L'Anniversario della liberazione d'Italia (più semplicemente chiamata Festa della Liberazione) viene festeggiato in Italia il 25 aprile di ogni anno, in commemorazione della fine del ventennio fascista e dei cinque anni di guerra del Secondo Conflitto Mondiale. Convenzionalmente, fu scelta questa data, perché il 25 aprile 1945 furono liberati Milano e Torino. Entro il 1° maggio, poi, tutta l'Italia settentrionale venne liberata. Simbolicamente rappresenta l'inizio di un percorso storico che porterà al referendum del 2 giugno 1946, per la scelta fra monarchia e repubblica, quindi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione.
Il problema del 25 aprile è che non è una vera festa di liberazione, perché non siamo mai stati liberati! La verità è che il 25 aprile è una banale festa dell'Unità, in cui trionfa semplicemente la retorica comunista; una retorica stucchevole, dura a morire nel nostro paese. La verità storica, quella dei fatti, non della storiografia e della propaganda marxista che ha imperato incontrastata per decenni, è che l'Italia è stata liberata dagli Alleati con l'aiuto (limitato) dei partigiani. Il mito del partigiano (abilmente alimentato dalla cultura comunista dell'epoca e mantenuto fino ad oggi) che si sacrifica per la libertà di tutti, eroe senza macchia e senza paura, quasi sempre vestito di rosso, va peraltro specificato: i "partigiani non comunisti" lottavano per riportare in Italia la democrazia, mentre i "partigiani comunisti" lottavano per bolscevizzare e scristianizzare l'Italia e portarci il Comunismo, probabilmente peggiore del totalitarismo che sostenevano di combattere! I "partigiani non comunisti" non parteciparono alla indecente esposizione del corpo di Benito Mussolini e della Petacci in Piazzale Loreto a Milano, e deposero quasi subito le armi; inoltre ebbero cura di garantire salva la vita ai fascisti che a loro si erano arresi. I "partigiani comunisti" trucidarono invece partigiani cattolici e massacrarono almeno 20.000 italiani presunti fascisti. Del resto, questi ultimi erano fascisti e meritavano di morire come cani. Vero?
È sulle famiglie dei fascisti e sugli anticomunisti, che si scatenò la rabbia partigiana, che sterminò i prigionieri, ignorando ogni legge civile e militare. Caddero a centinaia le camicie nere che, credendo nella buona fede dei "partigiani comunisti", avevano sottoscritto formale atto di resa e consegnato le armi. Morirono in quei giorni, per vendette personali, tante persone invise ai comunisti, e tanti innocenti per le sentenze emesse dalla Giustizia Partigiana proclamata dai Tribunali del Popolo. Le donne pagarono con alto prezzo la "colpa" di essere madri, sorelle, spose o fidanzate di fascisti. Ancora: assommano a novantatré i sacerdoti - ministri di Dio! - massacrati dai "partigiani comunisti".
Lo scoprimento di fosse comuni, con i resti di centinaia di persone prima seviziate e poi soppresse durante le cd. "radiose giornate", continua tuttora nei "Triangoli della morte". Così sono indicate quelle aree del Nord Italia (Castelfranco Emilia-Mirandola-Carpi, Ravenna-Bologna-Ferrara, Bologna-Reggio Emilia-Ferrara o Castelfranco Emilia-Piumazzo-Manzolino), dove, tra il 1945 e il 1948, si registrò un numero particolarmente elevato di uccisioni a sfondo politico, compiute da "partigiani comunisti" e militanti di matrice comunista. Una vera e propria guerra fratricida da un lato; dall'altro il totale silenzio: i "partigiani comunisti" lasciavano - anzi collaboravano! - col Maresciallo Tito, massacrando migliaia di italiani a Gorizia, Trieste o nelle "foibe" istriane e carsiche! Nel Friuli-Venezia Giulia - (a guerra finita!) - la liberazione coincise con l'inizio di un incubo: per 40 gg le truppe partigiane e quelle jugoslave hanno imperversato torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini innocenti, colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.
Tre film, L'uomo che verrà (2009), Il sangue dei vinti (2008) e Miracolo a Sant'Anna (2008), sono stati criticati e definiti "non conformi" alla storia dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (A.N.P.I.) perché, pur essendo incentrati sulla resistenza, hanno anche messo in luce le gravi responsabilità delle formazioni partigiane, e denunciato la cultura dell'insabbiamento alla quale, sistematicamente, la Sinistra, in particolare quella comunista, ha da sempre fatto ricorso.
Per quanto ti riguarda - con la fiamma tricolore nel cuore! - il mito della resistenza e la sua liturgia rinnovata di anno in anno, è solo un giorno in più per fare vacanza e proporre una bella scampagnata! E l'Italia, nata dalla finta vittoria partigiana, è ben diversa dall'Italia che avrebbe potuto essere. È una nazione patetica, piccola, corrotta, viziata, apatica, divisa, vile, fintamente libera ma invero venduta ai poteri della finanza e dello straniero, con il consenso e la connivenza di tutti coloro che giovedì 25 aprile si ritroveranno in piazza a ciarlare ipocritamente di antifascismo, libertà e memoria storica.
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