lunedì 7 novembre 2016

Star Trek Beyond. Commento

Ierisera hai visto - più spinto da curiosità che da reale interesse - Star Trek Beyond, il tanto discusso 13° cap. della saga creata da Gene Roddenberry.
Ambientato in piena missione quinquennale, il film riprende il cast dei precedenti due reboot. Ovviamente, l'equipaggio si troverà ad affrontare un nuovo e temibile nemico che minaccia di distruggere la Federazione dei Pianeti e la Galassia intera.
Ora,
Star Trek è nato come "un western tra le stelle". Avventura sì, ma anche viaggio verso l'ignoto, tanto in senso fisico che in senso interiore ed etico;
è stato lo specchio dell'America e dei suoi problemi (razziali, Guerra Fredda, traffico d'organi, tematiche sociali e politiche, etcetera, etcetera).
Star Trek è stato cultura, filosofia, legami di rispetto e amicizia, scoperta della semplicità e di certi valori e piaceri ai quali - nonostante il futuro - l'uomo resterà sempre legato (ti vengono in mente la musica classica, il cibo reale, i libri di carta...). Un cattivo che vuole impossessarsi di un'arma ultrapotente per distruggere la Federazione non rientra in questo novero; è solo un'idea usata mille volte.

Be',
Star Trek Beyond non ti è parso affatto Star Trek. Non stai dicendo che manchi di tutti i suoi elementi tipici (il senso di unione e amicizia son sempre lì, così come l'esplorazione e la scoperta dell'ignoto). Ed è anche vero che la svolta action - già iniziata con la pellicola del 2009 - ci sta ed è pure necessaria... ma questo, cazzo! è Fast and Furious tra le stelle! la regia e la fotografia di Justin Lin si vedono tutte, mannaggia a lui! il film non è altro che una grande e confusa macro sequenza action, tanto che ad eccezione della scazzotata finale tra Kirk e Krull, i combattimenti e gli inseguimenti sono caotici, e non si capisce una mazza di quello che succede! ciò anche a causa dello stesso script, che è molto meno lineare dei due precedenti film diretti da JJ Abrams.
La trama - oltreché esilissima e basata sul nulla, poi, non è che sia tanto originale: di cattivi che vogliono distruggere la Galassia se ne sono visti a iosa in Star Trek, e come nella timeline classica, l'Enterprise originale viene distrutta e, alla fine della pellicola, si assiste alla costruzione della nuova Enterprise-A. Ciò detto, devi notare come l'idea di usare la musica rock in banda VHF per disturbare l'unione dello sciame di Krull e portarlo ad autodistruggersi, ricorda il plot di Star Trek IV: Rotta verso la Terra, dove Kirk & Co. intraprendevano un viaggio nel tempo a ritroso fino al XX sec. con lo scopo di recuperare delle balene e disturbare (col loro canto) il segnale di una misteriosa e invulnerabile sonda spaziale che minacciava la galassia. Rotta verso la Terra viene invero "richiamato" almeno un'altra volta; ad es. quando McCoy è costretto ad utilizzare le attrezzature mediche della USS Franklin, t'è subitamente venuto in mente un'analoga situazione nel 4° ep. della saga quando Bones è alle prese con la medicina ospedaliera del XX sec. (anzi di più, la frase detta è molto simile, "ma qui siamo nel medioevo!" o qualcosa del genere). Di più, il nome Yorktown compare già in Star Trek IV, dove però non è una Stazione Spaziale ma una nave stellare.
Poi, può starci l'omaggione a Leonard Nimoy (la morte reale dell'attore si riflette nella morte fittizia dell'Ambasciatore Spock), ma perché cacchio far diventare Sulu ricchione come George Takei???


In giro se ne legge di ogni: è bello, è brutto, è così così, è trek, non è trek, chissené...
A te non è piaciuto. Ti ha annoiato. L'hai finito a fatica... e stamattina c'hai pure un terribile mal di schiena a causa del fatto di essere stato stravaccato in malo modo sul divano per vederlo.
Sei vecchio? probabilmente. E ce lo sai pure che sei fondamentalista in tante cose e che non ti piacciono i cambiamenti. E pur comprendendo che il franchise andava svecchiato (oggi come oggi, dubiti che The Next Generation o Deep Space Nine possano piacere alle nuove generazioni), Star Trek Beyond non t'è proprio andato giù.
gniente! non è trek! o quanto meno, non è il "tuo" Star Trek.
oh, poi, se v'è piaciuto quell'altra pacchianata dei Guardiani della galassia allora...

lunedì 10 ottobre 2016

Android fa un po' cagare

Ieri hai scoperto - giuri che non lo sapevi ancora... - che le app per Android sono scritte in Java, e che girano sull'OS di BigG in un ambiente virtualizzato - sì, una JavaVM, mannaiarcazzo!
giuri che non lo sapevi e ancora non vuoi crederci, perché, quando Apple ha deprecato (giustamente) Java, perché ritenuto poco sicuro e potenzialmente inutile, e a seguire l'ha fatto Microsoft che non lo supporta più ufficialmente, pensavi che Java esistesse ormai solo sulle chat erotiche o sul banking online di qualche Istituto Finanziario informaticamente arretrato (v. Poste Italiane).
E invece no! sebbene la JavaVM di Android non sia come quei mattoni delle JavaVM per browser internet, bensì un compilatore ahead-of-time di alto livello, non è che cambia molto in termini di utilizzo di risorse di sistema.

Ed eccoti spiegato perché i terminali Android sono octacore, con 4 GB di ram e batterie da 3000-4000 mAh... le app hanno bisogno dalle 4 alle 8 volte più memoria/potenza/energia di iOS e Windows Mobile per girare!!!
per inciso, le app iOS sono scritte in Objective-C, mentre quelle Windows Mobile in C#, C++ o al più VisualBasic .NET (che non è VisualBasic, ma è a tutti gli effetti un altro linguaggio ad oggetti, basato su classi, costruttori e forti tipizzazioni).

martedì 26 luglio 2016

Il Mundaneum, ovverosia il web analogico


No, dici, ce lo sapevi che ben prima dell'avvento dei PC e della grande Rete, di Google e delle app per smartphone (che permettono - sbracati from your sofà - di wikipedàre qualunque cosa, ottenendo subitamente la risposta cercata), un tale Paul Otlet, belga, già all'inizio del XX sec. aveva realizzato un Repertorio Bibliografico Universale che raccoglieva tutto il sapere (non solo libri e documenti, ma anche foto, immagini, rapporti, articoli di giornale e manufatti), e che permetteva a chiunque, dietro pagamento, di porre una richiesta via lettera o telegrafo ed ottenere in breve tempo la risposta?

Paul Otlet era un nerd ante-litteram: nacque a Bruxelles nel 1868 e, per tutta la sua vita, non vide mai un computer, principalmente perché non li avevano ancora inventati. Nato da un'agiata famiglia, ricevette - come si usava al tempo - un'istruzione a domicilio con tutori altamente preparati. Si laureò in Legge e prese moglie. Ma un tarlo lo perseguitava: da vero pioniere dell'informazione qual era, immaginava un sistema che potesse permettere di scambiare informazioni, preventivamente archiviate e richiamabili tramite riferimenti incrociati.
Con l'amico Henri La Fontaine, anch'egli avvocato, mise su quello che oggi definiremmo un motore di ricerca analogico: un sistema di classificazione applicabile ad ogni tipo di documento e supporto, che permetteva di collegare i concetti gli uni agli altri!
Grazie ai finanziamenti del Governo belga, i due diedero vita, in un edificio governativo di Bruxelles, al Mundaneum, il Répertoire Bibliografique Universel, con oltre 15 milioni di voci; venne assunto personale - specialmente femminile - per dare seguito alle richieste di ricerca pervenute da tutto il mondo: al top della sua popolarità il Mundaneum riceveva fino a 1.500 domande l'anno che coprivano i campi più svariati!

il Mundaneum all'epoca
Ma Otlet continuava a non essere sazio: iniziò a immaginare un futuro con archivi simili sparsi per il mondo. Ovviamente la più grande difficoltà stava nel replicare la mole d'informazioni esistente.
Ma... nel 1940 le divisioni corazzate tedesche sfondarono le linee difensive belghe; Bruxelles venne occupata e l'edificio che ospitava il Mundaneum divenne un'esposizione sull'arte del Terzo Reich. I crucchi presero 63 tonnellate di documenti raccolti da Otlet in una vita di lavoro e, semplicemente, li distrussero!
Otlet sopravvisse ancora qualche anno per poi morire dimenticato nel 1944... ma la sua visione rese possibile la realizzazione dei sistemi di archiviazione elettronici, dei collegamenti ipertestuali e delle ricerche sui metadata!
Nei suoi schizzi e nelle sue note, aveva prefigurato addirittura sistemi meccanici collegati in una rete globale in cui "tutto sarà registrato a distanza nel momento in cui viene prodotto. Da lontano, chiunque potrà leggere un testo in forma espansa o limitata, parteciparvi, applaudire, cantare in coro".

