venerdì 11 aprile 2014

valar morghulis

Appena arrivatoti il 3° cofanettone del Trono di Spade.
Augh!

qui spalmato assieme alle precedenti stagioni!

venerdì 4 aprile 2014

"Mister NO" e "Arkham Origins: Blackgate". Commento

Dunque,
non avevi mai letto Mister NO. Sentito parlare sì, ma letto letto mai.
Mister NO è un'altro dei fortunati personaggi Bonelli, al secolo Jerry Drake, protagonista di una serie di quasi 400 albi iniziata nel lontano 1975 e chiusa nel 2006. A metà tra l'eroe e l'antieroe, Drake è un ex-soldato americano (e te pareva: i personaggi Bonelli tutto sono tranne che italici!) rifugiatosi in Amazzonia, dove, col suo scassato piper, fa il pilota d'aereo e la guida turistica. Ovvio che tra un volo e l'altro, combatte contro l'arroganza dei potenti e per la tranquillità della foresta amazzonica!
Ora, la serie non t'ha mai interessato mica. Ma lo speciale C'era una volta a New York dovevi leggerlo. Perché è una storia d'autore in B/N ambientata nella New York della Grande Depressione, tra pugili da strada e gangster, che fa tanto C'era una volta in America. E poco importa se il protagonista è un giovanissimo Jerry Drake. Perché è la storia di un pupo qualsiasi che vive la sua vita in mezzo a teppistelli di mezza tacca e carogne d'altri tempi, sotto la protezione del boss locale (Frankie "Messacantata" Nigro... un personaggio quasi degno dei film di Sergio Leone), con un padre assente e uno zio fin troppo presente. Che va a scuola di violenza per diventare un "bravo ragazzo", rischiando di perdere la strada maestra; prova il turbamento del primo bacio; cresce e decide di cambiare vita (per fortuna sua).
La storia di Maurizio Colombo è trascinante e senza cadute di ritmo, e mette in mostra un'ottima carrellata di personaggi, mentre i disegni di Giovanni Bruzzo fanno il resto, ricostruendo benone l'atmosfera retrò dei quartieri popolari della Grande Mela degli anni Trenta.
C'era una volta a New York è un fumetto molto vecchio che sei riuscito a pizzicare a puro coolo, che consigli vivamente a chiunque, anche perché, imho, è leggibile pur sconoscendo Mister NO.

Continuando,
l'altroieri hai accattato sul Live la v. deluss di Arkham Origins: Blackgate, fratello minore di quell'Arkham: Origins c'hai giocato su XBOX 360.
Dici: pecché?


Perché quel prepotente-fascista-violento-maniaco-del-controllo di Batman ti piace 'na cifra e Origins: Blackgate è ambientato tre mesi dopo e, pur avendo una narrativa non al livello del fratellone maggiore, volevi sapere cos'è successo dopo.
Dopo un prologo/tutorial in cui Batman viene stuzzicato da quella ex-escort di Catwoman a rincorrerla per mezza Gotham, il CavalierO Oscuro si ritrova a Blackgate per sedare una rivolta. E qui già capisci come Armature non si sia spremuta più di tanto nel plot: l'n-sima situazione del carcere diviso tra i tre boss maggiori (Maschera Nera, Pinguino e Joker) che ne hanno preso il controllo, che millemila volte s'è vista nel fumetto. E, pur essendo scandita da belle schermate in pieno stile comic (maledettamente non doppiate in italiano), la trama fatica ad essere memorabile. Ma tant'è.
La grafica è comunque discretamente bella, chiaramente derivata da quella di Origins, pur con le dovute proporzioni. Pare comunque sia stata migliorata per il passaggio in salotto.
Ma la giocabilità, signori miei... la giocabilità è lenta assai. Er Batman è meno agile di come l'hai lasciato e ciò, unito all'impostazione 2D del titolo (anzi 2D e mezzo, visto che in più occasioni è possibile spostarsi in profondità), alle direzioni obbligate e alla minor varietà di mosse e combo, sembra di giocare più a un vecchio Fighting Force che a un Arkham-game. Ma tant'è (2).
Probabilmente il videogiuoco ha fatto la sua porca figura su PS Vita e (soprattutto) su 3DS, ma - e sebbene sia alla fine un titolo dignitoso, con presenti praticamente tutti gli ingredienti dell'Origins (dalla visuale detective all'uso dei gadget) - la sensazione di essere stato un po' incoolato per i 19€ spesi, resta.
Ma nell'attesa del DLC Cuore di ghiaccio e di Arkham: Knight, vuoi mettere la delizia di giocare con la skin di Anno Zero?

