martedì 4 giugno 2024

La Casa delle Conchiglie. Commento

Editore: Hypnos
Autore: Ivo Torello
Genere: weird erotica
Pagine: 420
Voto: ★★★☆☆

Parigi, 1863. Nel bordello di lusso conosciuto come la “Maison des Coquillages” (la “Casa delle Conchiglie” del titolo) s’incontrano prostitute straordinarie, artisti ossessionati e borghesi danarosi: ognuno ha una storia, un demone nascosto o una perversione. A condurre la dissacrante sinfonia di peccati e misteri, tra pseudobiblia, afrodisiaci alchemici, arcane presenze, società segrete e sedute spiritiche, è la maîtresse Madame Sabatière. Fantastica figura femminile, scaltra, seducente e decisa, sarà lei a prendere per mano il lettore per condurlo tra corpi palpitanti e pratiche occulte, in un caleidoscopico senza precedenti per la narrativa fantastica italiana.

La Casa delle Conchiglie è la seconda lunga fatica del nostrano Ivo Torello, esordito - dopo le consuete prove narrative brevi sulla rivista Carmilla - nel 2012 con Predatori dell’abisso sempre per i tipi della Hypnos (di cui è peraltro art director dal 2016). Genovese di nascita, classe 1974, scrittore, illustratore (suo l’Astounding Lovecraftian Creatures, galleria grafica di mostri lovecraftiani), fotografo e appassionato d'arte, si è imposto all'attenzione del pubblico anche internazionale come scrittore weird di razza, al pari del suo contemporaneo Thomas Ligotti (americano di seconda generazione costui, ma di origini siciliane) dal quale però si allontana nettamente giacché lì dove Ligotti è pessimista e nichilista, Torello è invece positivista e materialista.
Ne La Casa delle Conchiglie Torello mescola abilmente storia e mitologia lovecraftiana. Il romanzo - ambientato nella licenziosa Parigi di fin de siècle e nel cui bordello fanno incursione personaggi realmente esistiti (dal pittore Courbet al fotografo Nadar, dall’astronomo Flammarion allo scrittore Alexandre Dumas) - è apertamente erotico: nessuna “specialità della casa” ci viene taciuta, anzi tutte ci vengono descritte con minuzia, ironia da viveur e senza giri di parole, senza pudori, come stessimo a sbirciare da un buco della serratura. E poi c’è anche il weird legato alle ritualità magiche della maîtresse, volte a proteggere il suo tempio dell’eros dai nemici del mondo oltre la soglia.
La mescolanza tra erotismo e fantastico crea un’atmosfera che ricorda a tratti Il Grande Dio Pan di Machen (per l’esistenza di un “altrove oltre il velo” cui accedere col ricorso di sostanze capaci di sublimare l’estasi) e Alraune di Ewers (per l’atmosfera corrotta e gli espliciti riferimenti sessuali), ma soprattutto alle opere di Restif de la Bretonne, del marchese De Sade, e in particolare di Aleister Crowley, la cui religione sappiamo che era intimamente legata alla “magia sessuale”.
Invero, nonostante la scrittura a tratti colta e ricercata, il libro finisce sovente su quel sottile confine tra erotismo e pornografia, tra liceità e volgarità, per via del suo continuo indugiare sulle minuziose descrizioni di ritualità magiche e pratiche sessuali, sicché, non avendo trovato quello scritto davvero elegante che le numerose recensioni entusiastiche ti avevano fatto credere, più volte sei stato sul punto di abbandonarlo. Ma la curiosità e la morbosità, a contrario, ti hanno portato a continuarlo fino alla conclusione.

N.B. il libro si chiude con un’appendice illustrata con le opere erotiche reali dei pittori francesi che Torello immagina partorite durante le loro bollenti sedute presso la "Maison des Coquillages”.

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