Quel poco che resta oggi del Mundaneum è stato recuperato e trova spazio nella nuova sede a Mons, dov'è visitabile. Ciò anche grazie a Google che, col supporto del Governo belga, si è fatta carico di mettere in luce il ruolo giocato da Paul Otlet ed Henri La Fontaine, come pionieri dei motori di ricerca.

il Mundaneum oggi

lunedì 18 luglio 2016

Stranger Things. Commento

Le biciclettate a notte fonda, con la luna piena in cielo e i cappucci delle felpe tirati sulla testa come in E.T. Le lunghe camminate sulle rotaie, fianco a fianco, parlottando a bassa voce, come in Stand By Me. Il gruppo di rEgazzini perdenti che combattono una creatura mostruosa come in IT. La rEgazzina dai poteri parapsicologici come in Poltergeist. E poi gli incontri segreti, i walkie tolkie, le prime pulsioni sessuali e un'amicizia più forte di qualsiasi cosa, come quella dei Goonies.

Stranger Things, la nuova serie tivvì di Netflix uscita pochi giorni fa - come di consueto - in unico shoot (una sola stagione, per ora, da otto episodi), è un piccolo capolavoro ed è già cult!
perché riesce a unire la nostalgia degli anni Ottanta al rinnovamento; perché prende il genere teen e lo trasforma in una storia più lunga, articolata, che sembra scritta da Stephen King e diretta da Steven Spielberg. E scusa se è poco!
1983. Indiana, Hawkins, piccola cittadina immersa nei boschi, a pochi chilometri da un centro di ricerca segreto. Siamo in piena Guerra Fredda e qualcosa va storto. Una creatura scappa. Poi la prima scomparsa sospetta: quella di un ragazzino. E la gente comincia ad avere paura. La madre apre un'inchiesta sulla scomparsa con le autorità locali, che si dipana in una serie di misteri che coinvolgono esperimenti governativi top-secret, terrificanti forze soprannaturali e una bambina molto strana sbucata dal nulla...
La serie cita film (come Risky business, che ha lanciato Tom Cruise), musica (su tutta, Should I Stay or Should I Go? dei Clash) e giochi (il GdR Dungeons 'n' Dragons) del decennio tanto amato.
Poi ci sono gli attori, tutti bravi! a cominciare dai più piccoli, fino ai più grandi (Winona Ryder, David Harbour e Matthew Modine), che negli anni Ottanta furono protagonisti di film indimenticati (Beetlejuice, Birdy e Full Metal Jacket).


Te lo stai già adorando. Forse perché te gli anni Ottanta li hai vissuti: ah, nostalgia canaglia...

martedì 14 giugno 2016

WWDC 2016, E3 2016, Nintendo Direct 2016... eeebbbbastaaaaa!

Sciolto il dilemma (stare a casa davanti allo schermo come ogni nerd/geek che si rispetti o andare a sudare in palestra per leggere le newz in differita, in tarda nottata), e avendo optato per la seconda opzione, riecchite sul blog. Perché: chi non muore si rivede!

Dicevi ieri alla tua mogliera, come Microsoft sia stata lanciatissima! prima ha annunciato l'acquisizione del social network LinkedIn, praticamente il "Libro Faccia dei professionisti", alla modica cifra di 26,2 miliardi di dollari (la transazione verrà finanziata attraverso l'emissione di nuovo debito). Ergo: è come se la casa di Redmond avesse pagato $60 per iscritto!
Resta da vedere cosa ne farà, sperando sempre che LinkedIn non faccia la fine di Skype e Nokia... Non che la cosa ti riguardi, e comunque l'apparente declino di Skype è da imputare più all'avvento di WhatsApp che ad altro; è pur vero, però, che mamma Microsoft non l'ha saputo spingere a dovere, decidendo di integrarlo nella messaggistica di Windows Phone solo da pochi mesi... così come la tanto pubblicizzata videoconferenza from your sofà via XBOX abbia seguito la stessa sorte del Kinect. Il caso Nokia invece è più complesso. Nokia, nonostante l'avvento degli smartphone, è rimasta ancorata al (suo glorioso) passato proponendo, in epoca iPhone, cellulari equipaggiati col Symbian! Microsoft avrebbe dovuto salvare il brand, avendo un OS di nuova concezione. Windows Phone, tuttavia, causa innanzitutto la carenza di app, non è mai riuscito a sfondare, rimanendo sempre e comunque il 3° incomodo con quote di mercato risicate.

Il grande show di Microsoft è continuato in serata all'E3.
in bella mostra anche Gears of War 4 in uscita ad ottobre!
epperò un SSD anche da 64 GB glielo potevano mettere...
Detto in soldoni, all'E3 non si sono viste grandi cose in termini di software, né da parte di Microsoft né da parte di altri (Sony compresa, che s'è ormai persa nella Realtà Virtuale). Microsoft però stavolta - e seppure un po' in ritardo, ha presentato quello che utenti e sviluppatori volevano. Da un lato, infatti, la nuova XBOX One Slim: più compatta, con alimentatore interno e limata qua e là (HDMI 2.0, supporto 4k, eliminazione dell'hardware per la gestione del Kinect, etcetera). Ciò, unito al Windows 10 Anniversary Update che uscirà quest'estate e che implementerà: Cortana, le Universal App (tra cui VLC, evvaiiii) e il Dev-Kit Mode per tutti, al servizio XBOX Play Anywhere (che consentirà di acquistare le esclusive Microsoft una sola volta, per giocarci poi sia su console che su PC, condividendo essi salvataggi, DLC, gioco online e obiettivi), e alla rinnovata app SmartGlass (finalmente pienamente utilizzabile stand-alone in tutte le funzioni del Live), rendono la Slim l'XBOX One come doveva essere 3 anni fa!!! dall'altro lato, quel mito d'uomo che è Phil Spencer ha annunciato la nuova XBOX Scorpio (prevista per Natale 2017) con lo slogan "no-compromise". La (buona) novella console vanterà infatti CPU a 8 core, 320 GB/s di system bandwidth e ben 6 TeraFLOPS di bruta putenza... cioé, mica ceci, se consideri che la miglior GPU per PC del momento arriva "solo" a 5 TeraFLOPS, e la the best delle bestie - l'AMD Radeon R9 295x2 da 11 TeraFLOPS - è una dual GPU con raffreddamento a liquido, costa una barca di soldi (si parla di oltre €1.200) ed ha una modestissima ottimizzazione del software (avendo meno dell'1% del mercato delle schede acceleratrici).
La mossa di Microsoft, oltre ad aver anticipato e spiazzato la concorrenza, è sintomatica di ciò che sarà il futuro videoludico: aggiornamenti ogni 3 o 4 anni con console scalabili e/o upgradabili e perfettamente retrocompatibili, sul modello dei computer e degli smartphone.
Ah, quant'erano belli i tempi dell'Amiga 1200 e del Mega Drive!!!
Quanto sopra chiarisce come Microsoft non corra il rischio di farsi concorrenza da sola: la Slim rappresenta infatti il modello giusto per lanciarsi nel mondo XBOX (Netflix e Blu-ray a 4k, uau!), godendo dei titoli passati e futuri che frattanto usciranno. Dopodiché, quando la Scorpio sarà scesa di prezzo, potrai passare alla console high-end, che farà girare meglio il vecchio software e avrà sue esclusive tecnicamente all'altezza.