lunedì 31 marzo 2014

C'è posta per te

Stasera, quando sei tornato da lavoro, c'era ad aspettarti, come ogni dì, la posta.
In particolare,
- l'ultimo acquisto fumettistico batmaniano, La Bibbia del Crimine, miniserie - con protagonista Question Renée Montoya - legata ai fatti di 52 ma che speri sia fruibile anche a sé. Creato nel 1967 dalla Charlton Comics (nella sua storica incarnazione di Vic Sage), Question è stato incorporato nel pantheon dell'Universo DC negli anni Ottanta. In 52 il tizio muore di tumore designando l'ex-poliziotta Renée come nuova Question. Ma, ci cazzo è Question? Question est un violento vigilante oppositore della corruzione sociale, che indossa una maschera priva di fori che nasconde qualsiasi suo tratto somatico, tanto da venir chiamato anche "il Senza volto". Pensa te che il personaggio avrebbe dovuto far parte di Watchmen, poi sostituito da Rorschach, creato ispirandosi proprio a lui;

- il portachiavi batarang promessoti da Mercury, moderatore del forum ufficiale di Batman: Arkham Origins, perché (sue testuali parole, giurì), sono stato un "loyal and awesome fan" e un "very active member of the community"... ma soprattutto perché negli ultimi mesi sei stato "tranquillo". Perché, dopo aver fatto il diavolo a quattro sul forum a motivo dei millemila bug del videogiuoco, che t'impedivano di godertelo, e per il quale sei stato pure bannato per una settimana, non hai più scritto semplicemente perché l'hai finito!
Il batarang è bello tosto, largo una decina di cm ed interamente in metallo nero smaltato. Very good!


- e questa lettera dalla Spagna... una, senti senti, "proposta di eredità". Nella quale ti scopri di avere avuto un parente, tale Ing. Johannes Ferranti morto nel terremoto di Haiti del 2010 mentre era lì in vacanza (!), conosciuto da tale sedicente avvocato Sanchez (dello studio legale Lupi & Associati) nel 1995 nello Zimbabwe (!), in occasione di una conferenza sull'attività mineraria e l'ambiente (!). Ebbene, te saresti il parente più prossimo del caro estinto e ci sarebbe un deposito per toi di 6.3 milioni di dollari e spicci. Ovviamente devi dare il tuo assenso, fare da prestanome ed abboccare alla truffa come un fesso. Pergiunta un giorno d'anticipo sul 1° aprile.

Stria. Commento

horribilia in profundis, dentibus infrendunt expectans te
Dopo quella mediocrità di Oxid Age, hai voluto leggere l'altro fumettone di Gigi Simeoni. Che il buon Gigi rende meglio sulla lunghezza! Quello Stria di cui tanto hai sentito parlare.
Stria è uno di quei fumettazzi che hai scoperto per caso e al quale, se non avessi prima letto Gli occhi e il buio, non avresti dato un soldo, pur trovandotelo davanti. Suorpresa, s'è rivelato una di quelle letture che t'hanno fatto rimanere col culo incollato alla poltrona e senza fiato fino alla fine!

I presunti protagonisti della storia sono Fabio e Chiara, un uomo e una donna sui quarant'anni, impegnati in lavori (diversi) che gli obbligano a viaggiare. Lui è un fotoreporter di guerra, ella una hostess di volo vicina al licenziamento e torturata da incubi notturni che la stanno portando alla follia. Entrambi costretti, dunque, a rimanere sospesi in una condizione di precarietà costante, senza famiglia e dimora fissa, ed incapaci di raggiungere la vera maturità. Incontrandosi, ricorderanno di aver trascorso, da fanciulli, numerose estati insieme in un paesino sulle montagne del bresciano, dove hanno condiviso un evento traumatico che la loro mente si rifiuta di ricordare. Un passato che riemergerà spaventosamente nel corso della narrazione e che riguarda il terzo protagonista, il loro inseparabile amico di quelle estati, Alfredo, un ragazzo misteriosamente scomparso all'età di tredici anni.
La costruzione dell'intreccio è geniale (sebbene richiami apertamnbente l'IT di Stephen King): te, lettore, ripercorri claustrofobicamente, sulla scia dei ricordi e degli incubi di Chiara e Fabio, le loro estati a Marmentino, alla ricerca della Stria (strega) che imperversa nel folklore locale. Un'indagine condotta alla ricerca dei ricordi perduti, attraverso dialoghi e sedute d'analisi. Una narrazione apparentemente fantastica, che sfocia nel tragico e drammatico finale.
Scientificamente parlando, i fatti narrati si configurano come "una ricerca di ciò che Freud chiama l'unheimlich, il perturbante, ciò che è rimosso dalla coscienza". Nel caso, Chiara rifiuta la realtà e vive delle proprie fantasie, turbata solamente nei sogni; Fabio fa invece uso di droghe che lo stordiscono per dimenticare.

