martedì 20 gennaio 2015

Timecop: Indagine dal futuro. Commento

Qualche sera addietro hai visto Timecop: Indagine dal futuro, pellicola fantascienza forse un po' dimenticata dai più, con protagonista il kickboxer belga Jean-Claude Van Damme.
E prima che storciate il muso o buttiate gli occhi al cielo, ci tieni a precisare che questo è un rispettabilissimo film-di-genere, con un Van Damme decisamente atipico. E per due buoni motivi:
1. è il miglior risultato al botteghino di Van Damme, ossia l'unico film dell'attore ad aver infranto la barriera dei 100 milioni di dollari d'incasso;
2. è girato discretamente bene, con meno scazzottate e più recitazione e profondità del solito.
Ovvio che non è un film da Oscar, ma resta pur sempre un film godibile. E di sicuro - dicevi - è tra le migliori interpretazioni del Nostro, che limitando al minimo le sue performances, trova in qualche misura una dimensione che lo pone un gradino più in alto del suo solito standard. I topòi del viaggio nel tempo ci sono tutti, compresi i paradossi temporali. Ma tutto è rappresentato con estrema chiarezza. La pellicola è ispirata all'omonimo fumetto di Mark Verheiden - che tu non hai mai letto - e ti ha ricordato un sacco La fine dell'eternità di asimoviana memoria.

Devi ammettere che negli Anni '90 tu e i film di Van Damme andavate un sacco d'accordo... ché era tra gli idoli della tua adolescenza!
Senza esclusione di colpi, Kickboxer, Lionheart, Colpi proibiti, Double impact, Accerchiato, Senza tregua... Magari erano pure film "vuoti", dalla trama esile e che poggiavano interamente sulle scazzottate e la presenza fisica di Van Damme. Che c'avrà pure scarse capacità recitative, lui con quella finta faccia d'antologia, ma tirava quei calci volanti che levati! sembravano millemila quando li replicavano al rallenty e la moviola!
È l'anno 2004. I viaggi nel tempo sono diventati una realtà e con essi è emersa una nuova categoria di criminali. Improvvisamente è possibile alterare eventi storici e controllare i mercati finanziari, portando intere nazioni alla rovina. Così la Commissione di controllo del tempo incarica il poliziotto Max Walker ad intraprendere una dura caccia all'uomo.

Wikia: Dopo aver studiato arti marziali sin dall'età di dieci anni (est cintura nera di karate e cintura rossa di taekwondo), Van Damme realizzò successo in Belgio nel full contact e nella kickboxe, e come culturista. Emigrò negli States nel 1982 per intraprendere la carriera di attore. Oggi in Belgio è considerato un'icona culturale.
Subtrivia: pare che alla Midway si siano ispirati a lui per la realizzazione del personaggio di Johnny Cage (Mortal Kombat).

lunedì 12 gennaio 2015

47 rōnin. Commento

Brevissima rece di 47 rōnin, l'ibrido tra L'ultimo samurai e 300 dell'esordiente Carl Rinsch, con un Keanu Reeves come non se ne vedeva dai tempi di A scanner darkly.
Il film t'è piaciuto. Non è un capolavoro ma ti ha fatto passare 2 ore in spensieratezza.

Dicevi che 47 rōnin è chiaramente una rilettura in chiave fantasy di un fatto storico, la vendetta dei 47 samurai rimasti senza padrone, dopo che il loro daimyō era stato costretto all'harakiri per uno sgarbo commesso ad un nobile ospite. Con in più l'ovvia storia d'amore e il tema del diverso accettato dagli altri. Cheppoi di fantasy c'è ben poco: una strega mutaforma, qualche mostro, un samurai gigante, un "uomo illustrato" e un paio di demoni. Come a dire che l'elemento fantasy se ne sta perlopiù sullo sfondo a farsi i fatti suoi.