La PlayStation 4 Neo, che dovrebbe fermarsi ai 4 TeraFLOPS, rappresenta d'altronde lo stesso schema: una v. potenziata che condividerà con la sorella minore lo stesso ciclo di vita, gli stessi accessori e lo stesso software. Comunque, lì alla Sony piuchealtro si sono concentrati/fissati sul nuovissimo casco VR, presentando un frappo di titoli inutili tipo Batman Arkham VR, Resident Evil 7 VR e Final Fantasy XV VR. Boh, forse non hanno chiaro il fatto che la Realtà Virtuale è roba vecchia da anni Novanta risorta e tornata di moda (v. didascalia), che è costosa (visore=€399 + EyeCamera=€69 + Move=€39...), limitatissima (i giochi devono essere ripensati, dovendo giocoforza presentare una visuale in prima persona e un gameplay semplificato), poco godibile (già si parla di diffusi problemi di nausea), e che farà la fine del Kinect, del Wiimote, del paddone per WiiU e di quei cazzo di occhialini per la TV 3D!!!

la Realtà Virtuale è qui... di nuovo: 20 anni per risorgere? Breve storia di una roba nata già vecchia
Sorta sull'onda del movimento letterario cyberpunk di William Gibson e del film-trash-cult Il tagliaerbe, la Realtà Virtuale esplose negli anni Novanta, quando un po' tutti si gettarono a capofitto in quella che sembrava una tecnologia promettente: Nintendo col floppone VirtualBoy, Atari col VR per Jaguar, Sega col SegaScope per arcade e console, i visori stereoscopici di Lourdes... e tanti altri produttori con misconosciuti caschi & occhiali per PC, protesi sessuali comprese (perché si sa che "tira più un pelo di..."). Erano gli anni dei primi videogiuochi 3D e del boom dei PC, la cui potenza di calcolo appariva sorprendente, e si fece strada la convinzione che si potessero creare artificialmente quegli ambienti tridimensionali tanto cari alla fantascienza, ove si potesse interagire in maniera più naturale con le macchine. Tutte balle, perché all'infuori di quelle piattaforme sperimentali su cuscinetti a sfera, circondate da anelli magnetici, ricreare un ambiente artificiale è e sarà sempre difficile e inappagante... almeno fintantoché non inventeranno il "Ponte Ologrammi" di trekkiana memoria.
Microsoft sta davvero rompendo il muro tra PC e console - a tutto beneficio di noialtri videogiochisti (soldi permettendo, s'intende), oppure altro non farà che seguire il pessimo modello imposto da Apple, fatto di aggiornamenti continui e spesso insignificanti?
Boh! solo il tempo saprà dire se Nadella e Spencer sanno il fatto loro...

Ed Apple?
Apple, sinceramente, ti delude ogni giorno di più. Nessun nuovo hardware e solo aggiornamenti marginali degli OS, a dispetto del fatto che saranno tutti classificati come major release. Davvero, Tim Cook & C. ormai devono aver finito la bamba e sono andati fuori di testa, e ti sembra che Apple stenti ad innovare: iOS 10 con Centro notifiche ridisegnato? tvOS con Siri? davvero tutto qui? ah, no, spetta: possibilità, finalmente, di rimuovere/aggiornare singolarmente le app di sistema e bye bye a Game Center (but... why?).
Ah, già, macOS 10.12 Sierra, che segna il ritorno della storica dicitura macOS senza la "X" (ma con la m minuscola... cazzo vor dì?) e il debutto dell'Archiviazione ottimizzata ("libera spazio sul Mac archiviando gli elementi meno usati e ricordando all'utente di eliminare gli installer delle app e/o di cancellare i duplicati di download, cache, log, etcetera"... e che siamo, su Windows?!), di Siri, dell'unlock via Apple Watch (!), e dell'Apple Pay... cioé cioé cioé, il mondo intero vuole PayPal pure su Amazon e te, Cupertino, rompi la uallera con l'Apple Pay su desktop???
Unica novità degna di nota - sul serio - sarà il nuovo file system APFS, con "crittografia forte, metadati copy-on-write, condivisione dello spazio, clonazione per file e directory, ridimensionamento veloce directory"... il resto è solo fuffa per fanboy!
Oh my God, quanto sembrano lontani i tempi delle "oltre 200 nuove funzioni" di MacOS X Tiger!!!

boh!
Il Nintendo Direct - 'ché anche quest'anno la casa di Mario ha snobbato l'E3, proponendosi in un evento privato dopo la chiusura dello show - si è focalizzato sul benedetto-e-sospirato Legend of Zelda: Breath of the Wild che l'anno prossimo venturo dovrebbe uscire sia su WiiU che sulla fumosa NX. Il giocone - per quel poco che si è visto - butta benissimo: open world e dungeon enormi, combattimenti a cavallo, combat system più elaborato e - finalmente - equipaggiamento migliorabile, QTE, meteo dinamico e una narrativa che affronterà il tema fantasy vs avvento della tecnologia...
Il miglior Zelda di sempre? Sperém: di sicuro il più atteso e maledetto dall'utenza! Te medesimo 2 anni fa hai accattato quell'aborto del WiiU solo per 'sto gioco!!!

mercoledì 18 maggio 2016

Cosa succederebbe se James Bond fosse un perfetto imbecille? Archer: la spy-comedy di Netflix

E dopo BoJack Horseman ierisera hai scoperto un'altra serie TV animata Netflix original da vedere assolutissimamente!
Archer, una parodia degli spy-movie di sicuro non adatta agli amanti del politically correct!


Chiaramente destinata ad un pubblico adulto, per via dei dialoghi carichi di doppi sensi e tagliente ironia, e di qualche ben gradita scena "hot", il nome della serie riprende quello del protagonista, Sterling Archer, un agente segreto che incarna tutti gli stereotipi più negativi degli 007 conosciuti.
Il super-agente Archer, alias "Duchessa", è considerato il più grande agente segreto del mondo, infallibile con in mano un'arma, esperto di arti marziali ed in grado di cavarsela anche nelle situazioni più disperate. È però cinico, arrogante, megalomane, sboccato, immaturo, misogino, donnaiolo, egoista, ossessionato dalla cultura popolare americana e con un ego smisurato, fino al punto di essere capace di mandare all'aria il suo stesso operato o di abbandonare il proprio partner nel momento del bisogno. Ciònonostante riesce, in qualche maniera, a uscire sempre pulito, aiutato più dalla buona sorte che dal suo talento. Il suo peggiore incubo - ma probabilmente anche il motivo del suo successo - è il suo capo... che è sua madre! più preoccupata a sedurre potenti uomini d'affari che a salvaguardare la sua agenzia ISIS (International Secret Intelligence Service).
Il fascino di Archer è legato anche alla sua estetica squisitamente e volutamente retrò. Innanzitutto i disegni e l'animazione, fluidi e impeccabili ma al contempo dichiaramente ispirati ai cartoon televisivi degli anni Sessanta e Settanta. Ma anche l'ambientazione sita in un'epoca tutta sua, dove tecnologie moderne coesistono con strumenti lavorativi più attempati. Questo perché Archer si collega direttamente ai James Bond di Sean Connery e Roger Moore, quindi ancorato ad un immaginario d'altri tempi.


La serie è composta finora da 7 stagioni. Nel corso di esse, Archer ha accumulato una quantità incredibbbbbole di situazioni, immagini e frasi da sfoderare nei momenti più opportuni per far ridere lo spettatore.
Da seguire!!!!!

martedì 17 maggio 2016

Luoghi e tempi "altri"

Premesso che non è la prima del suo genere (v. su tutti, i romanzi di Kim Newman e il fumettone di Alan Moore), l'esperienza di Penny Dreadful, serie TV che - riuscita o meno che sia - intreccia le storie immaginarie di personaggi della letteratura horror di fine '800 nella Londra vittoriana (il Dott. Frankenstein e la sua Creatura, Van Helsing, Mina Murray, Dracula e i vampiri, Dorian Gray, il Dott. Jekyll, licantropi, streghe, demoni e forze oscure varie), altro non è che l'ultimo esempio di quella fantasmagorica esigenza che l'uomo moderno pare abbia di riunire, in un unico luogo, tempo o contesto, tutte le invenzioni di un certo qual genere. Come se l'immaginare che le sue fantasie siano davvero esistite in un luogo o in un tempo "altro", contribuisca a fornire loro credibilità e realismo!

