sicilia a Gela, diversi lingotti di un ignoto metallo in una nave di circa 2.600 anni fa, composto da una lega di rame e zinco, battezzato perlappunto “oricalco” [che in latino significa “rame dorato”]. Ovviamente non sappiamo se trattasi dello stesso mitologico metallo descritto dal filosofo greco. Nell’Universo DC l’oricalco diventa un minerale un tempo usato dagli atlantidei come fonte di energia inesauribile ma altamente inquinante, mentre nell’anime Gainax è il misterioso minerale luccicante alla base del gioiello azzurro di forma romboidale che Nadia porta sempre al collo e tanto desiderato dal Trio Grandis.
Il Nautilus è l’immaginario e portentoso sottomarino ideato e comandato dal Capitano Nemo in Ventimila leghe sotto i mari (1869) di Jules Verne, scrittore francese anticipatore della moderna fantascienza. Deve il suo nome al mollusco nautilus.
Il Capitano Nemo (Nemo in latino significa “Nessuno” ed è un nome che allude alla vicenda di Ulisse e del ciclope Polifemo nell’Odissea di Omero) descritto da Verne è un ricco ex-principe indiano e valente ingegnere, poliglotta, sinistro e un po’ egoista. È l’archetipo dello scienziato costretto all’azione dalla sua coscienza: il suo patriottismo e la sua voglia di rivalsa lo spingono difatti alla vendetta verso la Gran Bretagna imperialista che ha distrutto la sua patria e la sua famiglia. Si avvale dunque del Nautilus per sperorare e affondare le navi inglesi - circostanza questa che fa credere ai marinai e ai governanti che il sommergibile sia un mostro marino.
Va detto che il Nautilus, per quanto avveniristico all’epoca della scrittura da parte di Verne (è un sottomarino elettrico lungo settanta m, in grado di viaggiare fino alla velocità di 50 nodi e capace di sparare siluri), era ispirato dai progetti di un certo Robert Fulton commissionati nientepocodimenoché da Napoleone Bonaparte.
Siffatti elementi li ritroviamo anche nei pastiche a fumetti La leggenda degli uomini straordinari di Alan Moore e 20.000 secoli sotto i mari di Richard D. Nolane. Nel Mistero della pietra azzurra il Capitano Nemo è sempre un ex-principe ma stavolta discendente diretto dagli atlantidei e il Nautilus (che manco a dirlo è tecnologia atlantidea) è in realtà una corazzata spaziale in grado di muoversi negli abissi marini come negli spazi siderali.
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