Il film ha chiaramente un budget importante, ottimi costumi e scenografie... e tutti gli attori giapponesi rimediabili sul mercato. Ci pensavi fosse una stupidata, e invece è abbastanza spettacolare e non annoia per gniente.
Certo, se volevi una pellicola che ricreasse degnamente il Giappone feudale, facevi meglio a rimanere su L'ultimo samurai con Tom Cruise, ché 47 rōnin è da questo punto di vista decisamente superficiale. Ma il film piacerà comunque certamente a tanti.

mercoledì 7 gennaio 2015

Ancora film fantascienzi

Ieripome hai visto Robocop e L'implacabile.
Il 1°, l'originale noir e un po' trash di Paul Verhoeven classe 1987. Non il remake BARRA porcheria del 2014.
Il 2° è invece un film fantascienzo misconosciuto col Governator.
Di Robocop pensi che possa bastare e non se ne debba parlare. Dici solo che i mejo film degli Anni '80 bisognerebbe guardarli almeno una volta l'anno!
L'implacabile est invece un filmotto apparentemente di serie-B, ma invero più che discreto e con buoni effetti speciali, liberamente tratto dal romanzo L'uomo in fuga di Stephen King (da costui pubblicato sotto pseudonimo).
Trattando di un reality show dove i criminali sono costretti a pestarsi fino alla morte all'interno di un'arena, tra ex-wrestler e muturette, all'interno di un programma televisivo falsissimo controllato dal governo che tiene incollata - 24h su 24, 7gg su 7 - l'attenzione delle masse distratte, ti è suonato come mooolto familiare... Benvenuti nel 2017, visto con occhio lunghissimo dal 1987!!!
Ovviamente Swarzhy è il buono ingiustamente carcerato e condannato. Che trionferà.
Non ecceziunale ma godibile.


sabato 3 gennaio 2015

Nirvana. Commento

Che non ti riferisci al presunto paradiso buddhista e induista né al gruppo musicale grunge scioltosi nel '94, bensì al film fantascienzo italico di Gabriele Salvatores.
Un connubio - quello tra fanta e cinema italiano - davvero strano e insolito, diresti.
Agglomerato del Nord (un tentacolare scenario urbano non meglio geograficamente identificato), in un ipotetico tempo futuribile dove nevica ininterrottamente. A pochi giorni dal Natale e dall'uscita sul mercato di un nuovo videogiuoco chiamato perl'appunto Nirvana, l'unica copia in possesso di Jimi, il programmatore, viene infettata da un virus. L'infezione ha una singolare conseguenza: fa prendere coscienza della propria esistenza al personaggio principale del titolo - Solo - che si mette in contatto con Jimi per essere cancellato prima di venir replicato in migliaia di copie e venduto in tutto il mondo. E così destinato a giocare & morire ininterrottamente in una vita che altro non è che illusione.
Jimi intraprende un viaggio nelle zone periferiche ghettizzate dell'Agglomerato per riuscire a trovare qualcuno capace d'introdursi nei sistemi della software house (dov'è conservata la copia di backup di Solo), ma anche per ritrovare Lisa, la ragazza amata che lo ha d'improvviso abbandonato tempo prima.
La pellicola scorre fluida; è coraggiosa, fascinosa e audace, con la star Christopher Lambert certamente al centro dell'azione. Buoni gli effetti speciali; bella la fotografia e la colonna sonora. Tanto che l'è stata pure premiata con David di Donatello e Nastri d'Argento vari.

ma, ma... questa è davvero Luisa Corna?
cioé questa qua?!?!
Il film richiama, per ambientazione, temi ed estetica, il romanzo Neuromante di Gibson e pellicole quali Blade Runner e Strange days, ma anche Dick e i film Tron e Matrix. Il tutto mescolato alle filosofie induiste di "essere/non essere" e della "vita/non vita".
Ma, dicevi, è uno strano connubio. 'ché Lambert è affiancato da Diego Abatantuono, Sergio Rubini e Stefania Rocca, e dalla galleria di solite comparse (Amanda Sandrelli, Gigio Alberti, Claudio Bisio, Antonio Catania, Silvio Orlando, Ugo Conti, Paolo Rossi, Luisa Corna, Haruhiko Yamanouchi, etcetera). Ah, c’è anche Emmanuelle Seigner, la moglie di Roman Polanski.
Dici, perché?
Perché ti fa strano collegare la recitazione tipicamente italica e le gag surreali delle comparse, a un film che alla fine è ottimo: certamente una (o l'unica?) pellicola nostrana decente che tratti temi cyberpunk e comunque mejo di tante produzioni estere più blasonate (su tutte, quella porcata che fu Johnny Mnemonic!). Peccato solo per il finale, che ti aspettavi del tipo "e vissero tutti felici e contenti"... e invece n'è!