A ciò pensavi stamani, mezz'ora dopo l'alba, durante la tua corsetta mattutina per le strade del paese.

Ti sovviene, ad es. Cartoonia, la città immaginaria, gemella di Hollywood, dove vivono tutti i personaggi dei film d'animazione prodotti dall'inizio alla fine del XX sec. Disney, Warner o Hanna-Barbera che siano, e dove dunque - finalmente - Paperino può conversare con Duffy Duck, e Betty Boop ballare e cantare in coppia con Jessica Rabbit.
O la "Terra-di-Mezzo" di tolkeniana memoria, una regione immaginaria dove elfi, nani, gromi, troll, ent, goblin, orchi, hobbit, umani, draghi, etcetera, convivono più o meno pacificamente. La particolarità del mondo di J.R.R. Tolkien è che tutto il suo bestiario è rappresentato nella maniera più classica e tradizionale possibile, a differenza dunque di tutte quelle altre regioni fantastiche (come ad es. le "Quattro Terre" di Terry Brooks), dove invece le predette creature sono reinterpretate ad uso e consumo dell'autore.
Anche la "Narnia" di C.S. Lewis, affettivamente, è una regione immaginaria dove fauni, centauri, minotauri, dèi e dee della natura, satiri, giganti e nani, animali parlanti e fantastici, driadi, ninfee e spiriti vari, vivono fianco a fianco. Con una grande differenza però: laddove Tolkien è profondamente affascinato dalla mitologia nordica, il più cattolico Lewis si è chiaramente ispirato alle credenze dell'area mediterranea.
L"Era Hyboriana" del compianto Robert E. Howard, pur non essendo un luogo ma un tempo, rientra nella casistica qui in trattazione. L'era howardiana, teatro delle avventure di barbari quali Conan e Kull (ma anche dei suoi coevi non howardiani, tipo Starr, Thongor ed Elak), fu un'epoca favolosa e leggendaria cronologicamente posta dopo l'inabissamento di Atlantide, nella quale convivono le suggestioni e i tòpoi più vari: fitte giungle e desolati deserti, zone barbariche popolate da pitti ed esotiche terre orientali che sembrano uscite da Le mille e una notte; città fortificate, villaggi e insediamenti vari che ricordano ora il Basso Medioevo, ora l'Antica Roma, ora l'Antico Egitto. Un tempo, dunque, nel quale coesistono sullo stesso piano epoche storiche differenti e diversissime.
O l'universo di Shrek e del fumetto Vertigo C'era una volta: Fables (ma anche del film I f.lli Grimm e l'incantevole Strega), dove tutti i personaggi delle fiabe e del folklore esistono realmente. In un contesto diverso, va detto, perché, mentre in Shrek i personaggi di fantasia convivono in un mondo medievaleggiante e fatato distinto dal nostro, in Fables, piuttosto, sono costretti ad abbandonare la loro terra natìa, per formare una comunità clandestina a New York, nota come "Favolandia".
O American Gods (2001), il romanzo di Neil Gaiman che racconta del tentativo del dio nordico Odino di riunire tutti gli antichi dèi in una grande guerra contro le nuove divinità; dunque dèi norreni, africani, egizi, nativo-americani, indù... con importanti citazioni di quelli ebraici, romani e greci. Epperò il tutto è privo di un contesto "altro", giacché la novella è ambientata nell'America dei nostri giorni. Qualcosa di analogo fu fatto dallo scrittore belga Jean Ray che, nel capolavoro mancato Malpertuis (1943), costringe tutti gli antichi dèi - ormai squallidi e miserevoli gusci di carne perché dimenticati dagli esseri umani che un tempo li veneravano - a convivere, loro malgrado, in un'antica magione.
Ancora: molti universi fumettistici riuniscono più cliché, magari all'apparenza incompatibili. Nathan Never (che come ogni bonellide che si rispetti è leggibile fino e non oltre l'80° nr), ad es. è principalmente ambientato in una megalopoli costruita su più livelli. Nel livello più basso, diventato una sorta di "terra di nessuno", vi si rifugiano sbandati e reietti di ogni tipo, criminali e mutanti. La "Città" è circondata da un territorio inospitale à la Mad Max, ove si trovano le rovine delle vecchie città, rifiuti tossici e radioattivi, vermi giganti. Sù, le colonie su Marte e sulla Luna, e le stazioni orbitanti, ospitano gli spaziali fuggiti dalla Terra. La tecnologia ha fatto passi da gigante: robot e androidi positronici, astronavi, viaggi nel tempo, realtà virtuale, computer biologici, cloni e mecha giganti... come si vede, le fonti fantascientifiche "saccheggiate" sono le più disparate.
Le serie fumettose come la First Wave di casa DC Comics (chiusa anzitempo) e la più recente Justice Inc. della Dynamite, riprendono invece gli eroi pulp della "Golden Age" (Avenger, Shadow, Doc Savage, il Bat-man à la Kane, i Blackhawk, Spirit, Sandman, Hourman, Johnny Thunder, Black Canary e la tarzanella Rima), facendoli interagire in un'ambientazione noir da Anni Trenta. Personaggi dunque di diversa derivazione editoriale e spesso dimenticati da tempo, ma tutti aventi in comune l'essere stati protagonisti cartacei, radiofonici o letterari dell'intrattenimento popolare durante la Grande Depressione.

Infine, non puoi non citare il tentativo - sebbene grossolano - di riunire in un'unica Mappa tutti i luoghi fantastici, da "Oz" alla "Terra-di-Mezzo", da "Narnia" a "Fantàsia", passando per l"Isola che non c'è", "Lilliput" e il "Paese delle meraviglie"...

Il tuo animale totemico

C'hai pensato un po' e alla fine sei giunto alla conclusione che il tuo animale totemico è indubbiamente l'orso! avresti preferito il lupo - nevvero? - ma tant'è...

L'orso è un animale forte e aggressivo. Ma anche brontolone e scontroso, e se in collera, feroce.
È un animale dall'indole solitaria e "amante" delle comodità. Per l'orso, infatti, è molto importante avere del tempo di tranquillità e riposo durante il lungo sonno invernale. Il periodo invernale nella grotta, è per lui un periodo di stasi, d'introspezione e di stacco dalle normali abitudini.
Carnivoro per natura, onnivoro per necessità, non ha un'intensa vita di relazione ed è anzi schivo e diffidente. Specie con gli esseri umani...
L'orso è un animale diurno, al massimo crepuscolare (pur non disdegnando la notte), e poco incline al vagabondaggio (il loro territorio è molto vasto ma in genere ben definito).

giovedì 5 maggio 2016

Come gli antichi greci

Qualche settimana addietro hai visto su Netflix il documentario Pumping iron (tradotto impropriamente in Uomo d'acciaio). Il film, presentato fuori concorso al 30º Festival di Cannes, documenta una delle più grandi finali di Mister Olympia, quella del 1975.
Mister Olympia è già di per sé la più importante competizione mondiale del settore, visto che ad essa possono partecipare solo body builder professionisti, ossia già vittoriosi a Mr. Universo o Arnold Classic. Ma quella del 1975, in particolare, fu una storica finale, vedendo confrontarsi quattro tra i più grandi campioni della vecchia scuola, ossia l'inossidabile Arnold Schwarzenegger, detentore del titolo e prossimo al ritiro in quanto già ammiccante al mondo del cinema e della politica, il sardo Franco Columbu, grande amico di Schwarzy, Lou Ferrigno, meglio noto per la sua interpretazione dell'incredibile Hulk nel telefilm degli anni Settanta, e il compianto francese Serge Nubret.