A lettura conclusa, Stria lascia nel lettore un senso di inquietudine. È comunque un'opera di pregevole fattura, forse il miglior lavoro del buon Gigi, e la Bonelli, con le collane Romanzi a fumetti e Le Storie sta davvero pubblicando cose belle.

Ah, la copertina non c'entra 'na cippa: per quanto bella e d'effetto, sembra prospettare le vicende di un folle assassino che emerge dal passato. E nun è così.

Stria
di Gigi Simeoni
ed. Bonelli, B, 320 pagg, B/N, € 9,50
Voto: ★★★★

lunedì 24 marzo 2014

La Prima Fondazione. Commento

Ieri, domenica pomeriggio, c'avevi zero voglia di uscire.
E allora, mentre la tua mogliera lavorava ai bricolaggi pasqualini, hai deciso - forte della tua ferrea volontà - di terminare, una volta per tutte, Cronache della galassia, I° vol. del ciclo delle Fondazioni asimoviane, che occhieggiava dal tuo comodino dal 16 agosto. No, dico, leggi bene: 16-agosto-2013! Che è anche vero che la trama si dipana per parecchie decine d'anni, ma è lo stesso una: vergogna, per te che leggevi non meno di un libro a settimana!

Sì, è vero che a leggere due pagg al dì c'hai perso millemila volte il filo, ma la verità è che non t'ha proprio mai preso. Ché, dopo aver letto entusiasta tanti libri del Buon Dottore, da La fine dell'eternità a Neanche gli dei, dai Robot a Notturno, pensavi che avresti adorato anche il suo ciclo più famoso e fortunato. Ciclo che, nel 1966, ha vinto il Premio Hugo come "miglior trilogia fantastica di tutti i tempi", battendo Il Signore degli Anelli di tolkeniana memoria. E invece: ciccia. Si parla solo di grandi eventi e intrallazzi religiosi e politici, conflitti di commercio, etcetera, etcetera.
Ma un'altra scians gliela vuoi dare, perché i primi romanzi delle Fondazioni nascono dall'unione di più racconti distanti anni l'uno dall'altro, e giocoforza il collage ne ha risentito di omogeneità e unitarietà. Magari il II° è migliore...

Giusto per i niubbi e gli ignoranti, dirai che,
le Fondazioni è un ciclo di sette romanzi scritti a partire dal 1951 da Isaac Asimov. Dopo la trilogia iniziale (Cronache della galassia, Il crollo della galassia centrale e L'altra faccia della spirale, nati dall'unione di racconti originariamente pubblicati su pulp magazine), Asimov scrisse altri due romanzi sequel e due prequel poco prima di morire. Ispiratosi alla caduta dall'Impero romano, Asimov inizia da Hari Seldon, primo e più grande psicostoriografo dell'Impero Galattico di Trantor.
Seldon, utilizzando complesse funzioni matematiche da lui inventate, arriva alla conclusione che l'Impero Galattico sta decadendo e che prima della ricostituzione di un nuovo ordinamento galattico che possa assicurare pace e tranquillità, dovranno passare 30.000 anni di anarchia e barbarie.
Nel tentativo di ridurre questo periodo di caos ad appena mille anni,
Seldon spinge gli eventi per inviare su Terminus, pianeta nella periferia della galassia, una comunità di scienziati, che ufficialmente hanno l'incarico di creare una "Enciclopedia Galattica", monumentale opera che dovrà preservare il sapere tecnologico e scientifico per le generazioni a venire; in realtà questa Fondazione, che si troverà a dover superare una serie di Crisi Seldon - momenti di crisi previste anni o addirittura secoli prima da Seldon grazie alla sua psicostoria - è destinata a diventare il nucleo del nuovo Impero Galattico.
Voto: ★★★★★