Al di là del fatto che il documentario mostra ovviamente solo quello che vuol mostrare, celando chiaramente l'aspetto illegale del culturismo (ossia l'assunzione di steroidi, anabolizzanti e altre sostanze dopanti, quando non anche di innesti chirurgici in silicone), devi chiarire perché la "cultura fisica" ti abbia affascinato già da qualche anno.
Innanzitutto, perché trattasi di una pratica sportiva in solitaria (eccetto la necessità di uno spotter), da svolgere in assoluta concentrazione e lentezza. Come ogni pratica, ovviamente, anche il body building si estende ad uno stile di vita e alimentare il più sano possibile. Motto dei body builder è infatti "mangia come un bue, dormi come un bambino", nel senso di alimentarsi tanto - specie in carne, uova, pesce, latticini e legumi, ma anche in verdura & frutta - e di riposare adeguatamente, senza quegli eccessi d'orario cui sono abituati i giovani d'oggi. Ma a differenza di tante altre discipline, che mirano più alla competizione, il culturismo si pone come obiettivo primario il miglioramento estetico del proprio corpo, e secondariamente l'aumento della forza fisica. E in terzo luogo - purché si rientri nel cd. "culturismo natural" - il benessere della salute psico-fisica a lungo termine.
Dunque sono questi i motivi che t'hanno spinto, a metà dei tuoi trent'anni d'età, a cercare di aumentare massa e autostima. Eppoi, c'è un'insana soddisfazione nel sentire - dopo una dura serie con carichi adeguati - i muscoli tendersi e i vasi sanguigni pompare sotto pelle!

Sfati poi lo stupido luogo comune che vuole questo genere di atleti "tutti muscoli e niente cervello". A contrariis, come "mens sana in corpore sano" recita, bisogna avere una certa intelligenza per conoscere il proprio corpo, comprendere se quel maledetto muscoletto sta lavorando o meno, e riuscire in una pratica che comporta dedizione, fatica e tenacia. Perché, e si sa, "niente dolore, niente risultati"!

Concludi e finisci, facendo notare come già gli antichi greci, e i romani dopo di loro, la sapevano lunga. Gli antichi erano un popolo fissato con l'aspetto fisico. Basti ammirare le statue classiche dal corpo perfettamente modellato, e le loro pose plastiche, praticamente identiche a quelle delle attuali esibizioni di settore. Già millenni fa lorsignori avevano palestre e saune, sapevano come scolpire il corpo maschile e quali erano le posture migliori per esibire la muscolatura...
Augh!

Penny Dreadful. Commento

Hai da poco iniziato a recuperare (su Netflix) Penny Dreadful in vista della 3ª stagione. Che la tua mogliera desidererebbe vedere assieme a te.
Penny Dreadful è il famoso telefilm statunitense/britannico di genere horror - già cult - che intreccia le storie immaginarie di personaggi della letteratura horror di fine '800. Nella fattispecie, il Dott. Frankenstein e la sua Creatura, Van Helsing, Mina Murray e i vampiri, Dorian Gray, il Dott. Jekyll, licantropi, streghe, demoni e forze oscure varie, alle prese con la loro alienazione nella Londra vittoriana.

Lo show prende il nome dalle omonime pubblicazioni britanniche del XIX sec. i penny dreadful, ossia i giornaletti da quattro soldi (un penny, appunto) equivalenti alle pulp magazine d'oltreoceano, ai feuilleton francesi e ai "romanzi d'appendice" d'italiana memoria. Si trattava spesso di narrazioni a puntate dei cd. "romanzi fiume" (che complessivamente arrivavano a superare anche le 800 pagg!) arricchite da illustrazioni e caratterizzate da suspance, colpi di scena finali, riassuntini e anteprime dei cap. successivi. Ma anche da toni eccessivamente enfatici, banali e sgrammaticati. Queste pubblicazioni erano infatti principalmente rivolte all'intrattenimento del proletariato e della borghesia impiegatizia, ed avevano uno scopo prevalentemente commerciale (sostenere la vendita del giornale cui erano allegate). Con qualche grande e significativa eccezione: sui feuilleton trovarono ad es. spazio I tre moschettieri di Alexandre Dumas, la Madame Bovary di Gustave Flaubert, e I misteri di Parigi di Eugène Sue; sul penny dreadful Young Folks Robert L. Stevenson pubblicò La freccia nera; in Italia apparvero le storie di Emilio Salgàri imperniate attorno alla figura del principe malese Sandokan, nonché il classico per l'infanzia Pinocchio di Carlo Collodi; in Russia, capolavori assoluti della letteratura mondiale, come Delitto e castigo di Dostoevskij e Guerra e pace di Tolstoj, nacquero come "romanzi d'appendice"... e, manco a dirlo, sulle pulp magazine americane vi fu tutto quel fiorire di gangster-story, spy-story, fantasy, fantascienza, western, weird, etcetera, di autori culto quali Robert E. Howard, H.P. Lovecraft, Edgar Allan Poe, Edgar Rice Burroughs, etcetera, etcetera.
Il resto, giustamente o ingiustamente che sia, è sprofondato nell'oblio. Per questi motivi, il termine "romanzo d'appendice" viene spessissimo utilizzato in termini spregiativi, perché considerato sinonimo di scarsa qualità, di robetta per un pubblico dai gusti molto facili e di basso livello intellettuale.
Tornando al telefilm, Penny Dreadful deve molto ad una serie di fortunati esperimenti del passato: la graphic novel La Lega degli straordinari gentlemen di quel geniaccio di Alan Moore (1999, che riunisce in un gruppo di stampo supereroistico il Cap. Nemo, il Dott. Jekyll, Mina Murray, Allan Quatermain, l'Uomo invisibile e Mycroft Holmes), il romanzo pastiche Anno Dracula di Kim Newman (1992, che narra della vittoria del Conte Dracula su Van Helsing, riproponendo tutta una serie di personaggi vittoriani, da Jack lo Squartatore a Sherlock Holmes, dal Dott. Jekyll e il Dott. Moreau ad Allan Quatermain, da Lord Ruthven al Prof. Challenger), e i fumetti della francese Soleil che rivisitano l'epoca vittoriana in qualcosa di ancora più fantastico di quanto immaginato dai vari Bram Stoker, H.P. Lovecraft, Mary Shelley, Jules Verne e i loro altri grandi colleghi (ad es. Sherlock Holmes e il Necronomicon, Van Helsing contro Jack lo Squartatore, Mr. Hyde contro Frankenstein e 20.000 secoli sotto i mari).
Quindi, te non sei affatto nuovo a questo tipo di esperimenti. Anzi ne sei ben addentro, così come - se permetti! - c'hai una considerevole cultura sulla narrativa gotica e weird, c'hai!


E allora,
Penny Dreadful è ottimamente costruito in termini di scenografia, costumi, fotografia ed atmosfera. Epperò non ti ha preso particolarmente: l'idea di una maxi-trama che si sviluppa su tutta una stagione te lo sta rendendo un po' troppo "pesantello" e lento.
Tutti gli attori se la passano davvero bene; ergo: offrono delle ottime prove recitative. Su tutti: Eva Green, che sembra uscita dalle migliori pellicole di Tim Burton, e l'ex-007 Timothy Dalton.
I tuoi personaggi preferiti, manco a dirlo, sono il pistolero 'mmmericano/lupo mannaro Ethan Chandler... quanto meno fino a quando non finisce a letto con Dorian Gray. Ah finocchiooooo!!! e Calibano, la Creatura del Dott. Frankenstein, stupenda nel suo essere un'anima tormentata.
Inadeguata, invece, la rappresentazione dei vampiri, non tanto perché lontanissima dalla visione romantica di Stoker e Polidori, quanto perché neanche avvicinabile alla figura del più classico nosferatu. Mentre, per quanto attiene il licantropo, devi far notare quanto sia ridicola la circostanza che quasi nessuno degli altri mostri e/o sensitivi si accorga del fatto che lui abbia "il lupo" dentro!
Resta comunque intatta la tua idea che Penny Dreadful sia uno dei lavori televisivi migliori degli ultimi anni.

Concludi e finisci,
il titolo è solo un elemento in più che lega Penny Dreadful ai vecchi "romanzi d'appendice". Questo tipo di pubblicazioni non sono infatti scomparse ma si sono evolute nei moderni show televisivi. E ti riferisci in particolar modo non tanto alle vecchie produzioni tipo Magnum P.I., A-Team e McGyver, quanto alle produzioni più recenti, fatte da stagioni brevi, trama orizzontale, metanarrazioni e - fortunatamente - pochissimi filler.

martedì 3 maggio 2016

Tex: Oklahoma! Commento

Stavi leggendo il Maxi Tex "Oklahoma!" scritto da Berardi un quarto di secolo fa! e ti è davvero piaciuto. Perché a Tex puoi dirci di tutto, che è stereotipato, fascista, paternalistico, legalitario, etcetera. Ma di certo non noioso. Non è un capolavoro del fumetto d'autore italiano, dillo! ma sicuramente presenta un'ottima e verosimile ricostruzione storica. Inoltre - e questo è certamente il suo punto di forza - rappresenta in maniera realistica la questione dei nativi americani, e ciò decenni prima di Balla coi lupi, cosa che lo ha reso uno dei primi fumetti italiani di successo internazionale.
Ambientato durante l'Oklahoma Land Rush, quando migliaia di coloni (provenienti da tutto il mondo) parteciparono, con ogni mezzo, alla gara per l'assegnazione delle nuove e fertili terre del west, Tex e il suo pard Carson prendono le difese dei Paxton, una famigliola che si è lasciata tutto alle spalle sognando un futuro migliore.
Insomma, l'albo - con tutte le inevitabili semplificazioni di un fumetto popolare - ti sbatte in faccia l'avidità di quel momento, quando per un pezzo di terra fertile si ammazzava e si ricorreva a slealtà e sotterfugi senza porsi il minimo problema... sotto l'impassibilità delle forze dell'ordine!


venerdì 29 aprile 2016

Quantum Break. Commento

Remedy Entertainment è un team finlandese di sviluppatori - di proprietà Microsoft - che è asceso alla ribalta e alla "venerazione" con appena due videogiochi: Max Payne e Alan Wake. Sicché, quando nel 2013 presentò alla stampa Quantum Break in esclusiva XBOX One, tutti, te compreso, erano certi di potersi aspettare un altro capolavoro.
Figlio della filosofia di Remedy e del suo "esce quando è pronto", Quantum Break, come Alan Wake a suo tempo, ha fatto penare gli appassionati, essendo stato rimandato più volte. E col suo predecessore, Quantum Break ha almeno altri tre punti in comune.
Innanzitutto la narrativa... eccellente, piena di colpi di scena, ambiziosa ed affascinante, nonché scientificamente plausibile (con Remedy ha collaborato, come consulente tecnico, un docente del CERN). Poi il gameplay: entrambi sono infatti sostanzialmente sparacchini in terza persona e, laddove Alan Wake aveva il suo punto di forza nell'alternanza tra luce e buio, Quantum Break gioca invece sulla possibilità di piegare il flusso temporale a proprio piacimento. Infine, entrambi hanno tentato di imitare lo storytelling dei serial televisivi ma, mentre Alan Wake si fermava ad una struttura ad episodi, con tanto di cliffhanger finali e riassuntini iniziali, Quantum Break osa molto di più. Quantum Break è infatti accompagnato da una vera e propria serie TV, composta da 8 ep. da 25" cad. avente il compito di riempire i buchi nella trama.
I dubbi sulla possibilità di una serie posticcia e a scarso budget vengono dissipati già dopo pochi minuti: il serial presenta davvero valori produttivi eccellenti, e tutti gli attori coinvolti (Shawn Ashmore - l'Uomo Ghiaccio di casa Marvel, Aidan Gillen - il Baelish del Trono di Spade, Lance Reddick - il Col. Broyles di Fringe, Patrick Heusinger - da Gossip Girl e Royal Pains, Marshall Allman - l'L.J. Burrows di Prison Break, Amelia Rose Blaire - da True Blood, Dominic Monaghan - l'hobbit Merry della trilogia del Signore degli Anelli, e Mimi Michaels... da... boh...) offrono una buona prova recitativa. Chiaramente, Microsoft Game Studios non ha badato a spese, visto che non mancano esplosioni, inseguimenti in auto, party in enormi ville con decine di comparse, belle donne, etcetera, etcetera... il tutto condito da effetti speciali più che soddisfacenti e da una tosta colonna sonora. Per i curiosoni, il serial è hostato sul Tubo.
L'eccellenza del doppiaggio italico e il fatto che molti dei volti a schermo appartengano ad attori noti ed amati dal grande pubblico, non fanno che aumentare il grado di coinvolgimento del videogiochista, rendendo di fatto Quantum Break il nuovo punto di riferimento per quanto concerne la commistione tra videogiochi e telefilm: l'ibridazione funziona benissimo e potrebbe aprire nuovi scenari per le future produzioni videoludiche.
Per il resto, va da sé che ti trovi davanti al solito action arricchito da sessioni platform (durante le quali abbisogna far massiccio ricorso all'abilità di far scorrere il tempo avanti e indietro), che gira a 900p (non 1080p, sorry... macchissené?) con un framerate super-stabile. E sebbene occasionalmente il titolo tradisca il fatto di non essere un full HD, portando su schermo sequenze meno nitide, resta una gioia per gli occhi, così come lo sono le soluzioni grafiche adottate per mostrare i poteri del tempo.
In soldoni, e trascurando il fatto che molti potrebbero non gradire il doversi sorbire una puntata di telefilm ogni 2h di gioco, l'ultima fatica di Remedy ti sta piacendo, sebbene si sia rivelata "soltanto" un buonissimo gioco e nulla più, lontano da quello che ti aspettavi. A meno che, of course, non lo si consideri come un esperimento narrativo interattivo: in tal caso ha un posto meritatissimo accanto a produzioni assai più blasonate!

Un titolo di altissimo spessore dunque, visivamente splendido, nonché - ad oggi - la miglior esclusiva di mamma Microsoft.

martedì 29 marzo 2016

Batman v Superman. Commento

Giovedì mattina - nun c'avendo nu caz' da fare - sei passato dal tuo fumettaro di fiducia. Ed essendoci stata il giorno prima la premiere di Batman v Superman: Dawn of Justice (che avevi intenzione di vedere), è partita una chilometrica discussione sulla pellicola; sulle sue potenziali delusioni, sul fatto che la DC Comics i film non li sa fare, sulla scarsezza degli odierni adattamenti/doppiaggi, etcetera, etcetera...
Batman v Superman aveva subitamente raccolto recensioni online piuttosto velenose e indici di gradimento bassini, tantoché si gridava già al fiasco commerciale e al successivo abbandono di Zack Snyder dalla regia di Justice League. Te, però, avevi letto commenti discreti, e sei voluto andarlo a vedere. Per appurare coi tuoi quattrocchi. E anche perché offriva la tua mogliera :D

Tieni presente che Batman v Superman è un cinecomic, e come tale va valutato. Da un cinecomic non puoi mai-e-dici-poi-mai aspettarti un capolavoro! è pur sempre un film apparentemente per un largo pubblico ma in realtà sempre e solo per "addetti ai lavori", e se si becca giusto la sufficienza, allora devi ringraziare sentitamente il Cielo.
È pure vero che te sei uno dei pochi che hanno "apprezzato" il film di Lanterna Verde con Ryan Reynolds e Superman Returns, e che hai bocciato il terzo film batmaniano di Nolan (prolisso & noioso) e tutti i cinecomic Marvelliani - che non sei MAI riuscito a seguire per più di 10 min di fila (eccezion fatta per lo Spider-Man di Sam Reimi e I Fantastici Quattro del 2005). Aggiungi pure che i precedenti cinecomic di Snyder (300 e Watchmen) li ritieni tuttosommato accettabili... E quindi convieni col classico proverbio "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace".

Ad oggi la pellicola ha incassato 424 milioni di dollari al botteghino in 4 gg di festività; ben oltre i costi e quasi ai livelli di Avengers: Age of Ultron. La riuscita di Batman v Superman era fondamentale, perché da esso sarebbe derivato il futuro del DC Cinematic Universe. Sì, perché, fanculizzando alla grande il Batman di Nolan, DC Comics ha deciso che il 1° tassello del suo Universo cinematografico doveva iniziare da L'Uomo d'Acciaio, di cui Batman v Superman è di fatto il seguito. E come tale è innanzitutto un film sull'Azzurrone. Al contempo, è il prequel della Justice League.
Conseguentemente,
scordatevi il riuscitissimo Batman di Christian Bale, 'ché il CavalierO Oscuro definitivo sarà quello interpretato da Ben Affleck! che, devi dire per la verità, malaccio non è.

Batman v Superman presenta un Batman milleriano, avanti con l'età e con diversi fallimenti alle spalle, "incazzato il giusto, incattivito il giusto, scollato dalla realtà mondana alla quale si mescola male il giusto" (cit.).
La sceneggiatura mischia chiaramente insieme Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller e la supersaga anni '90 La morte di Superman. E ciò è già di per sé un enorme spoiler!


Uscito dal cinema un po' "meh", a freddo oggi puoi dire che nel complesso Batman v Superman è un buon film, che si lascia vedere, pur apparendo un po' scontato.
Non è certo un capolavoro e poteva riuscire meglio senza quelle 4 o 5 cagate buttate a casaccio, ma tuttosommato, per te è un bel film.

martedì 2 febbraio 2016

Le ceneri del Paradiso. Commento

Generazioni è uno dei film trek che più ti sono piaciuti. Perché Kirk ci fa vedere a Picard cosa vuol dire essere un Capitano della Flotta Stellare. Ché Kirk non si lascerebbe mai consigliare da una betazoide vestita come la Barbie, che pretende di percepire le emozioni altrui! ché Kirk scala montagne a mani nude, non legge volumi di letteratura in pantofole sorseggiando thè! ché Kirk ha combattuto contro un eroe greco... ed ha vinto! ché Kirk non si è mai alzato per rimettersi a posto l'uniforme, né chiede consigli al barista di bordo! etcetera, etcetera...
Di più: Kirk salva il culo a lui, al suo equipaggio e a tutto il sistema Veridiano, morendo da eroe!

Ovvio però che William Shatner - che ha legato a James Tiberius Kirk quasi tutta la sua carriera e la sua fortuna (T.J. Hooker e TekWar??? no, allora dici TUTTA la sua carriera e la sua fortuna!) - non poteva starsene con le mani in mano mentre il suo personaggio veniva fatto fuori senza troppi complimenti.
Ocio comunque che stai parlando della vecchia continuity trek. Che in quella nuova Kirk è vivo e vegeto, ringiovanito di trent'anni e interpretato da quello scavezzacollo di Chris Pine.

Sicché, dicevi, ha iniziato a scrivere libri su libri, alcuni dichiaratamente non canonici (il cd. Shatnerverse), oh, e ne ha scritti un sacco.
- Intanto la duologia Il ritorno-Il vendicatore ambientata subito dopo Generazioni, in cui - manco a dirlo - Shatner trova il modo di far tornare in vita IL Capitano.
- Poi Il fantasma-Vittoria oscura-I protettori, trilogia ambientata nell'Universo dello specchio. L'universo tosto ucronico dove Spock c'ha il pizzetto e i terrestri hanno sottomesso le altre razze.
- Infine la trilogia della Totalità (I rischi del comando-Sangue di Capitano-Conflitto galattico), collocata dopo gli eventi visti nel terribile film Nemesis. E secondo alcuni ne riprenderebbe pure i toni. Sigh.
Lo Shatnerverse, partendo dal presupposto che Kirk è rimasto intrappolato nel Nexus e convinto a uscirne da Picard, per poi morire su Veridiano III (e riportato in vita da una misteriosa scienza aliena che resuscita il suo corpo trafugato...), fa sì che egli si ritrovi nello stesso tempo di The Next Generation, Deep Space 9 e Voyager. Oltre a Picard potrai dunque trovarci nei suoi romanzi anche il Dottore olografico d'emergenza e l'Ammiraglio Janeway. E Spock. Che quello, da buon vulcaniano, campa trecent'anni, e viaggia pure per nel tempo e tra le dimensioni parallele (cit).
Tutta la fatica dello Shatnerverse ha però inizio con Le ceneri del Paradiso, il primo romanzo trek scritto da Shatner e ambientato 78 anni prima di Generazioni. Più precisamente, il libro termina alla vigilia del varo della USS Enterprise-B, durante il cui viaggio inaugurale Kirk finirà per essere risucchiato dal Nexus...

Orbene: non hai mai letto un solo libro di Star Trek. Né di Guerre Stellari. Né di altri secondary world, s'è per essere. Ne hai già troppi in arretrato.
Nel 1995 però DC Comics pubblicò un adattamento a fumetti de Le ceneri del Paradiso, pubblicato in Italia da Ultimo Avamposto. E l'hai recuperato sulla Baia.

Com'è? C'hai presente una cosa bella? ecco, un po' meno bella. Sì, perché la prima parte della graphic novel è deliziosa. Sembra di respirare l'atmosfera di Rotta verso l'ignoto, l'ultimo e probabilmente più bel film della Serie classica. Ma la seconda parte, purtroppamente, cala un po' troppo per i tuoi gusti.
Comunque un must da avere, specie se non c'hai il libro e se adori IL Capitano.

mercoledì 27 gennaio 2016

X-Files e l'operazione nostalgia

Ierisera hai visto i primi due episodi della "miniserie evento" di X-Files. Ovviamente mentre registravi la penultima puntata di Fargo! ringrazi Sky per il servizio "My" e "on-demand" che ti fornisce... ma obiettivamente è ridicolo che nel 2016 te debba ancora stare appresso ai palinsesti televisivi. Benedetto Netflix, che ti schiaffa in un'unica soluzione tutte le stagioni degli show che più te gustano, dandoti la libertà di scegliere come e dove guardarli!!!
Ad ogni modo.
Scrivevi ierimattina su LibroFaccia come "X-Files - con la sua mitologia di fondo e il suo taglio registico - abbia cambiato per sempre il volto dei serial televisivi, rendendoli, potenzialmente, contenitori globali di grandissima narrazione" (cit te stesso).
Per intenderci: senza quel cult che fu X-Files non sarebbero mai esistiti Lost, Fringe, True Detective, House of Cards e compagnia bella. E molto probabilmente staresti ancora ad appassionarti dietro a storie di investigatori privati baffuti o di cugini a bordo di muscle car cafone. La serie, lo sanno anche i sassi oramai, era ottima fino alla quarta stagione. Iniziò a zoppicare negli anni di mezzo (con la 5ª, la 6ª e specialmente con la 7ª annata). Perché, come i fan più puristi sapranno, dopo il film e la sesta stagione, che avrebbero dovuto chiudere in bellezza il serial, seguirono altre tre annate, con le quali esso è semplicemente e inevitabilmente degenerato (succede ad ogni cosa, ogniqualvolta si vuol tirare troppo la corda): gli archi narrativi furono chiusi in maniera frettolosa e poco ispirata, David Duchovny passò da protagonista a personaggio ricorrente e il telefilm divenne uno stanco prodotto ad uso e consumo solo dei fan più duri e insaziabili (i peggiori! a morte!). La verità è che X-Files aveva sperimentato, osato e rivoluzionato tanto, ma poi ha finito per perdere di mordente e fors'anche d'identità.
Te stesso l'hai mollato nel corso della stagione 7ª che, assieme alla 8ª e alla 9ª, costituiscono quel trittico noto ai più come "Il Grande Delirio".

Cresciuto nei mitttttici Anni Ottanta, con tutti i suoi film, telefilm e cartoni animati, con Ritorno al Futuro, Terminator, Ghostbusters, I Visitors, Twin Peaks, Star Trek e Guerre Stellari, Martin Mystére e Indiana Jones, L'Uomo-tigre, Fantaman, etcetera, etcetera, negli Anni Novanta tifavi per Fox Mulder e agli alieni ci credevi davvero. O volevi crederci. Poco importa la differenza. Fatto sta che all'epoca accattavi una rivista che si chiamava Dossier Alieni, "figlia" del Notiziario UFO del Centro Ufologico Nazionale, che trattava non solo di presunti visitatori dallo spazio, ma anche di entità soprannaturali e creature misteriose di ogni genere, angeli compresi. Edita dalla misconosciuta Editrice Futuro, costava un botto. Specialmente per le tasche di uno studente adolescente com'eri te!
Poi sei cresciuto e - sebbene certe cose abbiano continuato ad affascinarti - SEI cresciuto, ed hai iniziato a vedere tutto con gli occhi d'un adulto.
Questo è il vero problema delle "operazioni nostalgia" che tanto di moda stanno avendo in questi ultimi anni, da Jurassic World a Terminator Genesys, da Star Trek a Il risveglio della Forza... passando per X-Files e Twin Peaks (che tornerà nel 2017). È stupendo che ancora oggi le major vogliano puntare sui vecchi nerd e geek, e su ciò che ha fatto la storia della televisione e del Cinema, riprendendo i vecchi franchise e mostrandoti cos'è accaduto nel tempo trascorso.
Epperò non sempre funge rilanciare le cose a 15, 20 o 30 anni di distanza! perché se oggi pomeriggio riprendi il DVD di Alien o di X-Files, o anche un vecchio albo di Batman, probabilmente ti emozionerai come un fanciullo. Perché riscoprirai le cose com'erano esattamente 15, 20 o 30 anni fa, con tutti i loro limiti e difetti, e valutandole nel contesto in cui sono nate.
Ciò che viene fatto oggi invece è sovente sterile, svuotato della sua parte emozionale e creativa, restando solo effetti speciali, fanservice e banalizzazione forzata di ogni cosa.
Hai detto tante volte come Il risveglio della Forza ti abbia entusiasmato. Ma è l'eccezione che conferma la regola. Ciò grazie alle scenografie artigianali, al taglio registico volutamente nostalgico e all'aver rinnegato tutte le caxxate ficcate da Lucas nella trilogia prequel. Così come il reboot di Star Trek del 2009: fracassone ma fresco e decisamente piacevole. E il resto?
Da Prometheus a Jurassic World, da Terminator Genesys a Mad Max: Fury road, passando per Predators, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, Karate kid: La leggenda continua, Star Trek: Into darkness e il Conan con Jason Momoa - e ci puoi giurin giuretta giurare anche i prossimi Ghostbuster 3 e Blade Runner 2, sono solo mediocri blockbusteroni - di cui invero non c'era bisogno e si poteva benissimo fare a meno - che seguono pedissequamente i film originali senza innovare né riprendendone la magia, privi di passione e fatti solo per far facile cassa. E baaastaaa!!!


Tornando ad X-Files.
I mesi trascorsi sono stati una grande attesa piena di aspettative e timori. E rivedere i tuoi eroi oggi... boh, t'ha fatto una strana sensazione.
Mulder e Scully sono invecchiati. Lui ha la mascella gonfia, quasi gommosa, come Quagmire dei Griffin. Lei è dimagrita e sembra fortemente scazzata. Forse perché la pagano la metà di lui? Macchissené. Fa comunque effetto rivederli tornare ai loro vecchi panni dopo tutti questi anni.
Non hai ancora capito se la miniserie è la decima stagione o un parziale reboot: è tornato l'Uomo che fuma (che era morto), dovrebbero tornare i tre Pistoleri Solitari (che erano morti), e finora non s'è fatto alcun cenno a quanto accaduto nelle ultime stagioni, quelle senza Mulder. Purtroppamente il figlio di Mulder e Scully ESISTE, nel senso che il concepimento è avvenuto. E che cazzo! ci speravi in un bel retcon anche di questo!
La sigla è sputata uguale. Con la stessa grana e il rumore video di vent'anni fa. Ulteriore indice dell'operazione nostalgia.
Giudizio? Tanto dubbio e poco arrosto.
Tornano le stesse atmosfere e i vecchi temi, con le trame verticali e la grande trama orizzontale. Che è sempre quella solita. E mentre il 2° ep. - quello autoconclusivo - ritieni abbia funzionato benissimo, il fil rouge che parte col 1° ep. non è cresciuto come sono cresciuti i fan. Sembra un complottario moderno a tratti senza senso. Insomma, buone le idee, ma se pensi al taglio moderno di altre serie attuali, ti rendi conto che forse non era il caso di tornare sui vecchi passi.
Sperém...
N.B. Fringe una volta fece tributo a X-Files, quando in un episodio citò la "sezione X" che, al pari della "sezione Fringe", sarebbe costata molto all'FBI. Entrambe le divisioni, tra l'altro, si occuperebbero di fenomeni inspiegabili e paranormali. Forse, forse, ierisera X-Files ha restituito quel tributo a Fringe, quando, nel flashback di Roswell, un "liquidatore" pelato, vestito di nero, con tanto di cappello e valigetta, spara all'unico alieno superstite...

martedì 19 gennaio 2016

Inception. Commento

Christopher Nolan è un regista di grande talento. E non solo perché ha diretto i migliori film di sempre su Batman, ma perché ha realizzato una serie di pellicole altamente visionarie divenute nel giro di niente classiciconi e stra-cult! da Memento (ti manca) a Insomnia (bello! con Al Pacino nei panni di un detective della squadra omicidi non proprio pulito, e Robin Williams in quelli inediti del cattivo di turno), da Interstellar (con Matthew McConaughey: emozionante, ambizioso, intelligente, claustrofobico e spettacolare. Ma anche prolisso e, imho, assai noioso) ad Inception.
Proprio quest'ultimo hai visto l'altra sera. Nello splendore dell'alta definizione. E dalla comodità del tuo divano.

Protagonista della pellicola è Leonardo Di Caprio, che interpreta Dom Cobb, un abile ladro che di professione fa l'Estrattore, si occupa cioé di "estrarre" segreti dalle menti delle persone mentre queste dormono, infiltrandosi nei loro sogni. E per la sua missione più importante si avvale di un team di espertissimi: un Manovratore, un Architetto, un Falsario e un Chimico. Sorvolando sul fatto che c'hai ritrovato praticamente mezzo cast de Il Cavaliere Oscuro (Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Tom Hardy, Ken Watanabe e Michael Caine)... che è risaputo che Nolan non fa neanche casting né provini, ma procede a "chiamata diretta" tra i suoi amici attori, il film è davvero eccezionale.

È il nuovo Matrix o il Matrix del nuovo millennio. Scegli te. Il paragone con quell'altro classico sorge spontaneo, a causa della difficoltà nel capire cosa è reale e cosa non lo è. Solo che questa volta la matrice è il mondo onirico. Leggenda metropolitana vuole - tra l'altro - che la sceneggiatura di Inception fosse già bell'e pronta da 10 anni, ma fu messa provvisoriamente da parte proprio per l'uscita recente di Matrix.
Inception è un film che richiede devozione intellettuale. Devozione che viene ripagata con ottimi effetti speciali (non per nulla ha vinto 4 Oscar: miglior fotografia, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali... 'sti catsi!) e coinvolgimento emotivo. E ciò sia per l'escalation della trama, che per la valanga di riflessioni che scaturiscono dalla sua visione.

Di Caprio: devi essere sincero, il tuo giudizio su di lui si è capovolto con questo film. L'hai conosciuto con Titanic, Romeo+Giulietta, La maschera di ferro, Prova a prendermi e Il grande Gatsby. E ti è sempre stato sui cojotes. Non sai perché. In parte per il fatto che i succitati film nemmeno ti sono piaciuti. Ma questo Inception e - da quanto hai letto sull'Internetto - Shutter Island e Revenant - t'hanno consegnato un nuovo attore, bravo, maturo, a tratti "immenso".


Insomma, Inception è un film da vedere e magari da recuperare su Blu-ray.